15-16 Novembre 2005: Cronache Marziane.
Sveglia alle 5 di mattina, per un totale di 4 ore scarse di sonno. La stanchezza rischia di rovinare tutta la giornata, speriamo non sia così. Ci troviamo in una desolante stazione Tiburtina verso le sei, convinti che per 9 euro il nostro treno sarà un carro merci, o al meglio una tradotta militare. Shock: i trenOK sono in realtà EuroStar convertiti, comodissimi, e soprattutto puntualissimi come mai mi sarei aspettato. Il viaggio di andata è passato così, tra qualche tentativo (vano) di prendere sonno, qualche canzone, qualche ripasso dei testi e qualche chiacchierata. All'arrivo a Bologna ci aspetta un freddo artico, che mi sveglia quel tanto che basta a realizzare che ci siamo, sta per arrivare un momento che ho aspettato per così tanto. Il primo impatto coi bolognesi ci fa capire quanto sono educati, deliziosi, carinissimi. La città è giovanissima e piena di ragazzi ovunque. Cominciamo un giro in centro, andiamo ovviamente in cima alla torre e guardiamo la nebbiosa città tutta intorno, molto bella davvero. Dopo un pranzo in una specie di orribile mensa universitaria andiamo in albergo, dove tentiamo di riposarci un'oretta prima dell'ammazzata. Niente da fare, almeno per me. Ho in testa troppe cose e troppe aspettative, non chiudo occhio e ascolto ancora qualche canzone. Ci siamo, sono le 3 e mezza e comincia il servizio di navette verso Casalecchio, dove si trova il palazzetto. Lascio tutto in albergo, tengo solo cellulare, portafogli, qualche panino e i tanto sudati biglietti. In un momento siamo alla stazione, poi dentro l'autobus, poi nella nebbia della periferia bolognese, e infine davanti al Palamalaguti. Panico: sono neanche le 4 e mezza, e la fila è già enorme. Comincia il momento più brutto: l'attesa snervante in fila, in piedi, con la gente cogliona che spinge e spinge e spinge. Comincia anche a piovere, e lo sconforto sta per vincere quando finalmente aprono i cancelli, sono le 7, e comincia la corsa. Arriviamo dentro e siamo incredibilmente vicini, ci sediamo ma la comodità dure pochissimo, perchè altri idioti (non mancano mai, è vero) si alzano di scatto e tutti li seguono, come pecore: manca ancora chissà quanto e siamo già in piedi. Passa poco tempo quando succede lo schifo: vicinissimo a noi, uno stronzo ubriaco fino all'anima prende e sbratta in mezzo alla folla, e ancora e ancora, finchè si riesce a mandarlo via: per noi è una fortuna perchè nell'allontanarci dalla schifezza ci accorgiamo che siamo arrivati ancora più vicini, e centralissimi. E ci mettiamo ad aspettare. Incredibile, davvero, incredibile e mai successo. Sono neanche le 8, ed esce Chris Martin sul palco. Ringrazia e chiede di essere gentili con i Goldfrapp, perchè secondo lui sono davvero un bel gruppo. Ringrazia ancora, sorride e se ne va. Delirio e cuore che batte: non mi era mai successa una cosa del genere. Entrano i Goldfrapp e comincia un'ora davvero patetica. Il gruppo mi fa schifo, anni '80 fino all'anima con una cantante brava per carità ma che non riesco proprio a immaginare nel contesto. Ridicoli poi nell'abbigliamento e nella presenza scenica, con lei colpita da un terribile vento tra i capelli, grottesco davvero, e il bassista che era quasi un insulto al genere umano. Finalmente finisce lo schifo, il palco muta forma, tutto è pronto, sono le 9 in punto, si rispengono le luci, comincia il delirio, si sente l'inizio di qualcosa, è riconoscibile, è Square One, eccoli, entrano, salutano, prendono posto, il boato è incredibile e disumano, mani protese ovunque, per una sera sono loro i padroni dei cuori di tutti, Chris prende il microfono in mano e mentre tutto intorno c'è rumore assordante, per me c'è solo la sua voce e il tempo si ferma. Un inizio concerto folgorante, lui è perfetto, semplicemente, una voce vera, a volte incrinata dalle stonature a volte sforzata ma vera, limpida, pulitissima. Finisce Square One e già tutti saltano perchè hanno attaccato Politik, tra le mie canzoni preferite, ecco che è già il finale, Chris è al pianoforte e tutti urlano, "So give me love over, love over, love over this...", incredibile. Ora ha una chitarra in mano, recita qualche frase in italiano, le ha imparate a memoria ma sono