28 ottobre 2006

I need direction to perfection no no no no

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldier.

I got soul, but I'm not a soldieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeer.

(Yeah, you know you got to help me out)


ps. Stamattina mi sono svegliato così: con un desiderio pazzesco di perfezione.

Con una voglia incredibile di normalità.

Dimenticare è contagioso

27 ottobre 2006

Breve compendio sulla bontà e la gentilezza, e sugli infiniti modi in cui esse sono in grado di svelare nel profondo i più nascosti desideri dell'uomo

bon|
s.f.inv.

1a l’esser buono; qualità di chi cerca di procurare il bene degli altri
1b benevolenza; gentilezza, cortesia
1c atto gentile, buona azione


Essere buoni è una cosa stupenda, dicono tutti.
Guarda Gandhi, guarda Madre Teresa. Guarda Luther King. Fanno sempre questi tre esempi qui, poi ci pensano un po' su, sembra ne abbiano un altro sulla punta della lingua. Alcuni accennano qualche nome così, chi dice mia madre, chi dice il mio ragazzo, chi Topolino. Altri, i più, se ne vanno; sembrano soddisfatti così. E sull'altro fronte, per la cattiveria, invece, cosa dicono? Hitler, Attila, Nerone, Manson, Unabomber, Bossi, Bin Laden, Mussolini, Franco, la Franzoni, e mille altri. Un marasma di nomi, di conseguenze atroci, di bombe, di morti, di sofferenza: e sono, ognuno di questi, sulla bocca di tutti. Pare proprio sia così: per diventare famosi è più facile, la via della cattiveria.
Essere buoni è una cosa stupenda comunque, ribattono in molti.
Gli altri ti stimano, ti apprezzano, seguono i tuoi consigli e tentano di imitare i tuoi comportamenti. Guarda Gandhi, continuano, sempre lui; li capisco, sono a corto di nomi. E io guardo Gandhi, su Wikipedia, con innocenza. Leggo questo: "Gandhi
fu assassinato a Birla, presso Nuova Delhi, il 30 gennaio del 1948."Caspita che strano modo, di apprezzare una persona; comincerò anch'io a sparare alle persone che stimo, allora. Assassinato, eh?
Essere buoni è una cosa stupenda lo stesso, continuano alcuni.
Ti fa stare bene con la coscienza; vedi tutto in un'altra ottica, ogni cosa è più dolce, sembra scivolarti addosso come una piuma nella sabbia. Mi aspetto mi tirino fuori Gandhi di nuovo, invece è finita così, 'stavolta è stata breve. Eppure io mi guardo intorno, vedo che i buoni soffrono, i buoni subiscono, i buoni imparano a starsi zitti, ad ascoltare senza ribattere. Vedo che la vita è più dolce se hai soldi, vedo che l'arroganza ti fa guadagnare un posto in prima fila, che le urla fanno abbassare le teste degli altri, allargando il panorama, davanti a te. Vedo che l'intelligenza porta i suoi frutti solo quando è usata immoralmente, ingiustamente, senza scrupoli. Vedo tutto questo, non in televisione, ma intorno a me, ogni giorno.
Essere buoni è una cosa stupenda sempre e comunque, si ostinano in pochi.
Ti fa smettere di litigare, ti fa ricominciare a parlare a bassa voce. Eppure le persone litigano anche con i buoni, anzi, si ostinano ancora di più, con loro; perchè non ricevono risposta. Si infuriano, montano di rabbia, pretendono un litigio che non avverrà mai, perchè uno che è buono rimane buono per sempre, e niente lo potrà cambiare mai. La bontà è una condizione umana difficile da estirpare. Una maledizione difficile da evitare.

Essere buoni è una cosa stupenda, dice una persona sola, infine.
Lì dietro, con le sopracciglia corrugate, come in due abbozzi di punti interrogativi.
Si alza in piedi e continua, forse è l'ultima cosa che dirà, ad alta voce. Forse non parlerà mai più, sovrastato dalle parole degli altri, occluso dalle emozioni della massa.
Dice:
Essere buoni è una cosa stupenda, e basta.

