Nessuno lo ammette, tutti si osservano guardinghi, c'è chi ride e c'è chi finge indifferenza, ma diciamolo, è inutile continuare a fingere: la notizia del giorno ha scosso un po' tutti. E' un maschio.
Britney Spears è al centro dei riflettori, aveva incantato tutti con il suo ultimo video in cui appariva con un vistoso pancione, e oggi ha scioccato le masse annunciando la nascita del suo pargolo. La vicenda deve aver colpito così tanto il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, da provocargli un incontenibile entusiasmo! Ma così incontenibile, da non farlo contenere neanche alla riunione dell'ONU, dove è stato ripreso mentre scriveva alla sua tata Condoleeza Rice che "doveva proprio andare urgentemente in bagno". Dopotutto è cosa nota che alcuni bambini sviluppano prima, altri dopo, altri dopo, altri dopo, altri dopo, altri dopo, altri dopo, (qualc)uno infine dopo ancora.
Informatosi della vicenda che ha colpito il presidente americano, Silvio Berlusconi deve aver pensato a quanto è ingiusto il destino. Effettivamente non dev'essere stato facile veder svanire in un attimo il suo status di "Presidente più ridicolo al mondo". Ma come sempre il nostro caro Silvio ha mostrato di non perdersi d'animo, e ha fatto il gesto che da sempre è in grado di portarlo al top della classifica dei "ridicoli": ha rilasciato una dichiarazione. Questa volta (ormai siamo alla dichiarazione numero 16577300025, secondo i calcoli della sensitiva Maria Rosa Busi, che tra un cadavere nel lago e l'altro si diverte con questi facili giochetti), il nostro amato presidente ha toccato il fondo della comicità involontaria. Ha rilasciato un'ultimatum! "O tutti uniti, o Forza Italia farà corsa a sè alle prossime politiche" pare abbia detto. Noi speriamo solo che la frase sia uscita dalla sua bocca in un momento di smarrimento, o di follia (quindi sempre, apparte forse le ore di sonno), perchè ormai siamo abituati a vedere l'Italia nelle mani di un incompetente, ma non ci abitueremo mai e vederla nelle mani di incompetente stupido.
Meno male però che in Italia c'è qualcuno che dice le cose chiaramente: non ci snon mai piaciuti i doppi giochi, i giri di parole e le frasi che vogliono dire tutto e niente. Ecco quindi che arriva Ciampi a dire, riguardo alla recente riforma elettorale, "la politica non guardi al passato!"... E scommettiamo che i giornali di destra domani titoleranno "Ciampi contro gli osteggiatori della nuova legge elettorale esorta la politica a guardare avanti"; mentre quelli di sinistra titoleranno "Ciampi lancia un evidente attacco a una riforma elettorale che porterà l'Italia indietro di anni"... Questa è l'Italia, del resto.
Noi non possiamo che consolarci leggendo i giornali e appurando che la riforma Moratti per le superiori è slittata al 2007: qualche altro anno di persone acculturate non farà male al paese, ne siamo certi. "C'è tanto bisogno di qualche valido modello, di qualche punto di riferimento", si sente dire in giro sempre più spesso: e convinti anche noi di questo, sappiamo che la cultura può essere un valido aiuto. Mi chiedo però se i genitori dei ragazzi inglesi che hanno comprato il "culturale" periodico Daily Mirror l'altro giorno, saranno contenti del nuovo punto di riferimento dei loro figlioletti. Pare infatti che gli allegri amanti Kate Moss (la modella, strafiga di turno) e Pete Doherty (il cantante, strafatto di turno) siano stati ripresi in un intero servizio, con tanto di primi piani e foto in posa, mentre sniffavano allegramente strisce e strisce di cocaina. Pare che da queste foto si desuma che lei è una "consumatrice esperta di droga", cosa che in effetti non poteva immaginare nessuno, considerando che qualche anno fa la tipa aveva trascorso 2 mesi in una clinica di disintossicazione...
Tutto questo ci lascia un po' stravolti.
E ci sembra quasi un incubo, stiamo sognando, ecco l'uomo nero, a no non è lui, è Maroni, parla a Follini, ma cosa gli dice, non capisco, ecco si avvicina, lo sento, sta dicendo:
"Siete confusi".
Cazzo, anche io.
15 settembre 2005
13 settembre 2005
Le conseguenze dell'amore
Ieri sera su Sky passavano "Le conseguenze dell'amore", secondo lavoro di Paolo Sorrentino. Trattandosi del film italiano più premiato, acclamato ed elogiato dell'anno scorso, non ho potuto far finta di niente e ho dovuto guardarlo, ijn fin dei conti avevo resistito anche troppo.
