Assurdo che debba scrivere il mio 500esimo post proprio su di te. Quale augurio più strano, quale momento più opportuno? Sembra tutto organizzato, ed invece non c'è niente dietro, nessuna premeditazione, nessun tentato omicidio.
Un momento per riflettere e vengono fuori alcuni pensieri sempreverdi. In fin dei conti, mi chiedo, cos'è tutto questo amore? E' quella sensazione che stringe il petto e blocca la saliva nel palato? E' quel pensiero costante che ti gira in testa da mattina a sera? E' quello sguardo che non riesci a scollarti dagli occhi, quei capelli, quelle pupille, quel giallo insistente? E' quel sentimento, lo chiamano così, sentimento, che ti spinge a fare cose sempre più folli senza nemmeno sapere il perchè?
Non so nè mi interessa: so che è bello provarlo, ed è bello provarlo per te, anche ora che parti e non torni mai più. Mi hai detto "mica muoio" ma per me già stai morendo, e che riesca a dirti questo è un bene per noi, più grande che riuscire a donare la vita. Non lo sentivo da tanto e mi piace, mi riscalda anche quando ho freddo: ed anche questo mi piace. Certo, dovrò sopportare un po' di tristezza: ma sono pronto; sono pronto a tutto in questi campi, non c'è bisogno di preoccuparsi per me. Ricorderò questo legame (che ci unirà per sempre, sappilo: non si scherza con le somiglianze), ricorderò il mio sapere dove stavi e il tuo sapere come stavo, il mio proporti dove andare e il tuo propormi di non farlo. Ricorderò quei pochi sorrisi ("Che begli occhi che hai" - sorriso), e ricorderò quel dono fatto senza pensare, sempre più giusto, ora, tra le tue mani. Comprenderò le tue ragioni, escluderò le mie rabbie, coprirò le mie vergogne, supererò le mie paure, esclamerò le mie parole senza più tenermi niente.
Grazie a te sono più grande, in uno spazio più minuto.
Ti amo.
s.
01 settembre 2007
30 agosto 2007
Entropia.
Di sani e normali ne ho piene le palle, mi mancano menti malate; non dondolo. E dando le spalle a chi cura ti fisso (se sei solitario e distratto). Mi avvolgo in pensieri impazienti e di sensi ricolmo il cervello e la pelle. La scienza dei cerchi di sfere e di rette mi arreca un sorriso mi rende più grande nel dirti sicuro che non fa per me: so parlarti dell'altro e dell'immaginato. Alle sue geometrie preferisco la storia che è fatta dai pazzi e da zozzi rimpasti, non temo chi è falso o chi è frutto del fatuo, anzi! spesso mi affascina la fantasia; sono figlio di fragili appigli nel regno dei sogni: la veglia mi abbaglia, non passa un istante non perdo un secondo a contare a sommare a cercare i prodotti. Non riesco a dividere se poi non c'è un resto, 'chè quel che rimane mi brucia e sorprende; mi nausea pulire tanto poi si risporca, mi annoia lavare o rimettere a posto. Gli oggetti del resto dovrebbero stare lì dov'è più facile andarci a inciampare perciò lascio giù attento a non scivolarci; mi eccita accingermi a racimolarli (ma solo sapendo che poi cederanno di nuovo). Non cresco in altezza ma per diagonale poi curvo le braccia a formare trapezi ed incastro le dita a racchiudere il cuore, prezioso lo stringo per starti più accanto. Se vedo del chiaro è per via del disordine, te come me sei nel non parallelo. Per questo, laggiù, ci incontriamo di nuovo.
29 agosto 2007
That's what computers have become - Part 2
27 agosto 2007
IAMX - President
Come un fulmine ecco IAMX che casca sulla terra e nella mia stanza, rivelandosi esattamente ciò di cui avevo bisogno in questi giorni di follia. Mi muovo così, anche io, come il presidente di una gabbia di pazzi: ritrovatemi la strada, please. Io l'ho persa definitivamente. What a wonderful life!
Szymborska Wislawa
Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
in qualche porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando una risata
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volò via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
[Il vento, questi giorni, soffia così forte sul mio libro degli eventi..]
che un sentimento improvviso li unì.
E' bella una tale certezza
ma l'incertezza è più bella.
Non conoscendosi, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da tempo potevano incrociarsi?
Vorrei chiedere loro
se non ricordano -
una volta un faccia a faccia
in qualche porta girevole?
uno "scusi" nella ressa?
un "ha sbagliato numero" nella cornetta?
