23 ottobre 2006

trecentosessantagradi


Eccola tra noi; la chiamano "il futuro".
Come il walkman, come l'iPod, come il cellulare, come internet. Come il tostapane, cristo.
Ecco a voi "il futuro" .
E' una televisione da indossare, copre la testa, la mente, le emozioni; 360 gradi tutt'intorno, per avere Costanzo fino dentro il cuore, per sentire la Ventura pulsare nelle vene, per vivere la cronaca nera dei TG come fosse un poliziesco.
Inorridirete, immagino.
Eppure...
La leggenda vuole che quando il fondatore della Sony, tale Akio Morita, inventò il Walkman, nel lontano 1979, i suoi collaboratori considerarono il progetto una follia, un disastro annunciato, un prodotto morto ancora prima di nascere. Quando mai la gente avrebbe comprato uno strumento che fa ascoltare la musica ad una persona sola? Chi mai sarebbe stato così pazzo, o asociale, o solo? Furono così convincenti, i signori collaboratori, che il primo modello di Walkman uscì con ben due uscite cuffie, che sinceramente, visto oggi, sembra solo un modo ipocrita per nascondere un delitto ormai compiuto.
Arriviamo ad oggi, ed ecco comparire la televisione infernale; subito le voci, previste e prevedibili. Ma chi mai si comprerà un oggetto che divide in questo modo, chi mai vorrà vedere la televisione da solo, chi mai è così triste, solitario, asociale?
Eppure...
A questo punto, la parabola dell'uomo è evidente: il "Futuro", quello vero, con la F maiuscola e senza un logo sotto, senza una marca o una pubblicità, è ben diverso. E' quello della distanza; è quello dei non luoghi, del virtuale, e della virtualizzazione del reale.
Il Futuro è quello che ci fa stringere i denti per una semplice conversazione, quello che ci fa tremare al pensiero di una carezza, e ci fa sobbalzare al ricordo di un bacio, Dio, quanto tempo, Dio, quanto contatto, Dio, quanto erano vicine, quelle labbra di chissacchì. Il Futuro ci allontana, perchè tra i messaggi sottopelle, e i sorrisi via webcam, è sempre più difficile sopportare altri due occhi contro i nostri, in quella lotta faticosa, confusa, stupenda, che è uno sguardo.

Il "futuro" è arrivato, ci dicono i giornali, ed è una sfera di metallo.
Entreranno, almeno due teste, per difendersi a vicenda?

1 commento:

Anonimo ha detto...

...mi spaventano certe cose.
complimenti per i post precedenti: dovevi esserci ai concerti dei sigur ròs!!