12 maggio 2005

Mystica sopravvalutazione

"Mystic River", il film di qualche tempo fa e che mi sono deciso solo ora a vedere (basta leggere la trama per capire che per un mattone simile serve un momento di grande tranquillità e serenità d'animo), amatissimo dalla critica e dal pubblico, è stato secondo me incredibilmente sopravvalutato.
Sarà che non ho mai amato Clint Eastwood, ma non è per pregiudizi che lo definisco il classico film americano, confezionato apposta dalla "fabbrica di emozioni" per far piangere il pubblico senza offendere nessuno e senza sbilanciarsi mai su niente. C'è proprio tutto: il bambino sfruttato, la moglie sospettosa, il boss padre-affettuoso, la morte improvvisa di un personaggio simpaticissimo, l'amore nascosto, il finale a sorpresa. Alla fine mi chiedo cosa mi sia rimasto, oltre alle belle inquadrature, dopo due ore e un quarto di scene strappalacrime.
Resto dell'idea che un film, per essere bello, non deve essere solo ben congeniato: sennò i Vanzina avrebbero girato Dogville.

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