13 luglio 2006

L'Amore.

L'Amore, già.
Non ne parlo mai: almeno non come parlo di tutto il resto, lo avrete notato. Potreste concluderne alcune ipotesi sul mio conto. Forse che sono un insensibile, o che non mi innamoro mai, o ancora, cosa assai più terribile per il mio ego, che non ho bisogno di parlarne, per qualche misero rifiuto verso insofferenti commenti di tenera compassione. Non è così.
Il fatto è che ultimamente sono giunto a varie conclusioni, su quella cosa così bizzarra che è il sentimento affettivo. Sono state poche le persone fortunate che sono state oggette del mio Amore. Poche, sì, ma per così tanto tempo che neanche riesco a ricordarmi com'era tutto più facile quando non ero innamorato: niente tristezze nel cuore, niente Noi Wind Sms, niente sguardi dolci, niente sguardi di odio, niente gelosia... Niente regali costosi, per giunta: e la regola, in questi casi, è molto semplice; quando ti trovi a non avere nessuno a cui fare un regalo da più di 50 euro, puoi cominciare a considerarti solo. Ci sono padri che regalano computer ai figli, per questo.
Avrete notato la "A" maiuscola. Questo è per mostrare la differenza tra quello di cui sto parlando e "l'amore", che è ben diverso. La "A" maiuscola rappresenta, nella mia personalissima definizione, tutto l'arcobaleno di intenzioni, pensieri, desideri che si tramutano in gesti, fisici e mentali, e che portano un essere umano a uno stato di beatitudine in conseguenza della presenza o del ricordo di un'altro essere umano. La parte con la "a" minuscola invece, per me si riduce al "sesso", quell'accessorio da tutti tanto osannato, mitizzato e ormai incernierato in un clichè vetusto ed effimero, che in realtà è solo una piccola componente, forse tra le meno importanti, del vero e proprio Amore. Per quest'ultimo, attenzione, le cose si fanno ben più complicate.
Il sottile cinismo divino si manifesta infatti nella sua gloria maligna se pensate che in pratica, per innamorarsi, non c'è bisogno di niente. Non servono tappeti pieni di aghi in cui inginocchiarsi, muri bianchi in cui sbattere la testa e pregare, o agnelli da sgozzare su un altare. Non serve neanche Ruini, per l'Amore, pensate un po'. C'è rimasto male. Eppure, e qui sta la sottigliezza, da dio non me lo sarei mai aspettato, è proprio una cosa così gratuita, così accessibile, che ci fa stare male. Deriva tutto da lì.
Sono in un periodo di grande confusione amorosa. Da una parte mi innamoro di chiunque. Avete presente quel tipo di persona che neanche sta a guardare se l'oggetto del proprio desiderio rientra nel (ristretto) gruppo delle sue possibilità? Quel tipo di persona che si innamora dei vip, o magari di quella ragazza che gli tormenta il cuore dalla terza media, o di quel tipo di "Un Posto al Sole" che la scorsa puntata se l'è fatta con la Pina? Eccomi, sono io. Grazie a dio non mi sono ancora ridotto ad innamorarmi della Pina: non sono masochista. Mi innamoro di chiunque nel senso che poi queste persone mi mancano: magari ci ripenso, mi invento film fantascientifici in cui stiamo insieme in un'enorme nave da crociera o in una tenda nel deserto del Gobi, torno sui miei passi se le vedo passarmi davanti. Dall'altra parte, però, non riesco a concretizzare il mio Amore. Cioè, non è che mi manchi l'inventiva, per carità. Non sono il tipo, per carenze di questo genere. Piuttosto mi manca la determinazione e la voglia, quella che ti fa fare le figure di merda, quella che ti trascina. C'è qualcosa che mi blocca, forse antichi scheletri nell'armadio che mi tormentano, forse gelosia (per chi?), forse invidia (per chi?), forse semplice vanità: quella che ti fa credere che basta aspettare. Non pretendo di risolvere la questione meditando a gambe incrociate seduto sul letto, con l'indice sul pollice, mormorando "Ohm". Non pretendo neanche di comprare in edicola il Kit "Costruisci il tuo partner", prima uscita a solo quattroeuroennovanta. Vorrei soltanto superare alcuni pensieri molesti. C'è chi, in questi casi, prende il cellulare, cerca in rubrica e trova la sua "Persona Facilmente scopabile del Momento", da qui per comodità "PFM". A quel punto chiama la PFM, e doppo due o tre trattamenti la solitudine passa per un'altra mesata. Tutti hanno una "PFM, si sa, quindi non mentite fingendo di scandalizzarvi. Io, comunque, non riesco a fare così: trovo "l'amore" con la a minuscola piuttosto deludente, e mortificante, in questi casi. Dovrò trovare altre strade. Chissà in che modi misteriosi esploderà il destino, silenziosamente, davanti a me.
Oggi ero in vena di post, avete notato? Sarà la stressante cena parentale che mi attende, o lo stressante esame di diritto di domattina, o la stressante stasi in cui si trova la mia vita stressante al momento.
O forse sarà lo stress, chissà. Dovrei pensare a quest'ultima ipotesi...



ps. Su suggerimento di un tipo, che poi che cazzo vuole, aggiungo una postilla, inutile, ma colta.
I skipped the part about: Love.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao sav!sono tornata a roma dopo 10 giorni a barcellona che hanno significato astinenza da internet, e ti posso dire che oggi subito dopo aver controllato la posta mi sono precipitata ad aprire il tuo blog ed è stato davvero piacevole immergersi per un po' nella lettura dei tuoi ultimi post!!è meglio quando ne ho più di uno da leggere, visto che mi piacciono così tanto!!scrivi benissimo, è sempre un piacere passare di qua!!!

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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