Una notte sognai che la polizia sfondava la porta del mio appartamento, che non era il mio appartamento ma era un palazzo gigantesco con tutti quadri scuri e spaventosi ai muri perché nel frattempo io avevo fatto i soldi alle spalle dei miei amici che erano tutti morti per colpa mia mentre io ero diventato ricchissimo, e insomma irrompeva nella mia lussuosa stanza dove mi trovavo a dormire in uno di quei letti enormi come quelli di Zio Paperone nei fumetti. Poi mi arrestavano per frode e tradimento e mi gettavano in una prigione e nel pavimento sporco c’erano resti di ossa umane, e da un buco spuntavano due ratti enormi che cominciavano ad avvicinarsi sbavando e osservandomi con gli occhi iniettati di sangue, e alla fine proprio mentre mi stavano saltando addosso mi svegliai. Prima di riuscire ad addormentarmi di nuovo dovetti farmi fuori tre Tennent’s, le trangugiai quasi senza respirare. La terza era anche calda. A me la birra calda fa schifo.
La mattina uscii di casa e passai due ore ad alitare sulla vetrina di un negozio chiuso. Prendevo un respiro, poi soffiavo l’aria calda fino a formare una nuvola di condensa, ci scrivevo con il dito la parola “stronzo” ed aspettavo che scomparisse. Mi faceva sentire meno sporco. Più pulito. Che è la stessa cosa, sempre matto sembravo.
Andai all'ospedale sperando che almeno lei potesse aiutarmi ma per la prima volta da quando era lì non mi fecero entrare. Dissero che l’orario delle visite era terminato e che: “deve tornare domani”. “Domani?”. “Domani”. “Potrei essere morto, domani”. “Se si sente male non si faccia problemi a tornare”. Senza parole, i medici.
Scrissi un messaggio, “mi dispiace ma non possiamo andare avanti così”, lo osservai per altre due ore aleggiare sullo schermo del telefonino. Poi lo cancellai senza inviarlo. Avevo in testa una classifica tremenda. I giorni più brutti della mia vita.
3. L’altro ieri
2. Ieri
1. Oggi
Alla radio passavano "Wonderful life". Questo lo ricordo perfettamente.
06 marzo 2008
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