"Via, non fare così!" esclamò la povera Regina, torcendosi le mani angosciata. "Pensa a quanto sei grande. Pensa a quanta strada hai fatto oggi. Pensa a che ore sono. Pensa a qualsiasi cosa, ma non ti mettere a piangere!"
Alice non poté fare a meno di scoppiare a ridere nel bel mezzo del pianto. "Si può smettere di piangere solo pensando a delle cose?", domandò.
"È così che si fa" rispose la Regina con grande decisione: "perché, vedi, non si possono fare due cose insieme. Pensiamo alla tua età, per cominciare: quanti anni hai?"
"Sette e mezzo, esatti esatti".
"Non occorre che tu me li dica proprio esatti" osservò la Regina. "Ti credo lo stesso. Adesso però ti darò io qualcosa a cui credere. Io ho centouno anni, cinque mesi, e un giorno".
"Non ci POSSO credere!" esclamò Alice.
"No?" disse la Regina in tono di compassione. "Provaci ancora: fai un lungo respiro e chiudi gli occhi".
Alice scoppiò a ridere. "È inutile che ci provi", disse. "Non si può credere a una cosa impossibile".
"Oserei dire che non ti sei allenata molto" disse la Regina. "Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte, riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione".
03 novembre 2007
02 novembre 2007
You got my ends and my beginnings mixed up.
"Vuoi dirmi, per piacere, da che parte devo andare adesso?" chiese Alice.
"Dipende molto dal luogo dove vuoi andare", rispose lo Stregatto.
"Fa lo stesso per me, da una parte o dall'altra..." disse Alice, "purchè vada da qualche parte!"
"Oh certo che ci arriverai!" disse lo Stregatto. "Non hai che da camminare".
Alice capì che aveva ragione e tentò un'altra domanda: "Che razza di gente c'è in questi dintorni?", chiese.
"Da questa parte", rispose lo Stregatto, facendo un cenno con la zampa destra, "abita un Cappellaio e da questa parte, indicando con l'altra zampa, abita una Lepre di Marzo. Visita l'uno o l'altra, sono tutt'e due matti".
"Ma io non voglio andare dove c'è gente matta!" disse Alice.
"Oh non ne puoi fare a meno", disse lo Stregatto. "Qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta".
"Come sai che io sia matta?", domandò Alice.
"Tu sei matta", disse lo Stregatto, "altrimenti non saresti venuta qui".
"Dipende molto dal luogo dove vuoi andare", rispose lo Stregatto.
"Fa lo stesso per me, da una parte o dall'altra..." disse Alice, "purchè vada da qualche parte!"
"Oh certo che ci arriverai!" disse lo Stregatto. "Non hai che da camminare".
Alice capì che aveva ragione e tentò un'altra domanda: "Che razza di gente c'è in questi dintorni?", chiese.
"Da questa parte", rispose lo Stregatto, facendo un cenno con la zampa destra, "abita un Cappellaio e da questa parte, indicando con l'altra zampa, abita una Lepre di Marzo. Visita l'uno o l'altra, sono tutt'e due matti".
"Ma io non voglio andare dove c'è gente matta!" disse Alice.
"Oh non ne puoi fare a meno", disse lo Stregatto. "Qui siamo tutti matti. Io sono matto, tu sei matta".
"Come sai che io sia matta?", domandò Alice.
"Tu sei matta", disse lo Stregatto, "altrimenti non saresti venuta qui".
01 novembre 2007
It took me by surprise I felt so good to be alive.
"Che cosa sai di questa faccenda?" chiese il Re ad Alice.
"Niente", rispose Alice.
"Niente di niente?" insistette il Re.
"Niente di niente" disse Alice.
"Questo è molto rilevante" disse il Re rivolto ai giurati, i quali stavano appunto per annotarlo sulle lavagne quando si intromise il Coniglio Bianco:
"Irrilevante, intendeva dire Sua Maestà, è ovvio" disse in tono rispettosissimo ma accigliandosi e facendo strane morfie al Re.
