30 dicembre 2006

Wispy Day Soundtrack .

Wispy Day Soundtrack .

Ovvero una compilation per il 31.12, da sentire, un po' da ballare e un po' da ascoltare da mangiare da parlare da guardare, una compilation fatta di canzoni di quest'anno, di quello prima, e di quelli prima ancora, una compilation per la sera ed il mattino.
Una compilation per riscaldare la serata, per raffreddarla, per ricordarla e per dimenticarla.
Del resto, nuovo anno o no: The Show Must Go On.

Junior Boys - The Equalizer
Royksopp - Circuit Breaker
Scissor Sisters - Confortably Numb
Carpark North - Human
Kraftwerk - Popcorn
Prodigy - Narayan
The Delays - Valentine
Primal Scream feat Kate Moss - Some Velvet Morning
Nelly Furtado - Promiscous
Depeche Mode - Behind The Wheel
Kylie Minogue - I Believe In You
Franz Ferdinand - Take Me Out
White Rose Movement - London's Mine
Fall Out Boy - Dance Dance
Prince - Kiss
Muse - Supermassive Black Hole
Basement Jaxx - Do Your Thing
Scissor Sisters - Kiss You Off
Robbie Williams - Rudebox
Interpol - Slow Hands
Madonna - Jump
Mattafix - Cool Down The Pace
Justin Timberlake - SexyBack
Klaxons - Magick
Prodigy - Voodoo People
The Strokes - Heart in a Cage
Moby - New York New York
Beck - Girl
Belle and Sebastian - We Are The Sleepyheads
Blur - Girls And Boys
Chemical Brothers - Believe
dEUS - What We Talk About (When We Talk About Love)
Franz Ferdinand - Do You Want To
The Killers - Somebody Told Me
Gotan Project - Diferente
Madonna - Hung Up
The Queen - Show Must Go On

31.12. wispy day.

31.12.
Look ahead with a bit of wit.




"Lay down
Lay down
Lay your sweet lovely on the ground
Lay your love on the track
We're gonna break the monster's back
Yes we are...
Lay down your treasure
Lay it down now brother
You don't have time
For a jealous lover

As you enter this life
I pray you depart
With a wrinkled face
And a brand new heart


I don't know if I can take it
I'm not easy on my knees
Here's my heart you can break it

I need some release, release, release

We need
Love and peace
Love and peace"

29 dicembre 2006

The Prestige


Il regista di Memento, uno dei film più intricati e geniali che io abbia mai visto, non poteva deluderci ancora, dopo lo scarso e commerciale Batman Begins. E quindi eccoci al cinema a vedere questo nuovo The Prestige, storia di maghi, illusionisti e segreti. Storia di tradimenti, anche.
Un cast d'eccezione senza dubbio, per il film accompagnato dalla peggior commercializzazione mai vista ad Hollywood: dal trailer si evinceva a malapena la presenza di Hugh Jackman, mentre il regista non veniva nemmeno menzionato. Invece eccoli qui, tutti di seguito: Christian Bale prima di tutti, Michael Caine ovviamente, Scarlett Johanssonn come sempre, Hugh Jackman sorprendentemente, il tutto accompagnato dal ritorno sul grande schermo di David Bowie, che è un mito eterno e lo sappiamo. Una trama appassionante e coinvolgente, ricca, densa di cambiamenti di registro e di effetti a sorpresa; un finale che può risultare spiacevole, forse anche banale, ma senza dubbio non può sembrare deludente: perchè a metà film si prevede quel tanto che basta a rosicare alla fine per non aver previsto il resto. Una regia mossa e lucida, primi piani, luci e ombre, l'atmosfera giusta per entrare nell'occhio del pubblico. Il teatro nel cinema, il cinema nel teatro. Qualche scena un po' inquietante, ma niente di che. L'angoscia, riserviamola per il prossimo spettacolo.
Non dimentichiamo poi: titoli di coda accompagnati da Thom Yorke. Micacazzi.

27 dicembre 2006

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che.

Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca

A mia madre

In te sono stato albume, uovo, pesce.
Le ere sconfinate della terra
ho attraversato nella tua placenta,
fuori di te sono contato a giorni.

In te sono passato da cellula a scheletro,
un milione di volte mi sono ingrandito.
Fuori di te l'accrescimento è stato immensamente meno.

Sono sgusciato dalla tua pienezza
senza lasciarti vuota
perchè il vuoto l'ho portato con me.

Sono venuto nudo,
mi hai coperto
così ho imparato nudità e pudore,
il latte e la sua assenza.

Mi hai messo in bocca
tutte le parole a cucchiaini,
tranne una: mamma.
Quella l'inventa il figlio
sbattendo le due labbra,
quella l'insegna il figlio.

Da te ho preso le voci del mio luogo,
le canzoni, le ingiurie, gli scongiuri,
da te ho ascoltato il primo libro
dietro la febbre della scarlattina.

Ti ho dato aiuto a vomitare,
a friggere le pizze,
a scrivere una lettera,
ad accendere un fuoco,
a finire le parole crociate,
ti ho versato il vino e ho macchiato la tavola,
non ti ho messo un nipote sulle gambe
non ti ho fatto bussare a una prigione, non ancora,
da te ho imparato il lutto e l'ora di finirlo,
a tuo padre somiglio,
a tuo fratello, non sono stato figlio.

Da te ho preso gli occhi chiari
con il loro peso,
a te ho nascosto tutto.

Ho promesso di bruciare il tuo corpo
di non darlo alla terra.
Ti darò al fuoco fratello
del vulcano
che ci orientava il sonno.

Ti spargerò nell'aria dopo l'acquazzone
all'ora dell'arcobaleno
che ti faceva spalancare gli occhi.

Erri De Luca

23 dicembre 2006

Season Greetings

E' natale, e se guardi il cielo oggi, ti domandi che casini hai fatto col calendario, il cielo è più azzurro che mai. E' natale e io ne auguro uno buono a me, e uno buonissimo a tutti gli altri. Un natale senza rumore, anzi, accompagnato dalle voci che più vi aggradano, possibilmente. Cosa c'è di più fastidioso di una voce sgradevole a natale? Di una persona non voluta?
E' natale, e solo a natale il rosso e il bianco si fondono e non formano il rosa, e i sorrisi tornano di moda e la fretta diventa quasi necessaria. E ancora devo crescere, a natale, sono ancora piccolo, ho bisogno di vitamine.

Un'unica richiesta al grande Babbo che Tutto Da e Niente Chiede:
Please could you stop the noise? I'm trying to get some rest.









[qui ci andrebbe una foto natalizia, ma su Google Images sono tutte orrende!]








Auguri!

fK

21 dicembre 2006

Love within

Mai come quest'anno la vita segnata da tante tappe.
Mai come quest'anno il bisogno è stato infranto tante volte.
Mai come quest'anno le mie dita intrecciate ad altre.
Mai come quest'anno il suono è stato così forte.
Mai come quest'anno la testa è andata così veloce e così lenta.
Mai come quest'anno ho pagato, mai come quest'anno ho chiesto agli altri.
Mai come quest'anno ho pregato senza volerlo, ho bestemmiato senza volerlo.
Mai come quest'anno l'amore.
Mai come quest'anno il sorriso mi ha tagliato.
Mai come quest'anno il telefono, e lo squillo, e l'ansia dopo.
Mai come quest'anno le sensazioni mi hanno dipinto la faccia.
Mai come quest'anno l'offesa si è sentita così tanto.
Mai come quest'anno ho fatto l'amore, mai come quest'anno.
Mai come quest'anno gli occhi hanno cercato gli occhi, ma le risposte, tutte così strane.
Mai come quest'anno ho stretto le mani, mai come quest'anno la corda scivolava.
Mai come quest'anno la mia voce ha seguito la tua.
Mai come quest'anno ho cantato ho imitato ho ascoltato ho seguito e criticato.
Mai come quest'anno non c'era nessuno.
Mai come quest'anno gli animali così tristi.
Mai come quest'anno il tempo che scorre, mai come quest'anno le ore di attesa.
Mai come quest'anno ho visto le notti, mai come quest'anno ho vissuto le albe, mai come quest'anno il mattino.
Mai come quest'anno l'estate è scivolata, di fiato saliva e sudore.
Mai come quest'anno ho guardato il sole.
Mai come quest'anno mi sono arreso.
Mai come quest'anno il verde dell'erba, mai il blu del mare, mai il rosso nel cuore.
Mai come quest'anno la paura.
Mai come quest'anno l'ospedale, visto così tanto, raggiunto così tanto, odiato così tanto, sperato così tanto.
Mai come quest'anno ho corso in macchina, e la legge così diversa da me.
Mai come quest'anno il fascino dell'odio.
Mai come quest'anno la poesia.
Mai come quest'anno le foto, e le lacrime sopra.
Mai come quest'anno le persone da prendere e sbattere al muro, alcune per cattiveria, altre no.
Mai come quest'anno un messaggio ti lascia senza fiato ed è tutto diverso.
Mai come quest'anno ho vissuto il freddo e il metallo e il bianco dei muri, e ho visto le macchine attaccate al corpo.
Mai come quest'anno i pranzi così importanti, le parole con il cibo in bocca.
Mai come quest'anno i profumi.
Mai come quest'anno il maglione.
Mai come quest'anno i discorsi.
Mai come quest'anno i segreti.
Mai come quest'anno ho tradito.
Mai come quest'anno la speranza.

19 dicembre 2006

Come.

