Di nuovo, sulle parole.
Ho letto, ormai parecchio tempo fa, Profumo, di Suskind. Devo averne anche parlato in questo marasma di cose che sta diventando il mio vetusto blog. Ma vabbè.
Profumo è un romanzo. Eppure, Profumo è il classico libro che ha tutte le carte in regola per non essere affatto un romanzo. Mi spiego meglio. Leggere Profumo equivale a leggere tante poesie, una dopo l'altra. Tante piccole liriche legate tra loro da una piccolezza sola: magari l'ultima parolina dell'una è la prima della successiva, oppure l'atmosfera che si respira è leggermente simile, oppure, ancora, i personaggi sono gli stessi. Ma rimangono divise, separate: non omogenee tra loro. E di ognuna si può dire ciò che ho detto riguardo la poesia, nel post più in basso: di ognuna di loro, nessuna esclusa, puoi appropriartene come fosse una stanza d'albergo. E quando sei alla fine, ti senti il direttore di un villaggio turistico mica male.
Non è per niente facile scrivere una roba così: perchè vuol dire riuscire dove molti hanno fallito. Vuol dire unire le due soglie del mondo. Le due facce della realtà, il lato della poesia, del sogno, dell'emozione; e quello della prosa, della realtà, della finzione.
Suskind ci è riuscito, e l'osanna che ha ricevuto dal mondo intero ne è prova e conseguenza. Impossibile non resistere allo scorrre dei caratteri nel testo: in alcuni punti si sente dolore, si prova fame, si è assonnati. Nei passi più coinvolgente, giuro di essere riuscito ad assaporare perfino il profumo, quello di cui parla il romanzo; ne avevo chiara la consistenza in testa, ed era qualcosa che non avevo mai sentito, e che non mi apparteneva. Uno che riesce in questo, che butta giù Kant con 250 pagine di romanzo, che ti crea qualcosa di totalmente estraneo, te lo piazza in testa, e ti fa immaginare di possederlo: bhè, cazzo, uno così è davvero raro.
Poi arrivano i problemi. Perchè il 22 settembre, i tipi soliti, fanno uscire il film.
Ora: ritengo già quasi impossibile trarre un film da un romanzo classico, di quelli normali, che se ti parlano di un odore, è uno che hai già sentito, tipo la cacca di mucca, o il ciambellone. Già lo ritengo improbabile, se non altro. Ma trarre un film da Profumo di Suskind? Stiamo scherzando?
Non oso immaginare a cosa sia potuto venire fuori: il film, lo vedrò, per curiosità più che altro. Perchè forse sarà un bel film, cambiandogli titolo, ed eliminando le tracce della sua derivazione. Ma una cosa bisogna davvero che i tipi soliti me la spieghino.
Perchè ho visto il solito ragazzino fighetto, come protagonista, quando Grenouille, invece, è storpio e brutto?
Magie del trucco Hollywoodiano?
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1 commento:
concordo.
Sarebbe stato curioso se il povero Kubrik avesse realizzato il suo desiderio di portarlo sul grande schermo...
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