Inizio dal dire che la cosa più bella del film è il titolo. Il modo in cui vengono usale le parole "conseguenze dell'amore" ha effettivamente del geniale: perchè i 100 lentissimi minuti del lungometraggio non trattano di una storia d'amore, come i più si immagineranno leggendo il nome del film. Parlano bensì proprio di quello a cui l'amore può portare: lo struggimento e lo sconvolgimento dell'esistenza. E fin qui, tutto bene.
Proseguo dicendo che l'attore protagonista, Toni Servillo, è stupendo: una pietra un momento, un sorriso dolcissimo il momento dopo. Il personaggio non è facile, rasenta l'assurdo e il ridicolo in molte scene del film, e molti attori avrebbero rischiato di creare una macchietta disordinata e pallida. Invece vediamo sul volto di Servillo la calma patetica e triste dell'uomo dai tanti segreti incoffessabili, un uomo che non ha più nulla da perdere. E fin qui, ancora tutto bene.
Poi però bisogna parlare del film, della sostanza. Ed è proprio qui che la pellicola, a mio parere, fa cilecca. Sorrentino infatti si propone di fare un lavoro dalle molte pretese, ma purtroppo riesce solo in parte nel suo obiettivo cadendo nella più terribile trappola che affligge il cinema italiano degli ultimi anni: la falsità.
Il film è falso, la storia è inverosimile, e questo non perchè voglia esserlo, anzi! E' uno di quei fastidiosi casi in cui gli eventi allo stesso tempo sono assolutamente artificiali pretendendo di essere realistici. La trama non regge da nessuna parte, i personaggi hanno reazioni assurde (basti pensare alle espressioni della sua amata dopo che il protagonista le racconta tutti i suoi segreti incoffessabili), perfino i pensieri che ascoltiamo narrati dalla voce fuori campo sono forzati, troppo lucidi per essere veri. Purtroppo in un film in cui le vicende fanno le padrone assolute, tutte queste eccessive falsità rovinano l'insieme nel profondo, trasmettendo alla visione un senso di inutilità latente. L'estrema lentezza di alcune scene (ingiustificata, perchè accompagnata da minuti in cui invece si scatena il putiferio) non aiuta di certo la digestione, che si fa sempre più impacciata nei minuti finali dove l'assurdità rasenta lo scherno.
Peccato, le critiche sono state tutte positive, i giudizi del pubblico no (conosco molte persone che lo hanno visto e giudicato male). Speriamo che la grande abilità registica di Sorrentino (assolutamente indubitabile: alcune inquadrature sono perfette, bellissime, i titoli d'inizio sono splendidi) dia voce a qualcosa di più vero, di più reale.
Di meno italiano.
Inizio dal dire che la cosa più bella del film è il titolo. Il modo in cui vengono usale le parole "conseguenze dell'amore" ha effettivamente del geniale: perchè i 100 lentissimi minuti del lungometraggio non trattano di una storia d'amore, come i più si immagineranno leggendo il nome del film. Parlano bensì proprio di quello a cui l'amore può portare: lo struggimento e lo sconvolgimento dell'esistenza. E fin qui, tutto bene.
Proseguo dicendo che l'attore protagonista, Toni Servillo, è stupendo: una pietra un momento, un sorriso dolcissimo il momento dopo. Il personaggio non è facile, rasenta l'assurdo e il ridicolo in molte scene del film, e molti attori avrebbero rischiato di creare una macchietta disordinata e pallida. Invece vediamo sul volto di Servillo la calma patetica e triste dell'uomo dai tanti segreti incoffessabili, un uomo che non ha più nulla da perdere. E fin qui, ancora tutto bene.
Poi però bisogna parlare del film, della sostanza. Ed è proprio qui che la pellicola, a mio parere, fa cilecca. Sorrentino infatti si propone di fare un lavoro dalle molte pretese, ma purtroppo riesce solo in parte nel suo obiettivo cadendo nella più terribile trappola che affligge il cinema italiano degli ultimi anni: la falsità.
