19 novembre 2006
Marie Antoinette
Raramente accade che un regista, con soli tre film alle spalle, possa già dirsi creatore di uno stile, un genere, un marchio di fabbrica ben definito. Eppure questo è il caso di Sofia Coppola: che con Marie Antoinette porta nelle sale un'opera notevolissima, certamente ambiziosa e per niente deludente. Il film è un compendio della regalità, infinitamente immerso in due anime distinte, diverse e perfettamente combacianti: un'anima prettamente anni '70, e un'altra intrisa di cultura gay. La priaman si manifesta nello stile, un classico dei film della Coppola, e snella colonna sonora, anch'essa di genere, ormai. Già la locandina dovrebbe far riflettere molto (l'ispirazione è chiaramente sexpistolsiana), e così le numerose canzoni, che in un film in costume sorprendono non poco (rock, rock, rock!), o ancora i tantissimi "sbagli" lasciati in fase di montaggio, forse per riportarci con la mente al concetto di "finzione", tanto evidente quanto lasciato visibile (in due o tre scene si intravedono i microfoni di scena chiaramente, e nessuno mi toglie dalla testa un'immagine in cui balzano agli occhi delle all-star, in mezzo alle scarpe regali di cui la regina si circondava). La seconda anima è puramente omosex, e traspare dai colori, dai dialoghi così frivoli e fintamente superficiali, e dalla presenza degli attori scelti. Prima di tutto Asia Argento, che è perfetta nel ruolo stravagante della puttana di corte, amante del re, piena di ambiguità e sempre al limite del volgare, dell'osceno, senza mai sforare però nel disgustoso, tenendosi su quel limite geniale che solo lei poteva ottenere; così Jamie Dornan, il famoso modello di Dior e Calvin Klein, qui nella parte dell'amante della regina, tenebroso e credibile considerando che è la sua prima apparizione cinematografica. Ma soprattutto lei, Kirsten, in questo film semplicemente splendida. Se il film regge, è senza dubbio grazie a lei, che lo rende affascinante e godibile in ogni scena. Le due anime quindi convivono e non si scontrano mai, rendendo il mix quasi perfetto, se non fosse per qualche momento di troppo che allunga un po' la brodaglia, rischiando qualche parentesi "noia", comunque facilmente bypassabile concentrandosi sul contorno, sui costumi sfarzosi, sulla musica sempre presente e sempre fantasiosa, sulla fotografia, bellissima.
Marie Antoinette è un film di Sofia Coppola. Niente di più, niente di meno. Ormai, come ho detto, questa è una garanzia. Dal "giardino" a "lost in traslation" qualcosa era cambiato. Negli intenti, se non altro. Qui no, invece; qui non c'è niente di nuovo: è Sofia al cubo, e basta.
Ne vale la pena, però. E oggi, al cinema, è una cosa rara.
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