22 agosto 2006

Ode a Harry Potter

Era il 1998. Ricordo il freddo, doveva essere inverno, forse novembre, o dicembre. Ero a fare il mio solito giro da Feltrinelli, quello a Piazza della Repubblica; avevo 15 anni, abbastanza grande da vagare nel reparto narrativa, ma ancora piccolo da potermi permettere qualche minuto a fantasticare nel grosso stanzone con i libri per bambini. Sollevo un libro che mi incuriosisce, dimensioni un po' esagerate per un libro per bambini. "Harry Potter e la Camera dei Segreti", si chiamava: accanto, c'era "La Pietra Filosofale". Quasi per caso, forse per la noia, forse per la mancanza di altri libri interessanti, li prendo entrambi. Arrivato a casa inizio a leggerli, vengo immediatamente colpito dalla complessità della trama, dalle atmosfere così bambinesche ma così... fantasy allo stesso tempo. Li divoro entrambi e scopro con stupore che ne dovranno uscire altri, che non è finita lì, che la storia continuerà, chissà quando. In giro si comincia a parlare della cosa, c'è chi dice che probabilmente altri libri non ne usciranno mai, che la cosa finirà lì, chi si legge dei mattoni tanti per bambini?. La mania era alle porte, invece. Io l'avevo anticipata per caso, di qualche mese. Scopro che le classifiche sono già impazzite, che i due volumi sono in vetta alle vendite dei libri per bambini, la cosa si fa sempre più strana. Passano i mesi e quasi mi dimentico, fino all'ottobre successivo. Stavolta sono alla MEL, e l'atmosfera è strana. I libri per bambini sono al piano di sotto, quello grande è riservato ai romanzi, alla narrativa, agli adulti: eppure dal soffitto pendono grandi cartelli pubblicitari. C'è Harry Potter su un bestione alato. C'è il terzo volume. C'è il delirio mediatico. Il volume è in testa alle vendite. Non dei libri per bambini: dei libri, tutti. Ricordo le voci, allora: "Durerà poco. Finirà presto. Andrà a sparire, come il tamagotchi". Nel 2004, 5 anni e due Harry Potter dopo, la saga ha venduto in totale più di 270 milioni di copie, un successo senza precedenti nella storia dell'editoria. Altre voci: "Non può durare, sono solamente libri per bambini, ecco, ora c'è il Codice da Vinci e nessuno si ricorderà più del tipo strano con la cicatrice in fronte". Passa un anno e in inghilterra esce il sesto volume. Il Times scrive: "Harry Potter e il Principe Mezzo Sangue ha venduto in un solo giorno più del Codice da Vinci in un intero anno". 10 milioni di libri, in meno di 24 ore. Roba che il libro più venduto di Clive Cussler ne ha venduti in totale 11, di milioni. In Italia il libro esce a inizio 2006, e le librerie sono aperte di notte, per attendere l'evento. Perchè di evento si tratta. Entri in libreria con il tuo buono prenotazione, vai alla cassa e ne esci con un libro enorme in mano con la commessa che ti sorride melliflua, e tu capisci che lei lo ha già letto, bastarda: in giro la gente lo legge ovunque. In metro, sull'autobus, sulle panchine. Agosto 2006, oggi. Tra un anno uscirà l'ultimo capitolo. Il successo è durato, e anzi è lievitato fino a livelli impensabili prima. L'uscita del settimo e conclusivo libro produrrà probabili oscillazioni in borsa, aperture straordinarie, eventi e organizzazioni incredibili. La scrittrice in un comunicato fa sapere in giro che l'ultimo capitolo è già scritto da anni, in una cassaforte: un tesoro dal valore economico inestimabile. Una macchina da soldi.

Però è bello pensare che per una volta, non ci sia bisogno di sesso o di sparatorie per vendere , è bello pensare a bambini che leggono perchè vogliono farlo, è bello pensare ad adulti che parlano con i loro figli, soddisfatti finalmente di poter comunicargli qualcosa di interessante anche per loro, è bello pensare che 300 milioni di libri hanno forse dato un sorriso in più a tanti. Io sono un pro-Harry Potter. Di quei 300 milioni, in casa mia ce n'è sono solamente 6. Sono bastati.

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