Come la canzone di Damien Rice, avete presente? "Rootless Tree", si chiama. Senza radici. Che poi è una coincidenza, ma insomma l'ho ascoltata appena dopo "Chicago", di Sufjan Stevens, così per caso, ed è stato strano scoprire che i due dicono esattamente le stesse cose, ma con una dolcezza così diversa, quella di Rice è senza dubbio più ruvida. Che poi Stevens e Rice hanno tanto in comune. Che poi non centra niente. Comunque, Albero Senza Radici. Stupenda. Ripete le parole "Let me out" per trenta volte, che sembrano cinquanta, e ne ricordano cento, e vorresti fossero mille. E poi dice una cosa bellissima, dice "Fuck You, Fuck You, Love You, and all We've been through", ed è incredibile pensare che quello che traspare, alla fine, è quanto è stato bello, eppure tra le parole usa la più rabbiosa esclamazione del mondo, senza età, senza lingua, senza confini. Per rendere comprensibile il ricordo di un amore bisogna insultare, e gridare, e allora tutti ascolteranno e capiranno quanto è stato bello, e tutto è così upside-down. Bizzarro no? Bestemmia, e ti urleranno contro. Sorridi, e ti ignoreranno. Bestemmia sorridendo, e otterrai l'amore. E quindi in una giornata come questa, che il cielo è grigio di sudore e gli occhi sono sporchi di sonno, vorresti ascoltarle in continuazione, robe così. Quasi ad infliggertele, cilicio che vibra, per risvegliare i sensi, e trovare un po' di blu marino nel rosso delle guance stanche. La testa non ascolta, è troppo presa a capire, ondeggia al ritmo di una cosa che non ha ritmo, è tutto senza senso, in giornate come questa. Le canzoni mi deprimono.

Tutte.

16 dicembre 2006

Preghiera

Dio, dammi la grazia
e i piedi per danzare,
e la potenza per impressionare
Dio, dammi la grazia
e i piedi per danzare,
fammi brillare più della luna.

E' davvero sbagliato desiderare riconoscenza?
Assecondare il migliore,
portarla su?
E' davvero sbagliato desiderare una ricompensa?
Volere di più di ciò che ci è dato?

Stanotte rendimi inarrestabile,
io li affascinerò, li colpirò come una lama
li abbaglierò con il mio ingegno.
Stanotte rendimi inarrestabile,
io li affascinerò, li colpirò come una lama
e li abbaglierò tutti.

In piedi nella pista da ballo gremita
i nostri corpi lanciati a tempo,
io, silente durante la settimana,
stanotte pretendo ciò che è mio

E' davvero sbagliato desiderare riconoscenza?
Assecondare il migliore,
portarla su?
E' davvero sbagliato desiderare un premio?
Volere di più di ciò che ci è dato?

Stanotte rendimi inarrestabile,
io li affascinerò, li colpirò come una lama
li abbaglierò con il mio ingegno
Stanotte rendimi inarrestabile,
io li affascinerò, li colpirò come una lama
li abbaglierò tutti.

Bloc Party -
traduzione di the fK

14 dicembre 2006

Matrimonio e Astinenza

A pochi giorni dalla Giornata Mondiale per la lotta all'AIDS, finalmente c'è chi propone una soluzione concreta al problema. L'infezione è in costante aumento soprattutto nelle zone più povere del continente africano, dove la situazione sembra ormai giunta a un punto di non ritorno, e dove i contagi proliferano giornalmente senza tregua; quindi, quale occasione migliore per il nostro beneamato Santo Padre, di un colloquio con il neo-eletto ambasciatore del Lesotho, Makase Nyaphisi, per proporre la sua fenomenale idea? E così il papa ha preso la parola, e dopo averci ricordato, 'n sia mai che ce lo dimentichiamo, che gli omosessuali se non si possono curare è meglio bruciarli (insomma forse le parole non erano proprio queste, ma i concetti..), e quindi di preparare gli accendini, ha poi esclamato:
"Fedeltà all'interno del Matrimonio, ed astinenza al di fuori di esso!"
Sì, avete capito bene, questa è la soluzione all'AIDS, e sembra che nessuno ci avesse pensato prima, menomale che c'è un papa così intelligente e così premuroso... Pare che la frase l'abbia detta seriamente, nonostante in molti abbiao continuato a lungo a pensare che fosse una divertente facezia; quindi ha continuato il suo discorso inerpicandosi in chissà quali metafore filosofiche per esprimere in sole 8.000 parole il difficilissimo concetto che "Gesù è molto buono". Ovviametne, il tutto accompagnato dal famoso ghigno che lo ha reso celebre sia tra i pitbull che tra i nazisti di tutto il mondo.
Non possiamo che inginocchiarci di fronte a tale genialità. Da domani saranno in vendita dentro i confessionali di San Pietro, in edizione limitata, le magliette per uomo con scritto "Io lo do solo a mia moglie", e le canottierine per donna che, per problemi di spazio, sono un po' più sintetiche, e riportano solamente la frase:"Io non la do".
Gasp...

Il tempo perso



Sulla porta dell'officina
d'improvviso si ferma l'operaio
la bella giornata l'ha tirato per la giacca
e non appena volta lo sguardo
per osservare il sole
tutto rosso tutto tondo
sorridente nel suo cielo di piombo
fa l'occhiolino
familiarmente.
Dimmi dunque compagno Sole
davvero non ti sembra
che sia un po' da coglione
regalare una giornata come questa
ad un padrone?

Jacques Prévert

11 dicembre 2006

Klaxons - Magick

La canzone dell'anno secondo NME è "Over and Over", degli Hot Chip.
La canzone dell'anno secondo fK è "Magick" dei Klaxons.

Il video dell'anno secondo DoCopenaghen è "Here it goes again" degli Ok Go.
Il video dell'anno secondo fK è "Magick" dei Klaxons.

Il concerto più atteso secondo RollingStone sono i Muse, a Wembley.
Il concerto più atteso secondo fK sono i Klaxons. (Quando, e dove, non si sa.)

Il sito meno Web 2.0 nella storia secondo tutti è quello dei Klaxons.
Il sito meno Web 2.0 nella storia secondo fK, è quello dei Klaxons.

10 dicembre 2006

òendanleiki

Il blog, già. Il blog.
Non fossi così perdutamente attento a ciò che mi succede, neanche ci penserei più, al blog. Ma lo sono, e quindi ogni tanto mi casca l'occhio sulla desolazione degli avvenimenti di fuori, più che sul proliferarsi infinito di quelli di dentro. Magari non mi succede nulla, ed ecco come scorrono veloci anche quattro giorni di permanenza nell'acquario della stasi, senza che nessuno turbi quest'ordine così dogmatico, luterano: però non serve a niente guardarsi da dietro una gabbia, no?
E quindi c'è il blog. Che rompe il vetro dell'acquario, acqua dappertutto, un casino, corri a prendere gli stracci che si rovina il parquet.
E insomma quando uno è felice scrive poco, e io sono felice, ormai lo dico senza vergogna. Forse dovrei andare da un analista, da uno psicologo, prego si accomodi, insomma è lei il caso patologico dell'anno, la prima persona al mondo ad essere felice senza un motivo apparente, lei sa che ha bisogno di cure vero? Sono felice. Con tutto quello che c'è all'esterno dovrei arrossire, dovrei tenerlo per me, forse. Ma come si fa, quando sei così pieno di cose da non riuscire a trattenerle nemmeno con gli occhi o con la bocca, nemmeno con la pelle? La pelle, proprio lei, quella che fa piangere il cuore per davvero e che non va via nemmeno strofinando forte, e mica è come l'amore, che si lava col sapone e poi non resta più niente; e i Radiohead, questo, l'avevano capito da un secolo. La pelle non va via.
Ah, per finire.
I Klaxons. Sono grandi, io li ascolto spesso, questi giorni. Hanno quell'atmosfera agrodolce che li renderebbe perfetti sia per l'amante che per il nemico.


Magick.

06 dicembre 2006

Best of What is New

05 dicembre 2006

Quante cose che non sai di me,

quante cose che non puoi sapere.

Mi sembrano secoli che non butto giù due righe. Due righe di quelle mie, intendo. Di quelle che nel tag ci sta "fK", e non perchè il post parla di cosa sento, o di cosa mangio, o di cosa vedo. Ma perchè si parla di me.
E succede che una canzone la ascolti in radio, e in giro, e magari qualche volta anche sul piccì, ed è una bella canzone, orecchiabile, carina, e insomma ti piace, ma non la noti così tanto, c'è tutta quella bella musica lì fuori, in questo periodo. E poi un giorno accendi la tivvù, scorri i canali musicali come al solito, ecco che senti quell'inizio, la Queen of the Week di GayTv è proprio la canzone, e tu la ascolti come hai già fatto tantissime volte in passato, ma capisci che 'stavolta è diverso, perchè quella roba lì sembra scritta per te. Sembra che il tipo che l'ha composta sia venuto da te e ti abbia fatto "ma come ti senti, racconta un po'?": zac, non hai fatto in tempo a finire di parlare che lui c'ha piazzato un arrangiamento sotto, e il tutto ha preso una forma autonoma, viva, e perfetta. E parla di te.
Merda, ho pensato. Qui mica si scherza. Anche perchè la canzone è di Ligabue, che se nella vita faceva il ferramenta cambiava poco a tutti noi. E la canta Elisa, che per carità, tanto bravina, ma con quelle facce lì sembra molto stupida, povera, fa anche tenerezza a volte: di certo, comunque, non diresti che può parlarti così dentro. Così giù, cazzo. Gli Ostacoli del Cuore, dai, siamo seri.
E invece sì. Sono serio.
E niente, allora ho dovuto risentirla subito, e questo era oggi a pranzo, e ogni riga combaciava così bene con la mia vita da farmi provare perfino una sottile sensazione di imbarazzo, perchè tutta quella gente la fuori che l'aveva ascoltata ora sapeva così tanto di me, ero impresso s'un ciddì, tra l'altro su un best-of, per di più, che tra i ciddì è certamente la razza peggiore. E non sapevo che fare, perchè quando nella canzone sentivo quel verbo, "dondolare", cantato in quel modo sbarazzino così, come se stesse dicendo la cosa più tranquilla del mondo, ed invece era tutto così mio e così personale, dovevo trattenere un brivido, nascondere la faccia: perchè non poteva essere più chiaro di così, Elisa stava rivelando al mondo intero l'aristocratica posizione che la mia anima ha scelto in questo particolare periodo della mia esistenza. E questo, non potevo permetterlo. Ho riascoltato la canzone più e più volte sperando di sentire, prima o poi, il momento del distacco. Quella parola lì, quella frase, che mi avrebbe fatto capire che non era di me che si stava parlando. Ho capito che non sarebbe arrivata, che dovevo rassegnarmi a mettermi in repeat per sempre, perchè quando sei così presente in una nota, come fai a smettere di ascoltarti?
Poi, dopo un po', mi è passata. Ho premuto stop, e non è successo niente. Nessun bum. Nessun clamore, non è l'inferno, è camera mia, prendi un fazzoletto, asciugati il sudore. Un momento di crisi, ho pensato. Un'inutile sega mentale, ma cosa vado a spaventarmi per una cazzata simile, sono davvero pazzo. Una canzoncina pop, mica può fare questo. Mica può rapirti così, dai, è pop, e come tutto il pop, è effimero. Però sono scappato lo stesso. Sono uscito, sono stato lontano dal computer tutto il pomeriggio. La sera, tornato, ho aperto indugiando un po' il MediaPlayer. Avevo paura, ancora: ma sono stato forte. Merito di musica nuova, quella roba bella di cui parlavo sopra. Mi ha salvato.
Ho vinto io.
Ho superato i primi ostacoli.

