"Chi volesse sapere qualcosa di me, non venga qui; vada nella città tale, la via tale e chieda degli abiti del tale, magari soltanto per vederli, li appenda, così come sono, metta il fazzoletto nella tasca sinistra dei calzoni, faccia il nodo alla cravatta meglio che può e così si guardi attorno, guardi quelli che gli stanno attorno, e troverà di me tutto ciò che vorrà, vita, morte, miracoli. Ma non venga qui, non venga qui, qui non si suona nessun campanello, non si può chiedere di nessuno perchè nessuno abita, non ci sono abiti e allora cosa troverebbe?
L'indifferenza che può emanare una casa inabitata da lungo tempo, senza una strada, dei tram, soltanto erba, papaveri, camomilla, api, mosconi.
E se volesse proprio venire, non venga per vedere qualcosa di me, ma si porti un libro e si segga qui, a leggere.
Temo però che non ci resterà molto tempo.
Sembra ci sia qualcosa, qui, che non fa restare nessuno."
"Vi sono casi in cui qualcuno di noi
intuita la propria figurazione
nelle calcinose urne di un sotterraneo
la scrolla dalle fragili giunture
finchè i devoti atteggiamenti
non ricadano, sconvolti,
nell'umida cavità.
Oppure,
staccata dal lucido cranio l'irta capigliatura
se la pone addosso
come un'agitata parrucca.
Ma poi riprendiamo in crescendo,
vagante compagine,
le canore abitudini."
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