Perchè anche dopo tutto questo, anche dopo tutta la sofferenza del mondo, anche dopo uno schiaffo, dopo un dolore atroce, anche dopo questo, la bontà ti fa sorridere.

Quando gli altri, invece, piangerebbero.

26 ottobre 2006

The better today

In the cold light of morning, while everyone is yawning, you're high.

Mattina di una giornata qualunque. Anzi, neanche tanto qualunque: di quei giorni pieni di stress, e roba simile. Ma tu apri gli occhi e non sai perchè, ma sei felice.
Sono fottutamente impazzito: vedo cose che non ci stanno, allucinatory dreams, soprattutto questa marcia di persone assurde che avanza verso di me, ma perchè dovrebbe esserci una cosa del genere, io sono in camera mia, è mattina, e non ho la febbre, eppure c'è, è un gruppo immenso, sono tantissimi, c'è di tutto lì in mezzo, e marciano al ritmo dei Sigur Ros, Untitled nr. 4, riconosco per primo Chris Martin in mezzo alla calca, come al solito parla del mondo e dei mondi, accanto a lui vedo Scarlett Joahnssonn che lo ascolta , ma cosa ci farà mai Scarlett vicino a Chris, poi ecco, lì vicino, quella mia compagna delle medie simpaticissima, come si chiamava cazzo, ma mi sta salutando, sì, saluta proprio me, guardala, fuma, se penso che l'ultima volta che l'ho vista mangiava i flauti mulino bianco, cavolo quanto tempo, ma subito accanto al ei, cos'è quella roba informe che ha addosso, ma certo come ho fatto a non riconoscerlo, è Chopin, poverino in fatto di abbigliamento è rimasto un po' indietro, ma non ci formalizziamo, perchè anche lui mi saluta, cazzo, Chopin mi saluta, e accanto a lui vedo un animato Philip Glass, sembrano discutere, i due, capisci, Chopin e Glass che discutono, sento Glass dire "tu sei stato l'ultimo", e a me sembra tutto il massimo, se non fosse che dietro ai due riconosco tutte le persone che conosco all'università, che mi sorridono, ma 'cazzo vi ridete anche voi, io sono in camera e mi sta succedendo questo, e voi ridete?, guarda te, e lì in mezzo tutti i miei amici, i miei nemici, tutti gli innamoramenti, gli odii, ci sono proprio tutti, se non fosse che finisce la marcia di sottofondo e sento gli applausi di tutti, mi giro e vedo che i Sigur Ros stanno per davvero lì a suonare, non era registrato, proprio sopra c'è un maxischermo con una partita dell'italia, ma a nessuno frega niente, vogliono tutti ascoltare i Sigur Ros, e io mi sento compreso, e ultimamente è così difficile sentirsi capiti, ed ecco che mi si avvicina uno, mi vuole parlare, e sarebbe tutto normale se non fosse che è Giulio Cesare, proprio con la toga, sì, con la toga cazzo, e si giustifica, sa che io l'ho sempre odiato, che secondo me è il primo vero tiranno della storia, ma lui si giustifica con me, si scusa per il male che ha fatto al pianeta, mi sembra un tesserato di GreenPeace, e la cosa sorprendente è che in tutto questo marasma io non mi scompongo, non mi sconvolgo, è tutto normale, anche Jude Law in lontananza è normale, lo becco che palpa le chiappe alla donna delle pulizie, recidivo il tipetto eh?, e poi quel pianista bravissimo del conservatorio, che però era così odioso, e Britney Spears, lei proprio non la capisco, se posso dire di aver capito gli altri, beh, lei non la capisco davvero, e alla fine dietro a tutti vedo un piccolo gruppo distaccato di gente, sono i più importanti, credo, vedo Thom Yorke, e anche mio fratello, le mie sorelle, i miei migliori amici, i miei preferiti del mondo, ci sono tutti, tutte le persone che amo, che apprezzo, che desidero, che stimo, e vedo che il piccolo gruppo non è così piccolo, perchè in fondo sono una persona positiva, che vede il giusto nel giusto, e il bello nel bello, e cazzo di bello ce n'è a non finire, e lì in mezzo sento qualcuno che canta, non capisco chi è, in realtà non è nessuno e sono tutti, ma lo sento, è una canzone bellissima.
E' una canzone d'amore.
Basta così.