Che periodo strano, però. E' l'amore, dicono.

03 dicembre 2006

The killers - A great big sled


Novità in arrivo, dunque, per i Killers. La prima canzone natalizia (come loro stessi l'hanno definita) del gruppo americano, sarà disponibile in esclusiva su iTunes da dopodomani; il 5 novembre invece il video della stessa comincerà a girare nei vari canali musicali. Qui non si vede l'ora, rispettivamente, di ascoltarla e di vederlo.
La cosa positiva è che tutti i ricavati delle vendite andranno alla (PRODUCT)RED, e dato che'l'AIDS non è una cosa su cui si scherza, un po' di soldini in più per la ricerca possono soltanto aiutare, no? In più, se è per bella musica...
La curiosità è tanta, un po' per la stranezza dell'operazione, un po', per i suoi effetti benefici.
Noi, come è nostra abitudine, aspettiamo. Pazienti.

[UPDATE] La canzone è in rete, da qualche parte, già. E' così Nightmarebeforechristmassosa, nel suo gothico spirito natalizio...

02 dicembre 2006

I can't get it right since I met you

Muse. Live. Palalottomatica.

E' difficile trasferire su un blog una serata come questa. Perchè una serie di fatti sono semplici da raccontare, non mi costerebbe niente scrivervi di quanto è stato difficile arrivare al palalottomatica, del traffico infernale che infestava tutta la città, della ricerca spasmodica di un posticino dove infilarsi, potrei parlarvi anche del concerto, potrei scrivervi la scaletta, descrivervi le canzoni.
Ma voi non capireste nulla. Perchè non sono i fatti, quelli che hanno reso la serata così bella, così indimenticabile.
I Muse sono persone che danno dal vivo quanto non daranno mai in un disco registrato in studio, e il concerto di stasera, la quinta volta che li ascoltavo, ed emotivamente forse per me la più vissuto, ne era la massima dimostrazione. Ciò a cui abbiamo assistito era un palpitare continuo di sensazioni e colori e luci e suoni, senza che nulla stonasse mai in nessun modo con nient'altro. Una scenografia mozzafiato, una set-list semplicemente mostruosa, un concerto di un'ora e trequarti, alcuni momenti da strapparsi i capelli, altri di una tenerezza incredibile. Una sensazione di soddisfazione alla fine, che raarmente si prova dopo aver fatto qualcosa che si è sudato così tanto.

Per capire un concerto dei Muse, bisogna andare a un concerto dei Muse.
Io sarò ancora lì, la prossima volta. Mi riconoscerete: dal sorriso.

30 novembre 2006

Double Shadow

Alcune cose, come sempre in ordine sparso.


Mentana ieri ha esordito sul suo tiggì in radio con: "Diavolo di un Berlusconi". Immagino intendesse il fatto che il nano è (purtroppo) uscito dall'ospedale. Noi gli crediamo, ma speravamo in qualche gossip più pesante. Già speravo in qualche esorcismo agli italiani.


Se non fosse che quelli vecchi stanno meglio che mai, questi Junior Boys avrebbero tutte le cacrte in regola per diventare i nuovi Depeche Mode. Un'imitazione, certo. Ma palese: e quindi sincera. E poi, fatta davvero bene. Il Canada riserva sempre più sorprese, ultimamente.


Storica stretta di mano tra il Papa e Erdogan, titolavano ieri tutti i quotidiani. Io avrei preferito di più un titolo del tipo "Guerra: come provocarla senza dare nell'occhio". Che poi, la Moschea Blu, quella poteva almeno guardarla in foto, no? Cristo, abiti pure a San Pietro, ti mancano le opere d'arte?


Ci prepariamo alla grande manifestazione del 2, quella che porterà in paizza tutta l'italia contro questo governo. Il problema è che a destra non le sanno proprio fare, 'ste cose, è inutile. Litigano su tutto, perfino su chi dovrà parlare alla gente, sul palco. Dopmani mi aspetto un litigio sul colore dello sfondo del palco. Tra il nero e l'azzurro, io continuo a preferire il rosso.


Questo Children of Man sembra davvero il film fatto apposta per me. Il trailer ricorda molto atmosfere alla Esercito delle Dodici Scimmie mischiate con l'ultimo libro di De Carlo, anche se ovviamente potrei sbagliarmi. Julianne Moore, poi, è bravissima, e io lo sostengo dai tempi di Magnolia.. Certo, se avessero utilizzato un uomo vivo nella parte del protagonista, invece di Clive "Roccia Lavica" Owen, forse il film ne avrebbe guadagnato.


La guerra in Iraq è la seconda guerra più lunga nella storia degli Stati Uniti, dopo la guerra in Vietnam, e la seconda guewrra più costosa per i cittadini americani, dopo la seconda guerra mondiale. E pensare che nel 2003 Bush disse che avevano vinto, e che era "Mission Accomplished". Evidentemente, la cocaina modifica la percezione del tempo.


Oggi è la giornata mondiale contro la pena di morte. Pensiamoci, almeno.
Bastano 76 secondi, uno per ogni paese, nel mondo, che uccide ancora in nome della giustizia.

29 novembre 2006

You should have been there...

Muse. Live.
The day after tomorrow.



"You know that I care
You should have been there..."

28 novembre 2006

John Wayne Gacy, Jr.

"John Wayne Gacy, Jr., (March 17, 1942May 10, 1994) was an American serial killer. He was convicted and later executed for the rape and murder of 33 boys and young men, 29 of whom he buried in the crawl space under his house, between 1972 and his arrest in December 1978. He became notorious as the "Killer Clown" because of the many block parties he attended, entertaining children in a clown suit and makeup."




Questa è la sua storia, e la canta Sufjan Stevens.


His father was a drinker
And his mother cried in bed
Folding John Wayne's T-shirts
When the swingset hit his head
The neighbors they adored him
For his humor and his conversation
Look underneath the house there
Find the few living things
Rotting fast in their sleep of the dead
Twenty-seven people, even more
They were boys with their cars, summer jobs
Oh my God

Are you one of them?

He dressed up like a clown for them
With his face paint white and red
And on his best behavior
In a dark room on the bed he kissed them all
He'd kill ten thousand people
With a sleight of his hand
Running far, running fast to the dead
He took off all their clothes for them
He put a cloth on their lips
Quiet hands, quiet kiss
On the mouth

And in my best behavior
I am really just like him
Look beneath the floorboards
For the secrets I have hid

Microcuts

“Due non è il doppio ma il contrario di uno,
della sua solitudine.

Due è alleanza,
filo doppio che non è spezzato.”

23 novembre 2006

Leaving Rome never easy...


See you soon.
fK

22 novembre 2006

Pagan Poetry

Questi giorni ho la testa piena.
Come una preda che scappa, ed ha in mente solo il volto del cacciatore.
Ho la testa piena.
Non c'è spazio per la paura, per l'incazzatura, per la trepidazione prima di un viaggio.
Solo stress. Solo ansia. Solo quel misto di amore e novità che ti schiaccia sotto il peso della non-consapevolezza.

Se fossi un poeta vorrei scrivere qualcosa a tutti quelli come me.
Mi piacerebbe ritrovarmi in una riga.

21 novembre 2006

Altman

Ha fatto appena in tempo a prendere l'Oscar che tanto meritava.
E poi ci ha lasciati. A noi rimane il suo cinema, e la musica che ha evocato.

Foto.

20 novembre 2006

You Will Lose Everything

In attesa del Giorno Della Follia Collettiva, in cui finalmente uscirà l'ultimo libro della saga di Harry Potter, giorno in cui non si parlerà d'altro e nel quale la massa sarà davvero massa, in attesa, consoliamoci con il teaser poster del film 5, Order of the Phoenix. Che tra l'altro uscirà a luglio 2007. Quando, si vocifera, uscirà pure il libro. Mah...
Quanto tempo, dall'ultimo attacco di fanatismo acuto che mi ha colpito.
Ho urgente bisogno di qualcosa a cui attaccarmi.
Ho fame, cristo.

