This river is wild, cantano i Killers con la loro voce straziante, e a noi sembra che abbiano capito tutto, che non ci sia niente da fare, che tanto arriva prima o poi questo fottuto giorno. A noi sembra che sia tutto così casuale, che le cose partano senza meta e senza scopo, senza mittente e senza destinatario, trascinate dalla corrente di un fiume in piena, selvaggio, profetico nel suo procedere incerto. A noi sembra che costruire serva davvero a poco, in un mondo dove distruggere ripaga molto di più. A noi sembra che la mattina coincida sempre più con il momento in cui l'attesa della sera è più lungo, a noi sembra che il freddo sia una prova divina, il prossimo livello sarà il più difficile, e dietro l'angolo ci aspetta il boss finale. A noi sembra che aspettare non sia più niente di male, che il tempo sia fatto di pezzi sparsi come Lego, con le istruzioni passo passo, se ti impegni alla fine viene fuori un castello. A noi sembra che il semaforo quando è rosso è più delicato. A noi sembra che abbiamo usato troppi guanti, e che le dita dovrebbero essere scoperte quando premono il grilletto, perchè ci siamo rotti di nasconderci in una guainetta dimagrante, 'chè tanto prima o poi il grasso cola fuori e si vede ugualmente. A noi sembra che l'amore non sia per niente vero, e il giorno dopo ci sembra che l'amore sia la cosa più vera al mondo, e il giorno dopo siamo contenti di non capirci un cazzo, tanto chi capisce di solito viene eliminato per primo. A noi sembra che la differenza tra essere forti ed essere stanchi, oggi, sia sempre più sottile, con quel nostro modo di chiudere gli occhi davanti al pianto e chiudere le orecchie davanti al grido. A noi sembra che svegliarci presto non sia un grande guadagno, a noi sembra che parlare di guerra sia diventato banale come parlare di moda, a noi non piacciono i pantaloni mimetici e le giacche militari. A noi sembra che avere potere oggi sia più difficile che mai, perchè gestire un fiume in piena è difficile, se vedi il mondo dagli occhi di un castoro. A noi sembra che ci diciamo troppe poche cose, a noi sembra che ascoltiamo troppa poca musica, a noi sembra che guardiamo troppi pochi film, a noi sembra che abbiamo troppo poco tempo da perdere e troppo poco spazio per stenderci per terra a guardare in alto. A noi sembra che le speranze siano sempre più realistiche, e questa cosa non ci piace, a noi infatti sembra giusto avere sogni più grandi di noi, finchè saranno ancora gratuiti. A noi sembra strano questo ostinarsi a vivere, e questa ricerca del sacro ci sembra inutile e controproducente, a noi sembra che dietro un cuore ci sia soltanto sangue. A noi sembra assurdo dover registrare tutto, noi non vogliamo salvare tutto in una cartella sul desktop, a noi sembra bello non avere il copia e incolla, questo è nostro e questo è tuo, se lo vuoi perchè non chiedi. A noi sembra sempre più difficile trovare qualcosa di buono, nel piatto il cibo cambia nome, cambia sapore, cambia contenuto, ma mantiene lo stesso ricordo di sempre.
A noi sembra bellissimo avere i brividi dal freddo, di sabato mattina.
Perchè qualcuno, camminando, sentirà il battere dei denti. E si fermerà ad ascoltare.
04 novembre 2006
03 novembre 2006
U2 and Green Day - The Saints Are Coming (an inconvenient truth)
"Please watch this video on YouTube.com", recita lo schermo qui sotto.
E' probabile.
E' probabile.
E' probabile che questo video rimanga su YouTube pochissimo.
E' probabile che questo video, nato in origine per accompagnare la canzone degli U2 con i Green Day, e sostituito poi da un innocuo montaggio di immagini del supergruppo live, venga cancellato definitivamente.
E' probabile che la gente non venga mai a sapere la verità su New Orleans; perchè la musica non può cambiare le cose, la musica non può fare niente, le star si fanno solo pubblicità, no?
Tutto questo è probabile. Ma noi lo vogliamo vedere lo stesso.
Perchè questo video ci aiuta a capire.
02 novembre 2006
Twelve Pikachu on a dead man’s chest, yo oh oh and a bottle of rum.