Il film è falso, la storia è inverosimile, e questo non perchè voglia esserlo, anzi! E' uno di quei fastidiosi casi in cui gli eventi allo stesso tempo sono assolutamente artificiali pretendendo di essere realistici. La trama non regge da nessuna parte, i personaggi hanno reazioni assurde (basti pensare alle espressioni della sua amata dopo che il protagonista le racconta tutti i suoi segreti incoffessabili), perfino i pensieri che ascoltiamo narrati dalla voce fuori campo sono forzati, troppo lucidi per essere veri. Purtroppo in un film in cui le vicende fanno le padrone assolute, tutte queste eccessive falsità rovinano l'insieme nel profondo, trasmettendo alla visione un senso di inutilità latente. L'estrema lentezza di alcune scene (ingiustificata, perchè accompagnata da minuti in cui invece si scatena il putiferio) non aiuta di certo la digestione, che si fa sempre più impacciata nei minuti finali dove l'assurdità rasenta lo scherno.
Peccato, le critiche sono state tutte positive, i giudizi del pubblico no (conosco molte persone che lo hanno visto e giudicato male). Speriamo che la grande abilità registica di Sorrentino (assolutamente indubitabile: alcune inquadrature sono perfette, bellissime, i titoli d'inizio sono splendidi) dia voce a qualcosa di più vero, di più reale.
Di meno italiano.
12 settembre 2005
Strana la mente in un corpo normale
Divertiamoci: compriamo il giornale!
In edicola oggi, grazie all'incredibile versatilità della democrazia, abbiamo ben due scelte, due tipi diversi di umorismo per due diverse tipologie di persone! Incredibile!
C'è la tipologia "giornale di destra" che è incredibile: dice tantissime bugie, e una più divertente dell'altra! L'Osservatore Romano sui PACS ."Lacera le famiglie"... E via con le grasse risate! Il messaggero: "Casa delle libertà e Unione pari nei sondaggi", e la verve comica strazia anche i più resistenti... Il Giornale, su Forza Italia: " Vinceremo sicuramente", e ci vengono le lacrime agli occhi dal ridere". E così.
Poi c'è la tipologia che preferisco, quella del "giornale di sinistra". Dice la verità, ma è così deprimente che uno non può far altro che ridere! E allora troviamo perle di humour nero tipo "Debito pubblico recors, in giugno a 1.542 miliardi" (la Repubblica), oppure ancora "Non sarei così sicuro, come ostentatamente si mostrano tutti, sul fatto che la vicenda Fazio-Bankitalia danneggi l'immagine dell'Italia. Credo invece che i comici e gli scrittori di tutto il mondo possano farne buon uso, rilanciando l'immagine del Bal Paese nel mondo dello spettacolo" (il Manifesto)... Insomma ce n'è per tutti i gusti, resta solo l'imbarazzo della scelta.
Per quel che mi riguarda l'imbarazzo sta soprattutto nell'appartenenza a questo paese; soltanto la presenza in mezzo alla merda di persone come Sabina Guzzanti (il suo documentario Viva Zapatero! deve essere bellissimo) può riuscire un po' a farci ridere davvero, farci ridere quelle risate che lasciano un sorriso dopo, e non una triste sensazione di amaro.
In edicola oggi, grazie all'incredibile versatilità della democrazia, abbiamo ben due scelte, due tipi diversi di umorismo per due diverse tipologie di persone! Incredibile!
C'è la tipologia "giornale di destra" che è incredibile: dice tantissime bugie, e una più divertente dell'altra! L'Osservatore Romano sui PACS ."Lacera le famiglie"... E via con le grasse risate! Il messaggero: "Casa delle libertà e Unione pari nei sondaggi", e la verve comica strazia anche i più resistenti... Il Giornale, su Forza Italia: " Vinceremo sicuramente", e ci vengono le lacrime agli occhi dal ridere". E così.
Poi c'è la tipologia che preferisco, quella del "giornale di sinistra". Dice la verità, ma è così deprimente che uno non può far altro che ridere! E allora troviamo perle di humour nero tipo "Debito pubblico recors, in giugno a 1.542 miliardi" (la Repubblica), oppure ancora "Non sarei così sicuro, come ostentatamente si mostrano tutti, sul fatto che la vicenda Fazio-Bankitalia danneggi l'immagine dell'Italia. Credo invece che i comici e gli scrittori di tutto il mondo possano farne buon uso, rilanciando l'immagine del Bal Paese nel mondo dello spettacolo" (il Manifesto)... Insomma ce n'è per tutti i gusti, resta solo l'imbarazzo della scelta.
Per quel che mi riguarda l'imbarazzo sta soprattutto nell'appartenenza a questo paese; soltanto la presenza in mezzo alla merda di persone come Sabina Guzzanti (il suo documentario Viva Zapatero! deve essere bellissimo) può riuscire un po' a farci ridere davvero, farci ridere quelle risate che lasciano un sorriso dopo, e non una triste sensazione di amaro.
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