Global Orgasm

Un tempo non troppo lontano, per attirare la gente sul proprio sito, e alzare un po' di soldi, si mettevano le classiche immaginine di donnine avide di scopata, succinte e nudarelle, e il traffico mediatico era assicurato, magari scappava pure qualche foto che non doveva scappare e vedi che il giornale ti dedicava un trafiletto, ovviamente scandalizzato, ma pur sempre un trafiletto: e la pubblicità negativa è sempre pubblicità, no?
Oggi però è tutto cambiato. Internet è roba che hanno tutti, e di donnine nudarelle ce n'è talmente tante che un sito originale è quello dove le donnine sono vestite, e non basta più la foto scandalo per attirare gente, quella è ovunque, e me la vedo prima su google image, che sul sito di te povero sfigato. Questo ragionamento lo devono aver fatto anche i due fino-a-poco-fa-sconosciuti "Donna Sheehan e Paul Reffer, coppia di pacifisti settantenni e fricchettoni già avvezzi a iniziative clamorose", come riportato su Repubblica.it. L'idea che hanno avuti i fricchettoni succitati per attirare gente è semplice ed efficace. Il sesso non basta più mostrarlo e basta, in rete. Bisogna farlo proprio, e tutti insieme, eliminando i confini. "Ecco l'idea per alzare su i soldi!" devono aver pensato, e visto l'impatto mediatico che sta avendo il loro progetto, noi ci crediamo, per carità.
La cosa è questa: il 22 dicembre, a qualsiasi ora, ma proprio quel giorno, bisogna scopare. Chi, cosa, quando, come e perchè, non è specificato. Anche da soli va bene uguale. Viva le mani. Basta farlo, avere un bell'orgasmo collettivo "pensando alla pace". Sì avete capito bene: niente porcate in testa, durante l'orgasmo. La pace. ma come si fa, io dico?
Comunque, l'intenzione secondo gli autori del "progetto", sarebbe quella di collimare così tanta energia positiva da eliminare le tensioni negative del mondo e portarla davvero, la pace, nel mondo. Ora, io non è che sia contro la scopata selvaggia in sè, per carità. Male non può fare, mi dico. Semmai, molti bimbi: e i bimbi son carini. Viva i bimbi. Oltre alle mani, intendo.
Insomma non sono contro la cosa in sè, ecco tutto.
E' che avrei preferito altri mezzi, forse, per la pace.

Che ne so: ad esempio smettere di fare la guerra.

19 novembre 2006

Caos Calmo

" - Claudia! - grido, e lei si ferma. Le faccio cenno di tornare indietro, e lei viene. Anche la sua amica Benedetta si è fermata, ma non la segue, mentre la madre, Barbara, mi fissa, e io le sorrido. Ed eccola qui, Claudia, con l'aria interrogativa di chi si aspetta chissà cosa. Perchè l'ho richiamata? Mi chino e le do un bacio in fronte, ma è evidente che non è abbastanza per giustificare il mio impulso. Perchè l'ho richiamata?
- Io ieri sono rimasto davvero tutto il giorno qui fuori, stellina - mi sento sussurrarle.
Lei sgrana gli occhi
Già. Ma nemmeno questo è abbastanza. Il magone non si è sciolto.
- E sai una cosa? - aggiungo - Ci resterò anche oggi. Tutta la giornata. Fino a quando esci. Qua fuori.
Ora è abbastanza. Claudia incassa la notizia con eleganza, senza scomporsi, ma la sua espressione è stupita, piacevolmente stupita. Si volta verso la sua amica. Poi torna a guardare me.
Stupita.
- Perciò - riprendo, sempre sottovoce - durante la ricreazione da' un'occhiata fuori dalla finestra. Io sarò lì giù.
Le do un altro bacio in fronte e mi alzo in piedi. Ho letto da qualche parte che i genitori europei, a differenza di quelli americani, non usano mai l'accortezza di chinarsi quando parlano con i loro bambini: non so se è vero, ma comunque sia io l'ho sempre fatto, mi sono sempre chinato per parlare con mia figlia. Mi è sempre venuto spontaneo. Claudia alza il capo e non dice niente, ma mi accarezza la mano in modo così delicato, e languido, e perfetto, che da sola questa carezza vale tutte le parole che non ha detto. Poi si volta e se ne va, raggiungendo Benedetta, per farsi ingoiare insieme a lei dal ventre buio del grande corridoio ormai vuoto.
Ecco fatto. Ecco cosa mi ha svegliato così presto, stamattina; ecco cosa avevo in mente. Restare anche oggi davanti alla scuola. E il magone non c'è più.
Torno alla macchina e chiamo Annalisa, la segretaria, in ufficio. Annalisa, resto anche oggi davanti alla scuola. Pausa. Annulla gli appuntamenti, girami le telefonate sul cellulare, vieni qui a portarmi i documenti da firmare, che è una bellissima giornata. Pausa. Le do l'indirizzo. A dopo. Stop. Che sbigottisca, davvero.
Mi rimetto a guardare in su, la grande finestra al secondo piano, la terza da sinistra. Le nove e cinque. Mi chiedo se Claudia abbia già guardato fuori, senza vedermi perchè ero al bar. ma se non ha visto me deve comunque aver visto la macchina, e appena potrà guarderà di nuovo. Mi sento tranquillo, su questo: Claudia si fida di me. Stavolta gliel'ho detto seriamente, e lei mi ha creduto. Mi guardo attorno, appoggiato alla macchina: il vigile urbano, il pakistano che pulisce i parabrezza, gli uccellini che cinguettano, poche macchine, pochi passanti, due ragazzi che si baciano sulla panchina dei giardinetti. Come ieri, la sorprendente, bucolica tranquillità di questo punto del mondo mi rassicuro, anche se dentro di me continuo a percepire un tumulto, o meglio l'eco di un tumulto: una specie di agitazione lontana ma non lontanissima, come sembrano lontani ma non lontanissimi i rumori del traffico, là sotto, che quassù arrivano attutiti, morbidi, ma arrivano. Caos calmo, penso: come in tutti i genitori ieri pomeriggio all'uscita della scuola, come ogni momento nell'animo di tutti i bambini del mondo. Solo che adesso lo penso per me, per questo stallo che continua a salvarmi dalla sofferenza di cui tutti, tutti quanti mi immaginano preda, e ancora così non è. E' un caos calmo, sì, quello che ho dentro. Un caos calmo.
I due ragazzi sulla panchina continuano a baciarsi, beatamente. A che ora sarà la ricreazione?"

Sandro Veronesi
tratto dal libro più bello dell'anno

I'm From Barcelona

Sono 26, e sono tutti completamente pazzi. Il tipo che li ha raggruppati tutti, roba non facile, trovarne 26, tutti fuori di testa, è un certo Emanuel Lundgren, che è più folle di tutti gli altri messi insieme. DImenticavo di dire che è svedese, e come chiamare un gruppo se sei svedese, se non "I'm from Barcelona"? Comunque. Il loro video impazza in rete su YouTube, e poco mi fa dubitare sulla possibilità di uno sbarco in tv, magari su flux o su brandnew; intanto il loro disco d'esordio ha già un'etichetta disposta a pubblicarli in quel d'america, e così via, la storia si ripete. Noi ci godiamo il loro stupido pop da festa con gli amici. Ecco cosa mi ricordano. Una festa. Con gli amici.

Tanti, amici.

Zodiac Trailer

"...This is the Zodiac speaking..."

Marie Antoinette


Raramente accade che un regista, con soli tre film alle spalle, possa già dirsi creatore di uno stile, un genere, un marchio di fabbrica ben definito. Eppure questo è il caso di Sofia Coppola: che con Marie Antoinette porta nelle sale un'opera notevolissima, certamente ambiziosa e per niente deludente. Il film è un compendio della regalità, infinitamente immerso in due anime distinte, diverse e perfettamente combacianti: un'anima prettamente anni '70, e un'altra intrisa di cultura gay. La priaman si manifesta nello stile, un classico dei film della Coppola, e snella colonna sonora, anch'essa di genere, ormai. Già la locandina dovrebbe far riflettere molto (l'ispirazione è chiaramente sexpistolsiana), e così le numerose canzoni, che in un film in costume sorprendono non poco (rock, rock, rock!), o ancora i tantissimi "sbagli" lasciati in fase di montaggio, forse per riportarci con la mente al concetto di "finzione", tanto evidente quanto lasciato visibile (in due o tre scene si intravedono i microfoni di scena chiaramente, e nessuno mi toglie dalla testa un'immagine in cui balzano agli occhi delle all-star, in mezzo alle scarpe regali di cui la regina si circondava). La seconda anima è puramente omosex, e traspare dai colori, dai dialoghi così frivoli e fintamente superficiali, e dalla presenza degli attori scelti. Prima di tutto Asia Argento, che è perfetta nel ruolo stravagante della puttana di corte, amante del re, piena di ambiguità e sempre al limite del volgare, dell'osceno, senza mai sforare però nel disgustoso, tenendosi su quel limite geniale che solo lei poteva ottenere; così Jamie Dornan, il famoso modello di Dior e Calvin Klein, qui nella parte dell'amante della regina, tenebroso e credibile considerando che è la sua prima apparizione cinematografica. Ma soprattutto lei, Kirsten, in questo film semplicemente splendida. Se il film regge, è senza dubbio grazie a lei, che lo rende affascinante e godibile in ogni scena. Le due anime quindi convivono e non si scontrano mai, rendendo il mix quasi perfetto, se non fosse per qualche momento di troppo che allunga un po' la brodaglia, rischiando qualche parentesi "noia", comunque facilmente bypassabile concentrandosi sul contorno, sui costumi sfarzosi, sulla musica sempre presente e sempre fantasiosa, sulla fotografia, bellissima.
Marie Antoinette è un film di Sofia Coppola. Niente di più, niente di meno. Ormai, come ho detto, questa è una garanzia. Dal "giardino" a "lost in traslation" qualcosa era cambiato. Negli intenti, se non altro. Qui no, invece; qui non c'è niente di nuovo: è Sofia al cubo, e basta.
Ne vale la pena, però. E oggi, al cinema, è una cosa rara.