Quando la tristezza ti coglie impreparato non c'è niente da fare, devi stare lì e subire. E' una legge fisica imprescindibile: qualsiasi cosa tu faccia per farla passare, lei aumenterà, inesorabilmente .
L'unico rimedio accertato fin'ora, (leggere il foglietto illustrativo consultare il medico e non somministrare ai bambini sotto i dodici anni), consiste nel lobotomizzarsi un po' davanti alla macchina infernale alias la TV. E non c'è niente di meglio, in questo, che guardare gli European Music Awards su MTV.
Se il titolo può trarre in inganno, una rapida visione dello spettacolo farà capire che il Vecchio Continente, qui, c'entra davvero poco. America, America (god shed his grace on thee) è la parola giusta per descrivere 'sta roba qui. E' tutto intriso di americanità, di divismo, di autocelebrazione e di spettacoli in grande. Chiunque diventa una star di altissimo livello, le urla e le grida degli adolescenti in calore che formano il pubblico ricoprono con lo stesso entusiasmo Kelis, Borat o Timbaland. Ogni cosa è perfettamente calcolata, gli show sono gestiti fin nell'ultimo dettaglio, Justin Timberlake presenta, anzi sarebbe meglio dire recita come un bambino di otto anni, e la cosa piace a tutti. Me compreso.
La tristezza è un brutto affare.
Maybe Brandon and Matt will save us all.
Sigh.
L'unico rimedio accertato fin'ora, (leggere il foglietto illustrativo consultare il medico e non somministrare ai bambini sotto i dodici anni), consiste nel lobotomizzarsi un po' davanti alla macchina infernale alias la TV. E non c'è niente di meglio, in questo, che guardare gli European Music Awards su MTV.
Se il titolo può trarre in inganno, una rapida visione dello spettacolo farà capire che il Vecchio Continente, qui, c'entra davvero poco. America, America (god shed his grace on thee) è la parola giusta per descrivere 'sta roba qui. E' tutto intriso di americanità, di divismo, di autocelebrazione e di spettacoli in grande. Chiunque diventa una star di altissimo livello, le urla e le grida degli adolescenti in calore che formano il pubblico ricoprono con lo stesso entusiasmo Kelis, Borat o Timbaland. Ogni cosa è perfettamente calcolata, gli show sono gestiti fin nell'ultimo dettaglio, Justin Timberlake presenta, anzi sarebbe meglio dire recita come un bambino di otto anni, e la cosa piace a tutti. Me compreso.
La tristezza è un brutto affare.
Maybe Brandon and Matt will save us all.
Sigh.
...and touch the flame
Oggi non sono in vena di chiacchiere. Nè di scelte troppo difficili.
Oggi sono in vena di mettere una delle tre più belle canzoni mai scritte nel mondo, ed ascoltarla.
Oggi sono in vena di mettere una delle tre più belle canzoni mai scritte nel mondo, ed ascoltarla.
I want to run
I want to hide
I want to tear down the walls
That hold me inside
I want to reach out
And touch the flame
Where the streets have no name
I want to feel sunlight on my face
I see the dust cloud disappear
Without a trace
I want to take shelter from the poison rain
Where the streets have no name
Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do
The city's aflood
And our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Trampled in dust
I'll show you a place
High on a desert plain
Where the streets have no name
Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do
Our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, and I see love
See our love turn to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, when I go there
I go there with you
It's all I can do
I want to hide
I want to tear down the walls
That hold me inside
I want to reach out
And touch the flame
Where the streets have no name
I want to feel sunlight on my face
I see the dust cloud disappear
Without a trace
I want to take shelter from the poison rain
Where the streets have no name
Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do
The city's aflood
And our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Trampled in dust
I'll show you a place
High on a desert plain
Where the streets have no name
Where the streets have no name
Where the streets have no name
We're still building
Then burning down love
Burning down love
And when I go there
I go there with you
It's all I can do
Our love turns to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, and I see love
See our love turn to rust
We're beaten and blown by the wind
Blown by the wind
Oh, when I go there
I go there with you
It's all I can do
01 novembre 2006
I've been looking so long at these pictures of you
Ultimamente mi diverto a ripescare dai misteriosi anfratti di casa mia alcuni pacchi di vecchie foto, immagini antiche, di quelle che non guardi mai, se non quando viene la cugina di tuo padre che non vedi da dodici anni, o quando ci butti l'occhio sopra tra un'imprecazione e l'altra mentre cerchi un paio di Levi's che chissà dove sono finiti.