tantissime e noi ci crediamo tutti, però è partita Yellow adesso, ascoltate. Mentre canta Chris si impappina, sbaglia qualche strofa e ride, ride in continuazione, si diverte, e fa divertire anche noi che lo ascoltiamo. Finisce una delle più belle canzoni d'amore di sempre ed ecco che iniziano le sorprese, con una Parachutes che nessuno avrebbe previsto, bellissima, dal sapore dei vecchi Coldplay. Chris è di nuovo al piano, parte il reef di Speed of Sound, è il momento giusto per fare qualche foto e cantare a squarciagola anche io, la serata è ancora lunga e qualche momento commerciale è previsto in ogni concerto, per carità. E infatti ci sorprendono di nuovo con uan tripletta stupefacente, stupenda God Put A Smile Upon Your Face, quasi acustica in questa versione, poi la nuovissima X&Y che dal vivo rende molto di più che in studio, e infine un momento magico con Everything's Not Lost, con i falsetti a fine canzone davvero emozionanti, il pubblico è in delirio. Chris non smette mai di ringraziarci, abbraccia il bassista Guy Barryman ed esclama in italiano "Questo è l'uomo più bello del mondo", e quando dice le cose sono tutti d'accordo con lui. Momento bellissimo, parte White Shadows, tutta da ballare, e noi balliamo e la canzone scorre in un attimo, ne inizia un'altra, poco conosciuta, è How You See The World, l'inedito contenuto nel disco di beneficenza ("Help") che è uscito da qualche tempo, un lento conosciuto da pochi e cantato da pochissimi che ci permette quindi di ascoltarlo con un po' di silenzio. Comincia The Scientist e tutti in coro cantano con lui, il concerto non scade mai, prosegue sempre al massimo, senza calare mai, anzi arriva il momento forse più bello, i quattro sono davanti per un momento acustico del concerto, splendido. Parte Till Kingdom Come e loro sono vicinissimi, tutti, la canzone è deliziosa, semplice, perfetta. Finisce e non ci posso credere più perchè inizia Green Eyes, una delle mie canzoni preferite di sempre, in assoluto. Chris sbaglia di nuovo ma è bellissima lo stesso, diversa dall'originale, ancora più intimista. La parentesi acustica è già finita e si torna a ballare con una versione di Clocks quasi remixata, potente, veloce e carica, i quattro saltano corrono e non si fermano mai; parte Talk, il nuovo singolo, canzone difficile ma cantata benissimo, è passato già tanto tempo ma sembra un attimo, salutano ed escono, tra il boato della folla. Passa un momento ed eccoli di nuovo, lui si è cambiato la maglietta sudatissima, ne ha un'altra identica, rigorosamente nera come sempre, e non ci credo perchè loro non la fanno mai, ero triste proprio perchè non l'avrebbero fatta e invece l'hanno appena attaccata, parte Swallowed in the Sea, un capolavoro, incredibile. L'inizio di batteria inconfondibile segna la fine del concerto, inizia In My Place e Chris impazzisce, corre cantando col microfono in mano, sale sugli spalti e arriva fino in fondo dall'altra parte del palazzetto e canta affacciato da lì in fondo, un puntino per noi, ma bellissimo lo stesso. Corre verso il palco, si siede, e attacca l'inizio di organo di Fix You. Sbaglia, ride, si rialza e riprova l'ingresso ricominciando la canzone. Cantano tutti insieme ora, è davvero commovente vedere i quattro seguiti da una folla oceanica, Chris ci dice in italiano di cantare con loro e noi cantiamo, "Light Will Guide You Home...", magico, davvero, ecco che salutano, escono, ed è tutto finito. Così. Tutto finito.
Siamo già in albergo e la mente non pensa ad altro, ripercorro tutti i momenti più belli e sono davvero tantissimi, mi addormento. Sveglia presto, alle otto e mezza, per fare colazione e lasciare l'albergo entro le 10, la giornata procede un po' a rilento, mangiatona in trattoria, shopping in giro, niente di che. Siamo stanchissimi, abbiamo dormito niente le ultime due notti e siamo stati sempre in giro, ma non mi dispiace, i due giorni sono andati benissimo, al di sopra di qualsiasi aspettativa, e poi ieri sera è stato incredibile. Il treno riparte quasi in perfetto orario, il viaggio passa ridendo e chiacchierando, è mezzanotte e un quarto e siamo a Roma.
Arrivo a casa e sto già dormendo, ripensando a cosa ho vissuto.
ps. A breve posterò le foto più belle.