- ma conosco la risposta.
No, non ricordano.
Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio tempo
il caso stava giocando con loro.
Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava, li allontanava,
gli tagliava la strada
e soffocando una risata
si scansava con un salto.
Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.
Forse tre anni fa
o lo scorso martedì
una fogliolina volò via
da una spalla a un'altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto.
Chissà, era forse la palla
tra i cespugli dell'infanzia?
Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava sopra un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte forse, lo stesso sogno,
subito confuso al risveglio.
Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.
[Il vento, questi giorni, soffia così forte sul mio libro degli eventi..]
26 agosto 2007
Makes all your dreams come true.
Oh! It seems so strange to me not to be free.
What's your name, my love?
Life is like movies?
Era tanto che non parlavo di cinema, tantissimo. Il fatto è che ultimamente non ho visto roba normale, ma soltanto negli estremi, mi son passati davanti agli occhi film appartenenti strettamente a due categorie opposte, per entrambe le quali mi è impossibile formulare recensioni. La prima, ovviamente, è quella del puttan-film, alla Transformers o Harry Potter per fare qualche esempio: pellicole magari anche estremamente piacevoli, di puro intrattenimento, ma sulle quali è arduo trovar parole o formular giudizi che non sfocino nella banalità. E sulle quali quindi mi sono rifiutato di scrivere di più.
La seconda tipologia, però, è quella che preferisco, ed è formata da una triade così unica e perfetta da sembrare fatta apposta; raramente, infatti, mi era capitato di vivere così intensamente tre situazioni affascinanti, piene e malinconiche come quelle descritte nelle storie qui in questione. Le Vite degli Altri, Quattro Minuti e XXY sono splendidicapolavori che ognuno di noi dovrebbe rivedere un po' di volte, anche solo al puro scopo di imparare. Così diversi nei temi trattati, ma così uguali nel modo delicato e speciale in cui riescono a far ingoiare situazioni sconvolgenti, questi tre prodotti dell'arte vanno a mettersi in una categoria che avevo dimenticato e per cui non trovo neanche un nome; si rivelano, infine, i degni successori di quel Mare Dentro che mi aveva fatto tanto piangere ormai un po' di anni fa e che si è conquistato un posto nella top ten dei film da me più amati nella storia. Non saprei che consigliarvi, non ce n'è uno più bello o più importante: sono storie che si devono sapere, senza se e senza ma; ti rivelano realtà dimenticate e chiariscono significati veri a quelle parole di cui sappiamo solo il nome e l'etichetta: tolleranza, regime, guerra, rarità, perfezione, bellezza, musica, sesso, giustizia. Che disgrazia non aver saputo prima!
Nel frattempo ci aspettiamo qualche film un po' più normale, per tentare di scrivere qualche recensione che sia tale: già lo so, l'inverno sembra promettente. Per voi i consigli son qua sotto. C'è un po' di mio cuore, sparso tra queste locandine.
La seconda tipologia, però, è quella che preferisco, ed è formata da una triade così unica e perfetta da sembrare fatta apposta; raramente, infatti, mi era capitato di vivere così intensamente tre situazioni affascinanti, piene e malinconiche come quelle descritte nelle storie qui in questione. Le Vite degli Altri, Quattro Minuti e XXY sono splendidicapolavori che ognuno di noi dovrebbe rivedere un po' di volte, anche solo al puro scopo di imparare. Così diversi nei temi trattati, ma così uguali nel modo delicato e speciale in cui riescono a far ingoiare situazioni sconvolgenti, questi tre prodotti dell'arte vanno a mettersi in una categoria che avevo dimenticato e per cui non trovo neanche un nome; si rivelano, infine, i degni successori di quel Mare Dentro che mi aveva fatto tanto piangere ormai un po' di anni fa e che si è conquistato un posto nella top ten dei film da me più amati nella storia. Non saprei che consigliarvi, non ce n'è uno più bello o più importante: sono storie che si devono sapere, senza se e senza ma; ti rivelano realtà dimenticate e chiariscono significati veri a quelle parole di cui sappiamo solo il nome e l'etichetta: tolleranza, regime, guerra, rarità, perfezione, bellezza, musica, sesso, giustizia. Che disgrazia non aver saputo prima!
Nel frattempo ci aspettiamo qualche film un po' più normale, per tentare di scrivere qualche recensione che sia tale: già lo so, l'inverno sembra promettente. Per voi i consigli son qua sotto. C'è un po' di mio cuore, sparso tra queste locandine.
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