La mia capacità di rendere brutta una foto è leggendaria. Sia che io sia il soggetto, sia che sia colui che la scatta, l'immagine in questione assume di solito sembianze mostruose, adatte più a una serata dark che a un'amena rimpatriata di parenti. Non posso dire di essere fotogenico, no. Anzi, vi dirò di più: in foto faccio proprio cagare, è inutile. L'esoterico meccanismo per cui la pellicola mi riproduce in condizioni pietose non finirà mai di affascinarmi, tant'è che continuo a farmi fotografare, e a scatenare in questo modo la gioviale ilarità di tutti i presenti, me compreso. Dall'altro lato della macchinetta la situazione non è migliore, del resto. Non aiutato dal mio morbo di Parkinson, ormai giunto a livelli preoccupanti. Non aiutato dai quattro o cinque caffè al giorno. Non aiutato dalla mia proverbiale impazienza. Non aiutato infine da 'sto cazzo che mi ritrovo al posto di quel minimo di sensibilità artistica che si richiede in questi casi, sarei in grado di rendere orribile anche una foto scattata alla Monument Valley. Immaginate quindi cosa viene fuori dagli stupidi scatti fatti agli amici.
Tutto questo, paradossalmente, si unisce a un mio particolare amore per la fotografia. Non solo per quella d'autore (soprattutto pop, però: LaChapelle insegna), ma anche per quella amatoriale, per le foto delle vacanze, per i ritratti tutti uguali degli amici e dei nemici. Non mi annoiano i fatidici incontri settembrini in cui il gruppo di amici srotola davanti ai tuoi occhi pacchi e pacchi di rullini, tutti meticolosamente sviluppati e catalogati in eleganti raccoglitori con dei fiori in copertina. Non mi stressano i pomeriggi passati a guardare Rimini, la Sardegna, Londra, o New York ("Quanti cazzo di amici ricchi c'hai", mi direte? Falso, la frase giusta dovrebbe essere: "Quanto cazzo rosichi, dopo ogni estate?", ma comunque...).
Scattare una fotografia non ha niente di mistico, in my opinion. Nessun "hai colto l'anima del soggetto", nè tantomeno "hai incastrato su carta le sue emozioni". Semplicemente: aiuta a ripensare, e non è tanto il ricordo la cosa importante, quanto più il rivivere per un momento solo quella situazione, esserne partecipi. Ed è una partecipazione così intima che solo l'immagine può darti, nessun film può riuscire nello stesso, con quel tripudio di movimento, con tutta quell'imposizione costruita di rumori e suoni, con quei dialoghi, cazzo. Una foto basta, avanza, anzi è molto di più.
Vi lascio, dopo questo post dalla dubbia utilità. Ma sapete, il tempo è triste, la mente deve essere almeno un po' allegra, per contrastar lo schifo, no?
Foto!
La mia capacità di rendere brutta una foto è leggendaria. Sia che io sia il soggetto, sia che sia colui che la scatta, l'immagine in questione assume di solito sembianze mostruose, adatte più a una serata dark che a un'amena rimpatriata di parenti. Non posso dire di essere fotogenico, no. Anzi, vi dirò di più: in foto faccio proprio cagare, è inutile. L'esoterico meccanismo per cui la pellicola mi riproduce in condizioni pietose non finirà mai di affascinarmi, tant'è che continuo a farmi fotografare, e a scatenare in questo modo la gioviale ilarità di tutti i presenti, me compreso. Dall'altro lato della macchinetta la situazione non è migliore, del resto. Non aiutato dal mio morbo di Parkinson, ormai giunto a livelli preoccupanti. Non aiutato dai quattro o cinque caffè al giorno. Non aiutato dalla mia proverbiale impazienza. Non aiutato infine da 'sto cazzo che mi ritrovo al posto di quel minimo di sensibilità artistica che si richiede in questi casi, sarei in grado di rendere orribile anche una foto scattata alla Monument Valley. Immaginate quindi cosa viene fuori dagli stupidi scatti fatti agli amici.