18 novembre 2006

It's from this loneliness, and the fear it brings

Questo malditesta non vuole davvero andare via. Mi importuna da stamattina, lui era già lì, sopra il mio letto, ad aspettare. Appena ho aperto gli occhi si è infilato, e non vuole più uscire; si trova bene, cristo. E' per ieri sera, sarà il vino, sarà il freddo. Penso sia per il vino, sì. Ora è qui con me e mi punge, mi impedisce di pensare ad altro, mi tormenta. Mi rapisce. Questo malditesta vuole uccidermi. Sta cercando un pretesto per entrare più giù, dove ancora non è arrivato. Aspetta solo un momento di debolezza, e zac, lo sento sprofondare. Eccolo, è arrivato proprio ora. Smettetela tutti, di infastidirmi, non vedete che sto soffrendo? Metterò un po' di musica, sì. Un po' di musica. Attivo la riproduzione casuale brani. Faccio play. E' Breathe, dei Prodigy. Classica canzone da malditesta, mi dico; cristo che sfiga del cazzo. Ma il caso ha voluto così, ora la ascolto tutta, forse anzi servirà a sdrammatizzare. Accenno qualche movimento con la testa per seguire la batteria, e non l'avessi mai fatto, porca puttana. Sento immediatamente una fitta, anche il dolore segue il tempo della canzone, e non parliamo di Damien Rice, qui le morse al cervello sono al ritmo di un rave party. Ma che cazzo però, non mi avrai, vincerò io, sporco mostro informe. Ti sconfiggerò con le stesse armi con cui tu stai lentamente divorando me. Approfitto di un momento di lucidità per cercare nella mia libreria, i Radiohead dovrebbero andar bene, mi dico. How To Disappear, adattissima al mio caso, farebbe addormentare anche Hannibal Lecter.
Eccola che parte, chiudo gli occhi e mi immagino un'isola deserta. Qualcosa di stupendo, tipo con i gabbiani e tutte le menate del caso. Ma non posso farci niente, ormai ho capito che il silenzio è tutt'altra roba. Indispettito apro gli occhi per cercare il tasto stop, e la luce che penetra nelle pupille è accecante, mi sento bruciare. Sta vincendo lui, cazzo. Devo fare qualcosa imediatamente. Qualcosa di drastico. Cosa posso fare? Questo malditesta non vuole davvero andare via.
Credo che scriverò un post, e poi andrò a mangiare.

17 novembre 2006

Fresh Air

Il nuovo disco degli AIR, il duo francese alternativo più assurdo, geniale e originale mai ascoltato, comparirà la prossima primavera everywhere.
Si chiamerà Pocket Symphony, e all'fK il titolo piace parecchio, degno successore di quel Talkie Walkie che lo ha accompagnato in tanti momenti.
Considerando poi che il produttore è un certo Nigel Godrich, che per capirci è quello che ha prodotto robe come Kid A e Hail To The Thief, non si può che dire "cazzo!". E aspettare, come al solito. Questo blog parla quasi solo di attese, a pensarci bene. Uff.


C'è pure la tracklist già disponibile. In giro. Io, però, non la posto.
Mi annoia.

"I could be from Mars, and you could be from Venus, lovers forever."

16 novembre 2006

a window in the skies

Oh can't you see what love has done to every broken heart
Oh can't you see what love has done for every heart that cries
Love left a window in the skies
And to love I rhapsodize

Ping Pong


La mia giornata di domani:

08.30-10.00 - Lezione all'Università.

11.00-12.30 - Lezione in Conservatorio.

14.00-15.30 - Lezione all'Università.

16.00-17.00 - Lezione in Conservatorio.

...

Ah, che per caso c'è sciopero dei mezzi?
Non vedo l'ora.

15 novembre 2006

What a genius!

Non sono un estimatore dei Simpsons, anzi.

Ma sono un estimatore dei trailer geniali.
Eccone uno.

14 novembre 2006

Zodiac, il 2 marzo 2007



Il nuovo, attesissimo film di David Fincher, ha finalmente una data ufficiale di lancio: 2 marzo 2007, worldwide. Un lancio in pompa magna, pare.
Fincher rientra senza dubbio nella lista dei miei 3 registi preferiti, dopo averci regalato capolavori assoluti come Se7en, Fight Club, The Game e Panic Room. Un uomo in grado di trasportare al cinema la follia di Chuck Palahniuk è già un mito di per sè. Ognuno dei suoi film ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma tutti sono caratterizzati da una maniacale attenzione per il dettaglio, per la precisione, per l'originalità. Da ricordare, senza dubbio, il lunghissimo pianosequenza iniziale di Panic Room, tra le scene tecnicamente migliori della cinematografia hollywoodiana di oggi.
Ecco quindi un ritorno in grande stile, fatto portando sugli schermi la storia del celeberrimo killer che ha ucciso, ucciso, ucciso, ed è sparito senza lasciare traccia. Un mistero irrisolto, uno tra i pochissimi. Jake Gyllenhaal e Mark Ruffalo, poi, sono due attori da non lasciarsi scappare, e che deludono difficilmente. Quanti motivi, per aspettare.
Il 2 marzo è lontano, cristo.

13 novembre 2006

A spider web, and it's me in the middle

Dovremmo raccontarla più spesso, questa storia. Parlarne, per sentire l'amaro in bocca, per patire anche noi un po' di bruciore negli occhi e nel petto.
Un ragazzino è stato picchiato, deriso, insultato dai suoi compagni di classe. Sotto il vigile occhio di un attento regista, che ha filmato l'accaduto, per non perdersi neanche una scena di delirio collettivo. E mostrarla su internet: come si fa con un trofeo.
Un ragazzino è stato picchiato, pur non avendo nessuna colpa. Nessuna merendina rubata, nessun'offesa, nessuno sguardo ammiccante alla ragazza altrui. E' stato picchiato per il solo ed unico motivo di essere nato con un cromosoma in più.
Down.
Centinaia di migliaia di persone hanno scaricato il video da internet. Lo hanno visto, magari hanno anche criticato. Ma nessuno ha fatto qualcosa di vero, di giusto, di bello. Nessuno li ha denunciati, nessuno ha preso iniziative per fermare la follia che pervade le menti più giovani, sempre più spaventate dal diverso, sempre più terrorizzate, a cercare riparo nel loro guscio di playstation, televisione e scarpe nike. Nessuno ha fatto niente.
Io non ho visto il video, e non ho intenzione di farlo, per carità. Piangerei, probabilmente.
Ma tento di parlarne in giro, il più possibile. Voglio capire cosa ci sta succedendo, e in che razza di spirale viscosa siamo finiti.
Intanto, assistiamo a tutto questo.
Senza fiato.

12 novembre 2006

The Dears - 22: The Death Of All The Romance

Ecco il video più famoso che i Dears abbiano portato in questo pianeta.
Quanto è facile commuovere quando la canzone è così bella. Basta aggiungerci una storia d'amore, no?

Che palle

Sonno bradipeo. Mal di testa domenicale in versione brucia-neuroni. Nervosismo accompagnato da scatti di ira. Sbalzi di umore ingiustificati.

Cha palle, 'sta giornata.

Urge qualcosa di rinfrescante.
Belle and Sebastian. Sì, credo proprio che ascolterò loro.

Blur - A volte ritornano

Dopo lo strano e bellissimo Think Tank, dell'ormai lontano 2003, sembrava quasi impossibile immaginare che i Blur potessero rimettersi nuovamente in studio per registrare qualcosa di nuovo. Invece pare che la notizia sia ormai ufficiale: nel 2007 è previsto un ritorno in grande stile della band inglese più amata e osannata degli anni '90. Niente tour, per carità. Chi si è visto si è visto, ormai i membri del gruppo hanno dei bambini (testuali parole del batterista, cazzo), quindi non ci si può allontanare mica. Niente tour, già: ma pure un album non è niente male, per noi che abbiamo passato estati intere a cantare Tender is the night. Si presuppone quindi che Damon Albarn la smetta per un po' con i suoi progetti stravaganti, vedi i carini ma stucchevoli Gorillaz, o i banali The Good The Bad and The Queen. Udite udite, sembra che sia interessato alla cosa perfino Graham Coxon, il mirabile chitarrista (stimato e idolatrato perfino da Johnny Greenwood dei Radiohead, e con questo dico troppo) che nel 2001 lasciò la band per intraprendere una modesta carriera da solista, a causa di non meglio specificate divergenze con il frontman Albarn.
Non ci resta che aspettare, quindi. Ci aspettiamo molto: e questo è no bueno, perchè difficilmente le aspettative eccessive vengono soddisfatte. Ma ci accontentiamo anche, questo va detto.
Al lavoro, forza.

11 novembre 2006

Heaven to Hell

LaChapelle - Heaven to Hell.

come dio comanda

"La volontà di Dio è per noi, poveri peccatori, oscura come la più buia delle notti d'inverno."

Il nuovo libro di Ammaniti, "come dio comanda", è un qualcosa da cui è impossibile trarre una citazione. Le parole formano un ammasso compatto e indivisibile, un'immensa distesa di lettere, omogenea e infida proprio come la triste pianura che è da sfondo al romanzo. La piana, con questi container, le pompe di benzina, il fiume melmoso, assume sembianze così definite da materializzarsi nell'immaginario del lettore, perfetta e nitida nei suoi morbidi tratti nebbiosi: e pretende così un ruolo ambiguo e decisivo, di contenitore di storie, da un lato, ma di primo attore dall'altro. Gli uomini le cose e l'ambiente sono infatti legati da un filo che unisce e amplifica il contatto, da un legame che non distingue tra adulto e bambino, tra baracca e palazzo, tra follia e ingenuità. E in questa palude di eventi e pioggia e giorni e destino, traspare dopo poche pagine l'ineluttabile verità: che il vero protagonista non è un uomo, nè una donna, nè un bambino. Piuttosto è Lui, il Creatore, Dio, che comanda e muove come fossero marionette le anime dannate che popolano la pianura. E certamente non importa se il Signore esista davvero, la sua potenza e la sua gloria sono proprio in questo: la fede, da sola, basta a portare la sua volontà, seppur evinta o immaginata, su questa terra. Ed ecco che perfino la pazzia, in un ossimoro che soltanto una mente geniale poteva partorire, assume un senso ben preciso, un significato, una sua logica del tutto illogica. La morte non spaventa più, se vista in rapporto a questo disegno così preciso: la sua faccia nera, piumata, con il becco aguzzo, è quasi un conforto e una soluzione. Diventa l'unica amica, la sola cosa che possa spezzare i fili degli ordini di Dio.
"come dio comanda" è un libro che scava. I molti livelli di lettura non sono tra le righe o nei capitoli, ma sono dentro di noi, si formano con la lettura: da quello più superficiale del puro godimento letterario, a quello più profondo della comprensione ultima. Il procedere veloce e incalzante della trama assume così le sembianze di un cammino di espiazione, di riflessione, uno spunto che può aiutarci a capire dove sia la via di fuga. Un percorso che ci dica cosa scegliere quando, fermi davanti a un bivio in cui una strada si inerpica nel bosco e l'altra è assalita dalle luci, dovremo infine fare una scelta: perchè il gioco, è più grande di noi.
E laggiù, da qualche parte, potrebbe nascondersi il delirio. Perchè così comanda Dio.