23 ottobre 2006

trecentosessantagradi


Eccola tra noi; la chiamano "il futuro".
Come il walkman, come l'iPod, come il cellulare, come internet. Come il tostapane, cristo.
Ecco a voi "il futuro" .
E' una televisione da indossare, copre la testa, la mente, le emozioni; 360 gradi tutt'intorno, per avere Costanzo fino dentro il cuore, per sentire la Ventura pulsare nelle vene, per vivere la cronaca nera dei TG come fosse un poliziesco.
Inorridirete, immagino.
Eppure...
La leggenda vuole che quando il fondatore della Sony, tale Akio Morita, inventò il Walkman, nel lontano 1979, i suoi collaboratori considerarono il progetto una follia, un disastro annunciato, un prodotto morto ancora prima di nascere. Quando mai la gente avrebbe comprato uno strumento che fa ascoltare la musica ad una persona sola? Chi mai sarebbe stato così pazzo, o asociale, o solo? Furono così convincenti, i signori collaboratori, che il primo modello di Walkman uscì con ben due uscite cuffie, che sinceramente, visto oggi, sembra solo un modo ipocrita per nascondere un delitto ormai compiuto.
Arriviamo ad oggi, ed ecco comparire la televisione infernale; subito le voci, previste e prevedibili. Ma chi mai si comprerà un oggetto che divide in questo modo, chi mai vorrà vedere la televisione da solo, chi mai è così triste, solitario, asociale?
Eppure...
A questo punto, la parabola dell'uomo è evidente: il "Futuro", quello vero, con la F maiuscola e senza un logo sotto, senza una marca o una pubblicità, è ben diverso. E' quello della distanza; è quello dei non luoghi, del virtuale, e della virtualizzazione del reale.
Il Futuro è quello che ci fa stringere i denti per una semplice conversazione, quello che ci fa tremare al pensiero di una carezza, e ci fa sobbalzare al ricordo di un bacio, Dio, quanto tempo, Dio, quanto contatto, Dio, quanto erano vicine, quelle labbra di chissacchì. Il Futuro ci allontana, perchè tra i messaggi sottopelle, e i sorrisi via webcam, è sempre più difficile sopportare altri due occhi contro i nostri, in quella lotta faticosa, confusa, stupenda, che è uno sguardo.

Il "futuro" è arrivato, ci dicono i giornali, ed è una sfera di metallo.
Entreranno, almeno due teste, per difendersi a vicenda?

Cristo Crasto

Compleanni, conoscenze inaspettate, caffè caffè caffè, conversazioni interessanti, casualità, colazioni leggere e colazioni pesanti, cd nuovi, curiosità, consigli ricevuti, corse in macchina, cene promesse e cene rimandate, canzoni a squarciagola, corsi universitari incomprensibili, cadute di stile, coldplay a sorpresa, ceroni orribili, cantautori e cantanti, crostate, confessioni imbarazzanti, commozioni cerebrali, contributi speciali, computer nuovi e computer troppo vecchi, cristi nei quadri, coglioni frantumati, cuscini vuoti, controllori dei parcheggi li mortacci loro, capitoli iniziati e capitoli finiti, compiti troppo difficili da affrontare, cd vecchi, composizioni, compagnia piacevole, chiusura di rapporti, cuori sacri, camminate in periferia, camminate in centro, concerti passati e concerti futuri, capelli schifosi che non sono i tuoi, consigli dati, camper desiderate così tanto, cenoni di famiglia, citrosodine, caldo quando è freddo, coraggio, cambiamenti, caffè, caffè e ancora caffè.

Ma soprattutto, confusione.
Cazzo.

Quante "c", in questa settimana.