"Irrilevante, intendevo, è ovvio" si affrettò a dire il Re, ripetendo fra sè sottovoce "rilevante, irrilevante, irrilevante, rilevante".
Quasi cercasse di decidere quale delle due parole suonasse meglio.
"Niente", rispose Alice.
"Niente di niente?" insistette il Re.
"Niente di niente" disse Alice.
"Questo è molto rilevante" disse il Re rivolto ai giurati, i quali stavano appunto per annotarlo sulle lavagne quando si intromise il Coniglio Bianco:
"Irrilevante, intendeva dire Sua Maestà, è ovvio" disse in tono rispettosissimo ma accigliandosi e facendo strane morfie al Re.
"Irrilevante, intendevo, è ovvio" si affrettò a dire il Re, ripetendo fra sè sottovoce "rilevante, irrilevante, irrilevante, rilevante".
Quasi cercasse di decidere quale delle due parole suonasse meglio.
Favola:
(E poi succede che) Ti svegli la mattina con il cellulare gonfio più del solito, un piccolo disegno di una busta a campeggiare in alto a destra.
(E poi succede che) I pezzi storti e rigirati del tuo puzzle s'incominciano a comporre proprio quando stavi ormai dandoti per vinto.
(E poi succede che) Ti alzi triste e poco dopo sei felice, la magia del poter dir cose a distanza rende i dialoghi possibili anche al mattino.
(E poi succede che) Ti guardi intorno e vedi tutto ciò che hai messo a contornarti, che miseria e che tristezza qui ci vuole un cambiamento.
(E poi succede che) Cominci subito con pezzi di canzoni, erano anni che nel blog non ci mettevi un qualche cosa di un po' allegro.
(E poi è successo che) Il mio cervello ha ondeggiato insieme al basso e alla grancassa, per un momento ho visto limpido e squadrato oltre la coltre di neuroni e indecisione, e ho sobbalzato ad osservarti metri avanti, mi è venuta confusione: ma tu chi cazzo sei?
[Let me introduce to you a brand, new, dance.]
(E poi succede che) I pezzi storti e rigirati del tuo puzzle s'incominciano a comporre proprio quando stavi ormai dandoti per vinto.
(E poi succede che) Ti alzi triste e poco dopo sei felice, la magia del poter dir cose a distanza rende i dialoghi possibili anche al mattino.
(E poi succede che) Ti guardi intorno e vedi tutto ciò che hai messo a contornarti, che miseria e che tristezza qui ci vuole un cambiamento.
(E poi succede che) Cominci subito con pezzi di canzoni, erano anni che nel blog non ci mettevi un qualche cosa di un po' allegro.
(E poi è successo che) Il mio cervello ha ondeggiato insieme al basso e alla grancassa, per un momento ho visto limpido e squadrato oltre la coltre di neuroni e indecisione, e ho sobbalzato ad osservarti metri avanti, mi è venuta confusione: ma tu chi cazzo sei?
[Let me introduce to you a brand, new, dance.]
29 ottobre 2007
Joy Division - Atmosphere
Si da il caso che oggi mi senta così. E ok che ho ritirato fuori roba vecchia di 20 anni per dirvelo, ma cosa posso farci, la trovo perfetta, attinente, elegante.
Ecco come mi sento:
Ecco come mi sento:
28 ottobre 2007
Ivy Day in the Committee Room
"I'm unclean, a libertine
And every time you vent your spleen,
I seem to lose the power of speech,
Your slipping slowly from my reach.
You grow me like an evergreen,
You never see the lonely me at all.
I... take the plan, spin it sideways.
I... fall.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing at all."
And every time you vent your spleen,
I seem to lose the power of speech,
Your slipping slowly from my reach.
You grow me like an evergreen,
You never see the lonely me at all.
I... take the plan, spin it sideways.
I... fall.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing.
Without you, I'm nothing at all."
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