10 novembre 2006

Monkey Islands of the Tentacle


Parental Advisory: tutti coloro che, osservando l'immagine qui sopra, non sospireranno pensando ai vecchi tempi e non si guarderanno timorosi in giro, tentando di nascondere quella lacrimuccia che sta colando sulla guancia, sono pregati di smettere di leggere. Non potranno capire.



Una volta, tanto tanto tempo fa, le cose andavano bene. La tecnologia era quella che era, certo; ma bastava: ed avanzava. C'era un tempo in cui accendere il piccì, o ancora prima l'Amiga (e qui la malinconia sfocia nella disperazione), provocava un brivido speciale, che nessun internet, nessun blog, nessun videogioco-di-oggi-tutto-effetti-speciali-e-grafica-treddì, potranno mai ridarci. C'era un tempo in cui la Lucas Arts rivoluzionò il mondo di tantissimi bambini, e adolescenti, e adulti: inserendo, nella monotona vita cittadina, pirati logorroici, scienziati pazzi, conigli maniaci, avventurieri folli, scheletri spagnoli. Personaggi che sarebbero entrati dalla porta di servizio, ma avrebbero occupato la stanza principale. Monkey Islands, Day of the Tentacle, Grim Fandango, Sam & Max: parlo di robe che mi hanno riempito le giornate per anni interi della mia vita, parlo dei ritorni da scuola a parlare con il compagno di classe di quel punto impossibile da risolvere, parlo delle frenetiche corse a casa quando ti veniva l'illuminazione, parlo dei giorni snervanti passati sempre nello stesso punto, ma come cazzo si farà ad andare avanti?
Oggi è tutto diverso. E' tutto così veloce. Un bel videogioco è un gioco tecnologico, oppure provocatorio, oppure violento. Dura una settimana, ma è come durasse un minuto, perchè ogni momento è uguale all'altro. Ieri un bel gioco era un gioco profondo, denso, originale in tutti gli aspetti. Era un'avventura che ti immergeva in un mondo che diveniva il tuo, per quelle settimane che impiegavi a terminarlo. Era un'avventura in cui tornavi volentieri anche dopo averne finito la trama: per carpirne gli ulteriori segreti, le sfaccettature, le finezze.
Sam & Max è stato sicuramente il gioco più geniale e completo a cui abbia mai giocato. Io ridevo, davanti allo schermo.
Quando qualcuno ne farà uno migliore, eccomi qui. Sapete dove trovarmi.

Tornerò bambino per un po', se necessario.

09 novembre 2006

Love is a number

229-196

What a wonderful world.

The Dears - Live


Live.
Roma, Circolo degli Artisti.


Forse neanche 50 persone ad ascoltarli. Non importa: un concerto incredibile, pieno di sorprese, di melodia, di suoni e di bellezza. Una voce incredibilmente simile a quella di Damon Albarn. Un gruppo da scoprire, da non dimenticare.
The dears, are flawless.

08 novembre 2006

White Rose Movement

La nuova rivelazione d'oltremanica si chiama così: White Rose Movement.
Questa, è Girls in the Back.

Come non amarli?

07 novembre 2006

fK's: Live

Per rosicare meno pensando a Brandon Flowers, domani, mentre canterà Read My Mind senza di me, ho deciso di ripensare ad alcuni dei concerti in cui l'impavido fK era presente, con le sue sguaiate urla e le sue mani in aria.
Ho pensato a una serie di ricordi in uno pseudo-ordine di intensità decrescente, che non vuol dire niente, quando si parla di sequenze di emozioni. Non è tutto, ovviamente. Sono i più grandi, i più belli, i più forti. Quelli che mi porto dentro, quelli che mi vengono in mente ora, quelli che mi hanno dato qualcosa, anche poco, anche pochissimo. Oppure tanto, tantissimo.
Eccoli.


1. Radiohead - Firenze, Piazzale Michelangelo
2. Coldplay - Bologna, Palamalaguti
3. Muse - Roma, Palladium
4. Placebo - Roma, Palaeur (oggi Palalottomatica)
5. R.E.M. + Green Day - Imola, Heineken Jammin' Festival 2005
6. Depeche Mode - Roma, Stadio Olimpico
7. Massive Attack - Roma, Ippodromo di Capannelle
8. Oasis + Counting Crows - Imola, Heineken Jammin' Festival 2000
9. AIR - Roma, Ippodromo di Capannelle
10. Franz Ferdinand - Firenze, Sashall
11. Muse - Firenze, Sashall
12. Carmen Consoli - Roma, Villaggio Globale
13. Placebo + Skin + Marlene Kuntz - Roma, CocaCola Live @ Mtv
14. Patty Smith - Roma, Auditorium
15. Blonde Redhead - Roma, Villa Ada
16. Offspring + Placebo + Incubus - Imola, Heineken Jammin' Festival 2001
17. Lamb - Roma, Villa Borghese
18. Subsonica - Roma, Palalottomatica
19. Peaches - Roma, Circolo degli Artisti
20. Gianna Nannini - Roma, Auditorium
21. Dream Theater - Roma, Palaeur (oggi Palalottomatica)
22. Mercury Rev + Oasis - Imola, Heineken Jammin' Festival 2005
23. Alanis Morissette - Roma, Piazza del Popolo
24. AIR - Roma, Teatro Argentina
25. Muse - Milano, Rolling Stone


Mancano molti alla lista. E non parlo solo di concerti a cui sono andato e che non meritano di entrare in una top 25. Parlo soprattutto di concerti a cui sarei voluto andare, gruppi che avrei voluto vedere live, gli u2, i blur, gli editors, i deus, i killers (ancora, sigh), e mille altri di cui ora, nel sonno, mi dimentico il nome. La lista si amplierà presto, spero.
Mi risulta difficile, però, imaginare qualcuno che possa prendere il primo posto. Perchè è difficile immaginare qualcosa di più emozionante della voce incerta di Thom che intona, a cappella, queste parole:

And for a minute there, I lost myself, I lost myself
And for a minute there, I lost myself, I lost myself

05 novembre 2006

Esecuzione Capitale

Un altro delitto nel nome della giustizia.

Nel 2006.

Blackout

Pare che stanotte l'intera Europa continentale abbia rischiato un blackout generale di proporzioni epiche, sfiorato ed evitato infine soltanto all'ultimo; è mancata la luce soltanto per alcuni minuti in qualche zona della Francia e in Germania, niente di simile al disastro che poteva verificarsi.
Vengono in mente mille ricordi del blackout italiano, quello di tre anni fa. Viene in mente la notte bianca traformata in notte nera, le luci sul lungotevere e il rumore assordante e poi, improvvisamente, il buio, i clacson delle macchine, l'iniziale spavento, i commenti sulla città che non reggeva il colpo della notte bianca (e chi sapeva, allora, che era un roba nazionale?), e poi tutta la notte, bianca comunque per noi impavidi animali notturni, passata in casa a giocare a chissacchè perchè fuori oltre ad essere tutto buio pioveva pure, le telefonate notturne, le candele, lo stupido esorcismo fatto a un criceto spaventato, le corse, la radio a pile che dava inesorabilmente quel tiepido suono di rumore bianco e niente più, chi può trasmettere in radio senza corrente?, le preoccupazioni e il divertimento e le macchine in giro con i loro fari, ancora più gialli nel contrasto con la città blunotte.
Tre anni fa, cazzo. Fottuti ricordi.

I Muse avevano pubblicato Absolution da una settimana e un giorno esatti, quella notte.
E Absolution era fisso nel mio lettore cd, nella mia mente, e nelle mie parole.
In Absolution c'è una canzone bellissima, e troppo poco conosciuta.

La canzone, si chiama Blackout.
Musica.

don't kid yourself
and don't fool yourself
this love's too good to last
and i'm too old to dream

don't grow up too fast
and don't embrace the past
this life's too good to last
and i'm too young to care

04 novembre 2006

The battle is lost, with all these things that I 've done

This river is wild, cantano i Killers con la loro voce straziante, e a noi sembra che abbiano capito tutto, che non ci sia niente da fare, che tanto arriva prima o poi questo fottuto giorno. A noi sembra che sia tutto così casuale, che le cose partano senza meta e senza scopo, senza mittente e senza destinatario, trascinate dalla corrente di un fiume in piena, selvaggio, profetico nel suo procedere incerto. A noi sembra che costruire serva davvero a poco, in un mondo dove distruggere ripaga molto di più. A noi sembra che la mattina coincida sempre più con il momento in cui l'attesa della sera è più lungo, a noi sembra che il freddo sia una prova divina, il prossimo livello sarà il più difficile, e dietro l'angolo ci aspetta il boss finale. A noi sembra che aspettare non sia più niente di male, che il tempo sia fatto di pezzi sparsi come Lego, con le istruzioni passo passo, se ti impegni alla fine viene fuori un castello. A noi sembra che il semaforo quando è rosso è più delicato. A noi sembra che abbiamo usato troppi guanti, e che le dita dovrebbero essere scoperte quando premono il grilletto, perchè ci siamo rotti di nasconderci in una guainetta dimagrante, 'chè tanto prima o poi il grasso cola fuori e si vede ugualmente. A noi sembra che l'amore non sia per niente vero, e il giorno dopo ci sembra che l'amore sia la cosa più vera al mondo, e il giorno dopo siamo contenti di non capirci un cazzo, tanto chi capisce di solito viene eliminato per primo. A noi sembra che la differenza tra essere forti ed essere stanchi, oggi, sia sempre più sottile, con quel nostro modo di chiudere gli occhi davanti al pianto e chiudere le orecchie davanti al grido. A noi sembra che svegliarci presto non sia un grande guadagno, a noi sembra che parlare di guerra sia diventato banale come parlare di moda, a noi non piacciono i pantaloni mimetici e le giacche militari. A noi sembra che avere potere oggi sia più difficile che mai, perchè gestire un fiume in piena è difficile, se vedi il mondo dagli occhi di un castoro. A noi sembra che ci diciamo troppe poche cose, a noi sembra che ascoltiamo troppa poca musica, a noi sembra che guardiamo troppi pochi film, a noi sembra che abbiamo troppo poco tempo da perdere e troppo poco spazio per stenderci per terra a guardare in alto. A noi sembra che le speranze siano sempre più realistiche, e questa cosa non ci piace, a noi infatti sembra giusto avere sogni più grandi di noi, finchè saranno ancora gratuiti. A noi sembra strano questo ostinarsi a vivere, e questa ricerca del sacro ci sembra inutile e controproducente, a noi sembra che dietro un cuore ci sia soltanto sangue. A noi sembra assurdo dover registrare tutto, noi non vogliamo salvare tutto in una cartella sul desktop, a noi sembra bello non avere il copia e incolla, questo è nostro e questo è tuo, se lo vuoi perchè non chiedi. A noi sembra sempre più difficile trovare qualcosa di buono, nel piatto il cibo cambia nome, cambia sapore, cambia contenuto, ma mantiene lo stesso ricordo di sempre.
A noi sembra bellissimo avere i brividi dal freddo, di sabato mattina.
Perchè qualcuno, camminando, sentirà il battere dei denti. E si fermerà ad ascoltare.