Tutto questo, paradossalmente, si unisce a un mio particolare amore per la fotografia. Non solo per quella d'autore (soprattutto pop, però: LaChapelle insegna), ma anche per quella amatoriale, per le foto delle vacanze, per i ritratti tutti uguali degli amici e dei nemici. Non mi annoiano i fatidici incontri settembrini in cui il gruppo di amici srotola davanti ai tuoi occhi pacchi e pacchi di rullini, tutti meticolosamente sviluppati e catalogati in eleganti raccoglitori con dei fiori in copertina. Non mi stressano i pomeriggi passati a guardare Rimini, la Sardegna, Londra, o New York ("Quanti cazzo di amici ricchi c'hai", mi direte? Falso, la frase giusta dovrebbe essere: "Quanto cazzo rosichi, dopo ogni estate?", ma comunque...).
Scattare una fotografia non ha niente di mistico, in my opinion. Nessun "hai colto l'anima del soggetto", nè tantomeno "hai incastrato su carta le sue emozioni". Semplicemente: aiuta a ripensare, e non è tanto il ricordo la cosa importante, quanto più il rivivere per un momento solo quella situazione, esserne partecipi. Ed è una partecipazione così intima che solo l'immagine può darti, nessun film può riuscire nello stesso, con quel tripudio di movimento, con tutta quell'imposizione costruita di rumori e suoni, con quei dialoghi, cazzo. Una foto basta, avanza, anzi è molto di più.
Vi lascio, dopo questo post dalla dubbia utilità. Ma sapete, il tempo è triste, la mente deve essere almeno un po' allegra, per contrastar lo schifo, no?
Foto!
30 ottobre 2006
29 ottobre 2006
Gli stronzi
La stronzaggine della gente continua a sorprendermi. Non riesco ad abituarmici, è più forte di me.
Troppe volte nella vita mi è stato privato il giusto diritto di dire i miei cazzi a coloro a cui volevo dirli, e troppe volte mi è stato tolto il diritto ancora più giusto di non dirli a coloro a cui non volevo dirli.
La cosa paradossale, che dovrebbe farmi riflettere, è che quello che è un pezzo di merda, quello che si sente in colpa, quello che sta male in tutte queste situazioni: sono sempre io.
Mi prendo, almeno qui, nel mio spazio, la libertà di rivelarvi che ho passato troppo tempo e che ho dato troppe cose a persone che non si meritavano nè l'uno, nè tantomeno le altre.
Non voglio fare il segarolo adolescente turbato che urla al mondo "odio l'ipocrisia, e odio gli ipocriti" quando nemmeno sa cosa vogliono dire queste parole. Io lo so bene, l'ho sperimentato addosso a me, ma non lo urlerò ugualmente. Be original, almeno.
Voglio semplicemente chiedermi perchè continuo a dare così tanto. Ho passato la vita a fare cose pensando alle conseguenze che queste avrebbero avuto sugli altri; mi sono impegnato per questo, cazzo. Non ho mai lontanamente pensato che fare del male a qualcuno, anche quando questo avrebbe fatto del bene a qualcun'altro, potesse essere la soluzione giusta. E ogni volta ho verificato di persona che gli altri non fanno così, che se ne sbattono, che passano sopra a tutto e tutti, con naturalezza: sembra stiano pattinando sul ghiaccio, e invece stanno smerdandoti in pubblico.
Evidentemente sono strano, in questo. Evidentemente mi sbaglio. Perchè io non ho mai ragione.
Gli stronzi, hanno sempre ragione.
No?
Troppe volte nella vita mi è stato privato il giusto diritto di dire i miei cazzi a coloro a cui volevo dirli, e troppe volte mi è stato tolto il diritto ancora più giusto di non dirli a coloro a cui non volevo dirli.
La cosa paradossale, che dovrebbe farmi riflettere, è che quello che è un pezzo di merda, quello che si sente in colpa, quello che sta male in tutte queste situazioni: sono sempre io.
Mi prendo, almeno qui, nel mio spazio, la libertà di rivelarvi che ho passato troppo tempo e che ho dato troppe cose a persone che non si meritavano nè l'uno, nè tantomeno le altre.
