29 luglio 2007

E che sospiri, la libertà.

Son tornato ma poi sono ancora lì.
Le mani, le dita, si muovono su tasti stranieri: perchè la mia terra non è più questa dove sono. Con gli occhi cerco le mie cose, le mie proprietà; ma sono ormai lontane, molte miglia, e mari, e fatiche, e passi, e urla, e mesi, da qui. Percepisco una ghigliottina che, violenta e così sporca, scende a separarmi da ciò che mi appartiene: io in una gabbia dorata, e tutto il mio ardore in un'altra; e metallo, e freddo, e sudicio tra noi. In sottofondo una colonna sonora di angeli ribelli; a cantare a cappella le disgrazie di una vita che è due vite.
Dammi tempo dammi coraggio, perchè ho poco tempo e poco coraggio. Dammi qualcuno dei tuoi sorrisi scottanti, dammi un po' di quel giallo abbagliante, regalami una sigaretta insieme a te, perdona le mie mancanze e le mie parole al vento, accetta le mie lacrime, proteggimi dalla pioggia e fatti proteggere dal vento, stringi le tue dita sulle mie, che possa farti sentire quanta forza ho riservato per te. Non ascoltare tutti gli altri, la loro è miseria, sono poveri borghesi dello spirito. Ci diranno: "siete piccoli"; noi annuiremo con malizia, perchè in verità, allo specchio, appariamo due giganti. Ci diranno: "siete tristi", e noi allora soffieremo via le lacrime con lo stesso fazzoletto: perchè un'angoscia in due, è più potente di mille risate da soli. Tu non guardarli se non per pena, o per scusarti con loro; perchè noi siamo più mentre loro sono meno.
Conosceranno la nostra velocità e il nostro controllo, vedranno le stelle nello spazio tra i nostri sguardi, impazziranno per noi. Il nostro potere è transatlantico, attraversa le distanze alla velocità della luce, teletrasporta gli stati d'animo; col nostro cuore solchiamo spazi ed età, come un meteorite in fiamme: ma noi non ci spegneremo mai, perchè il combustibile è infinito, così come il sentimento; come un acuto che vibra alla frequenza di mille strida e applausi e corde.
Io e te siamo legati e io ti seguirò, ovunque tu vada. Io sarò con te anche nell'oscurità; ora però lasciamo stare, esci un poco dal mio cranio.
Ora lascia che io parli, ora lascia che io ascolti, ora lascia che io veda, ora lascia che io assaggi, ora lascia che io parta, ora lascia che io torni, ora lascia che io tocchi, ora lascia che io fugga, ora lascia che io paghi, ora lascia che io incassi, ora lascia che io spezzi, ora lascia che io attacchi, ora lascia che io corra, ora lascia che io cada, ora lascia che io urli, ora lascia che io affondi, ora lascia che io risalga, ora lascia che io muoia, ora lascia che io viva, ora lascia che io muoia, ora lascia che io viva, ora lascia che io preghi e osservi e spogli e morda e morda e morda e morda e morda e morda ancora con le fauci per sbranarti e poi ingoiarti e del tuo corpo farne il mio perchè tu sei il mio Gesù Cristo.
Poi taci e vaffanculo.
Ora lascia che io pianga.

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