03 novembre 2006

U2 and Green Day - The Saints Are Coming (an inconvenient truth)

"Please watch this video on YouTube.com", recita lo schermo qui sotto.
E' probabile.


E' probabile che questo video rimanga su YouTube pochissimo.
E' probabile che questo video, nato in origine per accompagnare la canzone degli U2 con i Green Day, e sostituito poi da un innocuo montaggio di immagini del supergruppo live, venga cancellato definitivamente.
E' probabile che la gente non venga mai a sapere la verità su New Orleans; perchè la musica non può cambiare le cose, la musica non può fare niente, le star si fanno solo pubblicità, no?
Tutto questo è probabile. Ma noi lo vogliamo vedere lo stesso.
Perchè questo video ci aiuta a capire.

02 novembre 2006

Twelve Pikachu on a dead man’s chest, yo oh oh and a bottle of rum.

Quando la tristezza ti coglie impreparato non c'è niente da fare, devi stare lì e subire. E' una legge fisica imprescindibile: qualsiasi cosa tu faccia per farla passare, lei aumenterà, inesorabilmente .
L'unico rimedio accertato fin'ora, (leggere il foglietto illustrativo consultare il medico e non somministrare ai bambini sotto i dodici anni), consiste nel lobotomizzarsi un po' davanti alla macchina infernale alias la TV. E non c'è niente di meglio, in questo, che guardare gli European Music Awards su MTV.
Se il titolo può trarre in inganno, una rapida visione dello spettacolo farà capire che il Vecchio Continente, qui, c'entra davvero poco. America, America (god shed his grace on thee) è la parola giusta per descrivere 'sta roba qui. E' tutto intriso di americanità, di divismo, di autocelebrazione e di spettacoli in grande. Chiunque diventa una star di altissimo livello, le urla e le grida degli adolescenti in calore che formano il pubblico ricoprono con lo stesso entusiasmo Kelis, Borat o Timbaland. Ogni cosa è perfettamente calcolata, gli show sono gestiti fin nell'ultimo dettaglio, Justin Timberlake presenta, anzi sarebbe meglio dire recita come un bambino di otto anni, e la cosa piace a tutti. Me compreso.
La tristezza è un brutto affare.

Maybe Brandon and Matt will save us all.
Sigh.

...and touch the flame

Oggi non sono in vena di chiacchiere. Nè di scelte troppo difficili.
Oggi sono in vena di mettere una delle tre più belle canzoni mai scritte nel mondo, ed ascoltarla.


I want to run
I want to hide
I want to tear down the walls
That hold me inside
I want to reach out
And touch the flame
Where the streets have no name

I want to feel sunlight on my face
I see the dust cloud disappear
Without a trace
I want to take shelter from the poison rain
Where the streets have no name

Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do

The city's aflood
And our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Trampled in dust
I'll show you a place
High on a desert plain
Where the streets have no name

Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do
Our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, and I see love
See our love turn to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, when I go there
I go there with you
It's all I can do

01 novembre 2006

I've been looking so long at these pictures of you

Ultimamente mi diverto a ripescare dai misteriosi anfratti di casa mia alcuni pacchi di vecchie foto, immagini antiche, di quelle che non guardi mai, se non quando viene la cugina di tuo padre che non vedi da dodici anni, o quando ci butti l'occhio sopra tra un'imprecazione e l'altra mentre cerchi un paio di Levi's che chissà dove sono finiti.
La mia capacità di rendere brutta una foto è leggendaria. Sia che io sia il soggetto, sia che sia colui che la scatta, l'immagine in questione assume di solito sembianze mostruose, adatte più a una serata dark che a un'amena rimpatriata di parenti. Non posso dire di essere fotogenico, no. Anzi, vi dirò di più: in foto faccio proprio cagare, è inutile. L'esoterico meccanismo per cui la pellicola mi riproduce in condizioni pietose non finirà mai di affascinarmi, tant'è che continuo a farmi fotografare, e a scatenare in questo modo la gioviale ilarità di tutti i presenti, me compreso. Dall'altro lato della macchinetta la situazione non è migliore, del resto. Non aiutato dal mio morbo di Parkinson, ormai giunto a livelli preoccupanti. Non aiutato dai quattro o cinque caffè al giorno. Non aiutato dalla mia proverbiale impazienza. Non aiutato infine da 'sto cazzo che mi ritrovo al posto di quel minimo di sensibilità artistica che si richiede in questi casi, sarei in grado di rendere orribile anche una foto scattata alla Monument Valley. Immaginate quindi cosa viene fuori dagli stupidi scatti fatti agli amici.
Tutto questo, paradossalmente, si unisce a un mio particolare amore per la fotografia. Non solo per quella d'autore (soprattutto pop, però: LaChapelle insegna), ma anche per quella amatoriale, per le foto delle vacanze, per i ritratti tutti uguali degli amici e dei nemici. Non mi annoiano i fatidici incontri settembrini in cui il gruppo di amici srotola davanti ai tuoi occhi pacchi e pacchi di rullini, tutti meticolosamente sviluppati e catalogati in eleganti raccoglitori con dei fiori in copertina. Non mi stressano i pomeriggi passati a guardare Rimini, la Sardegna, Londra, o New York ("Quanti cazzo di amici ricchi c'hai", mi direte? Falso, la frase giusta dovrebbe essere: "Quanto cazzo rosichi, dopo ogni estate?", ma comunque...).
Scattare una fotografia non ha niente di mistico, in my opinion. Nessun "hai colto l'anima del soggetto", nè tantomeno "hai incastrato su carta le sue emozioni". Semplicemente: aiuta a ripensare, e non è tanto il ricordo la cosa importante, quanto più il rivivere per un momento solo quella situazione, esserne partecipi. Ed è una partecipazione così intima che solo l'immagine può darti, nessun film può riuscire nello stesso, con quel tripudio di movimento, con tutta quell'imposizione costruita di rumori e suoni, con quei dialoghi, cazzo. Una foto basta, avanza, anzi è molto di più.
Vi lascio, dopo questo post dalla dubbia utilità. Ma sapete, il tempo è triste, la mente deve essere almeno un po' allegra, per contrastar lo schifo, no?

Foto!

Bones

The Killers.
Tim Burton.

Mixed Up.

30 ottobre 2006

Disordinaria Follia






It's only water and sand. :-)

29 ottobre 2006

Gli stronzi

La stronzaggine della gente continua a sorprendermi. Non riesco ad abituarmici, è più forte di me.
Troppe volte nella vita mi è stato privato il giusto diritto di dire i miei cazzi a coloro a cui volevo dirli, e troppe volte mi è stato tolto il diritto ancora più giusto di non dirli a coloro a cui non volevo dirli.

La cosa paradossale, che dovrebbe farmi riflettere, è che quello che è un pezzo di merda, quello che si sente in colpa, quello che sta male in tutte queste situazioni: sono sempre io.

Mi prendo, almeno qui, nel mio spazio, la libertà di rivelarvi che ho passato troppo tempo e che ho dato troppe cose a persone che non si meritavano nè l'uno, nè tantomeno le altre.

Non voglio fare il segarolo adolescente turbato che urla al mondo "odio l'ipocrisia, e odio gli ipocriti" quando nemmeno sa cosa vogliono dire queste parole. Io lo so bene, l'ho sperimentato addosso a me, ma non lo urlerò ugualmente. Be original, almeno.
Voglio semplicemente chiedermi perchè continuo a dare così tanto. Ho passato la vita a fare cose pensando alle conseguenze che queste avrebbero avuto sugli altri; mi sono impegnato per questo, cazzo. Non ho mai lontanamente pensato che fare del male a qualcuno, anche quando questo avrebbe fatto del bene a qualcun'altro, potesse essere la soluzione giusta. E ogni volta ho verificato di persona che gli altri non fanno così, che se ne sbattono, che passano sopra a tutto e tutti, con naturalezza: sembra stiano pattinando sul ghiaccio, e invece stanno smerdandoti in pubblico.
Evidentemente sono strano, in questo. Evidentemente mi sbaglio. Perchè io non ho mai ragione.

Gli stronzi, hanno sempre ragione.

No?

POP FACTS

tre cose.

1. Il nuovo video di Justin Timberlake è l'apoteosi del pop. Quanto di meglio sia stato costruito negli ultimi tempi, cose che non si vedevano da anni, stiamo parlando di roba che scotta, ai livelli di qualche antichità di mostri sacri come robbie, madonna, britney o gente così.

