07 maggio 2005

Baricco su "Repubblica"

Qualche giorno fa (sabato scorso il 30 aprile) su La Repubblica è stato pubblicato un articolo di Baricco, sulla morte del Papa. Vi riporto l'inizio sperando che vi spinga a leggerlo tutto perchè era davvero bello...

"Erano i giorni del Papa. Quello vecchio. I giorni della morte del Papa. E io stavo lì, come tutti, a seguire la grande messa in scena. La situazione, come si sa, inclinava a tutta una serie di sentimenti discordanti. Ma con il passare delle ore iniziò a sembrarmi sempre più chiaro che non io in particolare, ma tutti, assolutamente tutti, stavamo per essere sopraffatti da un sentimento più forte degli altri, mica tanto confessabile, ma adamantino: il fastidio. Eravamo tutti colpiti, vagamente commossi, ma soprattutto inesorabilmente infastiditi per quel che stava accadendo: e quel che stava accadendo non era che un papa moriva, no: quello che stava accadendo era una colata mediatica senza precedenti, un’invasione allucinante della mono-notizia papale, un distruttivo tzunami dell’informazione, anzi di una informazione. Piaccia o no, la vera reazione che ha accomunato tutti, in quei giorni, è stata il pensiero che si stava esagerando. Che, davvero, tutto quello era troppo.
Quando arrivi a Skysport e trovi Porrà, e Porrà sta parlando del Papa, allora è troppo.
Poi magari la gente lo diceva a mezza voce, perché le spiaceva sputare sul presepe: ma lo pensava, e senza esitazioni. Si stava esagerando. Quando ho sentito esporre il concetto dal conduttore di una di quelle radio della capitale che parlano solo, 24 ore al giorno, di Roma e Lazio, ho capito che si stava formando un colossale ingorgo intellettuale: quella è gente che può passare tre giorni a discutere e dissezionare una frase di Cassano: eppure perfino a loro pareva troppo quello che si stava facendo sul Papa. Cosa diavolo stava succedendo? Da che parte stava, ormai, l’intelligenza?
E intanto il grande racconto mediatico alluvionava qualsiasi spazio e tempo, partorendo a ritmo sempre più elevato domande senza risposte e paradossi logici. Più erano le ore papali di televisione più si allungava la cosa, da piazza San Pietro lungo il Tevere: comprensibilmente, perché ogni ora televisiva moltiplicava il mito. E più si allungava la coda più si allungavano le ore papali in televisione: comprensibilmente, perché più lunga era la coda più la notizia diventava clamorosa. Sì, ma qual’era l’inizio di tutto: la tivù o la coda? Voglio dire, qual’era la cosa vera? Cos’è che effettivamente era accaduto: che tanta gente era in coda, o ce i media avevano messo su un mito? O tutt’e due? Mah. E così passeggiavi lungo la grande coda, come allo zoo, cercando di capire. Con una domanda in testa: sarebbe un coda così lunga, se non fosse una coda così lunga? Voglio dire: quanti di quelli non sarebbero mai venuti se quella coda fosse stata una coda normale?"

Ciao a tutti!!!

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