Non voglio fare il segarolo adolescente turbato che urla al mondo "odio l'ipocrisia, e odio gli ipocriti" quando nemmeno sa cosa vogliono dire queste parole. Io lo so bene, l'ho sperimentato addosso a me, ma non lo urlerò ugualmente. Be original, almeno.
Voglio semplicemente chiedermi perchè continuo a dare così tanto. Ho passato la vita a fare cose pensando alle conseguenze che queste avrebbero avuto sugli altri; mi sono impegnato per questo, cazzo. Non ho mai lontanamente pensato che fare del male a qualcuno, anche quando questo avrebbe fatto del bene a qualcun'altro, potesse essere la soluzione giusta. E ogni volta ho verificato di persona che gli altri non fanno così, che se ne sbattono, che passano sopra a tutto e tutti, con naturalezza: sembra stiano pattinando sul ghiaccio, e invece stanno smerdandoti in pubblico.
Evidentemente sono strano, in questo. Evidentemente mi sbaglio. Perchè io non ho mai ragione.
Gli stronzi, hanno sempre ragione.
No?
POP FACTS
tre cose.
1. Il nuovo video di Justin Timberlake è l'apoteosi del pop. Quanto di meglio sia stato costruito negli ultimi tempi, cose che non si vedevano da anni, stiamo parlando di roba che scotta, ai livelli di qualche antichità di mostri sacri come robbie, madonna, britney o gente così.
2. Non dico che desidererei che i Darkness non fossero mai esistiti. Per carità, liberissimi di vivere. Dico che mi piacerebbe aver almeno ignorato la loro esistenza.
3. Robbie non ci piace, così. Cos'è 'sta roba che canti, dov'è finita quella stupenda verve da anfetamine che ti contraddistingueva? Drogati di più: le cose vengon più facili, poi.
1. Il nuovo video di Justin Timberlake è l'apoteosi del pop. Quanto di meglio sia stato costruito negli ultimi tempi, cose che non si vedevano da anni, stiamo parlando di roba che scotta, ai livelli di qualche antichità di mostri sacri come robbie, madonna, britney o gente così.
2. Non dico che desidererei che i Darkness non fossero mai esistiti. Per carità, liberissimi di vivere. Dico che mi piacerebbe aver almeno ignorato la loro esistenza.
3. Robbie non ci piace, così. Cos'è 'sta roba che canti, dov'è finita quella stupenda verve da anfetamine che ti contraddistingueva? Drogati di più: le cose vengon più facili, poi.
Empire Strikes Again
Sono quasi le quattro di notte (anche se il mio stupido orologio del computer si ostina a dire che sono le tre... Non ha capito che io l'ora la sposto il lunedì, così dormo un'ora in più quando devo svegliarmi presto? A cosa serve dormire un'ora in più di domenica? Mah...), e mi avvicino con speranza al mio letto: ma prima di andare a dormire non posso non deliziare me e voi con questa roba, che mi tortura la mente e le orecchie da tutto il giorno senza lasciarmi un attimo di tregua. Così ho deciso di pubblicarla qui, sperando che elevandola a canzone-post, la roba si stufi di importunare me e magari inizi a importunare qualcuno di voi.
Eccola, nella sua splendida magnificenza da pop-che-è-finto-rock.
Empire - Kasabian
Eccola, nella sua splendida magnificenza da pop-che-è-finto-rock.
Empire - Kasabian
Too much information
Well I said you're good for nothing
Come on to the back
I said your needles count for something
Guess I'd better sell you now
Guess I'll bet I'll be around
Singing for your questions
But you've stolen all of my answers
Too much entertainment drove
and thats not all the colour
Tell me that you've seen a ghost
I'll tell you what to fear the most
Stop!
I said it's happening again!
We're all wasting away!
We're all wasting away!
Too much information
Well I said you're good for nothing
Stitch your part of counterfeit
I said you are far out here
Taking at the roads
Where you're taken for the simple codes
Swimming with the fishes
While the serpent waves his tongue
With a belly full of splinters
Now you see that I'm the one
Tell me that you've seen a ghost
I'll tell you what to fear the most
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