2. Non dico che desidererei che i Darkness non fossero mai esistiti. Per carità, liberissimi di vivere. Dico che mi piacerebbe aver almeno ignorato la loro esistenza.

3. Robbie non ci piace, così. Cos'è 'sta roba che canti, dov'è finita quella stupenda verve da anfetamine che ti contraddistingueva? Drogati di più: le cose vengon più facili, poi.

Empire Strikes Again

Sono quasi le quattro di notte (anche se il mio stupido orologio del computer si ostina a dire che sono le tre... Non ha capito che io l'ora la sposto il lunedì, così dormo un'ora in più quando devo svegliarmi presto? A cosa serve dormire un'ora in più di domenica? Mah...), e mi avvicino con speranza al mio letto: ma prima di andare a dormire non posso non deliziare me e voi con questa roba, che mi tortura la mente e le orecchie da tutto il giorno senza lasciarmi un attimo di tregua. Così ho deciso di pubblicarla qui, sperando che elevandola a canzone-post, la roba si stufi di importunare me e magari inizi a importunare qualcuno di voi.
Eccola, nella sua splendida magnificenza da pop-che-è-finto-rock.


Empire - Kasabian
Too much information
Well I said you're good for nothing
Come on to the back
I said your needles count for something
Guess I'd better sell you now
Guess I'll bet I'll be around

Singing for your questions
But you've stolen all of my answers
Too much entertainment drove
and thats not all the colour
Tell me that you've seen a ghost
I'll tell you what to fear the most

Stop!
I said it's happening again!
We're all wasting away!
We're all wasting away!

Too much information
Well I said you're good for nothing
Stitch your part of counterfeit
I said you are far out here
Taking at the roads
Where you're taken for the simple codes

Swimming with the fishes
While the serpent waves his tongue
With a belly full of splinters
Now you see that I'm the one
Tell me that you've seen a ghost
I'll tell you what to fear the most

28 ottobre 2006

I need direction to perfection no no no no

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer.

(Yeah, you know you got to help me out)


ps. Stamattina mi sono svegliato così: con un desiderio pazzesco di perfezione.

Con una voglia incredibile di normalità.

Dimenticare è contagioso

27 ottobre 2006

Breve compendio sulla bontà e la gentilezza, e sugli infiniti modi in cui esse sono in grado di svelare nel profondo i più nascosti desideri dell'uomo

bon|
s.f.inv.

1a l’esser buono; qualità di chi cerca di procurare il bene degli altri
1b benevolenza; gentilezza, cortesia
1c atto gentile, buona azione


Essere buoni è una cosa stupenda, dicono tutti.
Guarda Gandhi, guarda Madre Teresa. Guarda Luther King. Fanno sempre questi tre esempi qui, poi ci pensano un po' su, sembra ne abbiano un altro sulla punta della lingua. Alcuni accennano qualche nome così, chi dice mia madre, chi dice il mio ragazzo, chi Topolino. Altri, i più, se ne vanno; sembrano soddisfatti così. E sull'altro fronte, per la cattiveria, invece, cosa dicono? Hitler, Attila, Nerone, Manson, Unabomber, Bossi, Bin Laden, Mussolini, Franco, la Franzoni, e mille altri. Un marasma di nomi, di conseguenze atroci, di bombe, di morti, di sofferenza: e sono, ognuno di questi, sulla bocca di tutti. Pare proprio sia così: per diventare famosi è più facile, la via della cattiveria.
Essere buoni è una cosa stupenda comunque, ribattono in molti.
Gli altri ti stimano, ti apprezzano, seguono i tuoi consigli e tentano di imitare i tuoi comportamenti. Guarda Gandhi, continuano, sempre lui; li capisco, sono a corto di nomi. E io guardo Gandhi, su Wikipedia, con innocenza. Leggo questo: "Gandhi
fu assassinato a Birla, presso Nuova Delhi, il 30 gennaio del 1948."Caspita che strano modo, di apprezzare una persona; comincerò anch'io a sparare alle persone che stimo, allora. Assassinato, eh?
Essere buoni è una cosa stupenda lo stesso, continuano alcuni.
Ti fa stare bene con la coscienza; vedi tutto in un'altra ottica, ogni cosa è più dolce, sembra scivolarti addosso come una piuma nella sabbia. Mi aspetto mi tirino fuori Gandhi di nuovo, invece è finita così, 'stavolta è stata breve. Eppure io mi guardo intorno, vedo che i buoni soffrono, i buoni subiscono, i buoni imparano a starsi zitti, ad ascoltare senza ribattere. Vedo che la vita è più dolce se hai soldi, vedo che l'arroganza ti fa guadagnare un posto in prima fila, che le urla fanno abbassare le teste degli altri, allargando il panorama, davanti a te. Vedo che l'intelligenza porta i suoi frutti solo quando è usata immoralmente, ingiustamente, senza scrupoli. Vedo tutto questo, non in televisione, ma intorno a me, ogni giorno.
Essere buoni è una cosa stupenda sempre e comunque, si ostinano in pochi.
Ti fa smettere di litigare, ti fa ricominciare a parlare a bassa voce. Eppure le persone litigano anche con i buoni, anzi, si ostinano ancora di più, con loro; perchè non ricevono risposta. Si infuriano, montano di rabbia, pretendono un litigio che non avverrà mai, perchè uno che è buono rimane buono per sempre, e niente lo potrà cambiare mai. La bontà è una condizione umana difficile da estirpare. Una maledizione difficile da evitare.

Essere buoni è una cosa stupenda, dice una persona sola, infine.
Lì dietro, con le sopracciglia corrugate, come in due abbozzi di punti interrogativi.
Si alza in piedi e continua, forse è l'ultima cosa che dirà, ad alta voce. Forse non parlerà mai più, sovrastato dalle parole degli altri, occluso dalle emozioni della massa.
Dice:
Essere buoni è una cosa stupenda, e basta.

Perchè anche dopo tutto questo, anche dopo tutta la sofferenza del mondo, anche dopo uno schiaffo, dopo un dolore atroce, anche dopo questo, la bontà ti fa sorridere.

Quando gli altri, invece, piangerebbero.

26 ottobre 2006

The better today

In the cold light of morning, while everyone is yawning, you're high.

Mattina di una giornata qualunque. Anzi, neanche tanto qualunque: di quei giorni pieni di stress, e roba simile. Ma tu apri gli occhi e non sai perchè, ma sei felice.
Sono fottutamente impazzito: vedo cose che non ci stanno, allucinatory dreams, soprattutto questa marcia di persone assurde che avanza verso di me, ma perchè dovrebbe esserci una cosa del genere, io sono in camera mia, è mattina, e non ho la febbre, eppure c'è, è un gruppo immenso, sono tantissimi, c'è di tutto lì in mezzo, e marciano al ritmo dei Sigur Ros, Untitled nr. 4, riconosco per primo Chris Martin in mezzo alla calca, come al solito parla del mondo e dei mondi, accanto a lui vedo Scarlett Joahnssonn che lo ascolta , ma cosa ci farà mai Scarlett vicino a Chris, poi ecco, lì vicino, quella mia compagna delle medie simpaticissima, come si chiamava cazzo, ma mi sta salutando, sì, saluta proprio me, guardala, fuma, se penso che l'ultima volta che l'ho vista mangiava i flauti mulino bianco, cavolo quanto tempo, ma subito accanto al ei, cos'è quella roba informe che ha addosso, ma certo come ho fatto a non riconoscerlo, è Chopin, poverino in fatto di abbigliamento è rimasto un po' indietro, ma non ci formalizziamo, perchè anche lui mi saluta, cazzo, Chopin mi saluta, e accanto a lui vedo un animato Philip Glass, sembrano discutere, i due, capisci, Chopin e Glass che discutono, sento Glass dire "tu sei stato l'ultimo", e a me sembra tutto il massimo, se non fosse che dietro ai due riconosco tutte le persone che conosco all'università, che mi sorridono, ma 'cazzo vi ridete anche voi, io sono in camera e mi sta succedendo questo, e voi ridete?, guarda te, e lì in mezzo tutti i miei amici, i miei nemici, tutti gli innamoramenti, gli odii, ci sono proprio tutti, se non fosse che finisce la marcia di sottofondo e sento gli applausi di tutti, mi giro e vedo che i Sigur Ros stanno per davvero lì a suonare, non era registrato, proprio sopra c'è un maxischermo con una partita dell'italia, ma a nessuno frega niente, vogliono tutti ascoltare i Sigur Ros, e io mi sento compreso, e ultimamente è così difficile sentirsi capiti, ed ecco che mi si avvicina uno, mi vuole parlare, e sarebbe tutto normale se non fosse che è Giulio Cesare, proprio con la toga, sì, con la toga cazzo, e si giustifica, sa che io l'ho sempre odiato, che secondo me è il primo vero tiranno della storia, ma lui si giustifica con me, si scusa per il male che ha fatto al pianeta, mi sembra un tesserato di GreenPeace, e la cosa sorprendente è che in tutto questo marasma io non mi scompongo, non mi sconvolgo, è tutto normale, anche Jude Law in lontananza è normale, lo becco che palpa le chiappe alla donna delle pulizie, recidivo il tipetto eh?, e poi quel pianista bravissimo del conservatorio, che però era così odioso, e Britney Spears, lei proprio non la capisco, se posso dire di aver capito gli altri, beh, lei non la capisco davvero, e alla fine dietro a tutti vedo un piccolo gruppo distaccato di gente, sono i più importanti, credo, vedo Thom Yorke, e anche mio fratello, le mie sorelle, i miei migliori amici, i miei preferiti del mondo, ci sono tutti, tutte le persone che amo, che apprezzo, che desidero, che stimo, e vedo che il piccolo gruppo non è così piccolo, perchè in fondo sono una persona positiva, che vede il giusto nel giusto, e il bello nel bello, e cazzo di bello ce n'è a non finire, e lì in mezzo sento qualcuno che canta, non capisco chi è, in realtà non è nessuno e sono tutti, ma lo sento, è una canzone bellissima.
E' una canzone d'amore.
Basta così.