19 novembre 2005

Potessero le mie mani sfogliare

Non pubblico volentieri poesie, nè lo faccio spesso. Non sono un esperto di quest'arte, che mi appassiona poco e mi risulta di difficile comprensione. Per caso però mi sono imbattuto in queste due: che hanno, insieme, il piacere della semplicità e la bellezza della complessità.

Sono di Garcia Lorca, e volevo farvele leggere.





Bordone

Ti vedrò?
Non ti vedrò?

A me importa
soltanto il tuo amore.

Hai sempre il riso di allora,
e quel cuore?




Potessero le mie mani sfogliare

Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
t'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

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