Pare che stanotte l'intera Europa continentale abbia rischiato un blackout generale di proporzioni epiche, sfiorato ed evitato infine soltanto all'ultimo; è mancata la luce soltanto per alcuni minuti in qualche zona della Francia e in Germania, niente di simile al disastro che poteva verificarsi.
Vengono in mente mille ricordi del blackout italiano, quello di tre anni fa. Viene in mente la notte bianca traformata in notte nera, le luci sul lungotevere e il rumore assordante e poi, improvvisamente, il buio, i clacson delle macchine, l'iniziale spavento, i commenti sulla città che non reggeva il colpo della notte bianca (e chi sapeva, allora, che era un roba nazionale?), e poi tutta la notte, bianca comunque per noi impavidi animali notturni, passata in casa a giocare a chissacchè perchè fuori oltre ad essere tutto buio pioveva pure, le telefonate notturne, le candele, lo stupido esorcismo fatto a un criceto spaventato, le corse, la radio a pile che dava inesorabilmente quel tiepido suono di rumore bianco e niente più, chi può trasmettere in radio senza corrente?, le preoccupazioni e il divertimento e le macchine in giro con i loro fari, ancora più gialli nel contrasto con la città blunotte.
Tre anni fa, cazzo. Fottuti ricordi.
I Muse avevano pubblicato Absolution da una settimana e un giorno esatti, quella notte.
E Absolution era fisso nel mio lettore cd, nella mia mente, e nelle mie parole.
In Absolution c'è una canzone bellissima, e troppo poco conosciuta.
La canzone, si chiama Blackout.
Musica.
don't kid yourself
and don't fool yourself
this love's too good to last
and i'm too old to dream
don't grow up too fast
and don't embrace the past
this life's too good to last
and i'm too young to care
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