11 settembre 2007
Rime Baciate
Le tue righe vanno troppo spesso a capo, come mai? Preferisco quella prosa che si allunga sopra i dubbi ai tuoi versi troppo brevi, due certezze ed un silenzio: vorrei leggere anche il dopo, non mi piacciono i tre punti sospensivi. Mi ricordo troppe cose per poter riempire i vuoti a fantasia: ho tutto in mente, ed è per questo che mi mancano i tuoi dialoghi schiacchianti, le risposte trangugiate e digerite in un momento a provocare ancora fame, ancora voglia. Sono triste, stufo, stanco di pensare a come dar significato al già sentito, è giunta l'ora di affannarsi in nuove strofe: non è facile, bisognerà tentare in nuove lingue, virtuosismi di sintassi per scalare ciò che so ed andare oltre in territori inesplorati; quanto verde e che silenzio da lassù, vale la pena! Ecco allora, sto studiando: sto imparando come fare, dammi tempo e prendi il tuo. Stai scoprendo come me che non ci son 21 lettere ma mille? Che gli accenti vanno lì, ma pure giù, nonchè quassù? Mi rendi liquido, in te divento inchiostro. Quando sarà faremo rima: tra i tuoi denti e i miei capelli, un alfabeto.
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