02 aprile 2007

Correndo con le forbici in mano

"Non posso fare lo scrittere - dissi. - Non so neanche scrivere. Tutto quello che faccio è scribacchiare delle cose su dei quaderni. Non so neanche cosa è un verbo o come si batte a macchina. E non leggo mai. Bisogna leggere roba tipo Hemingway per diventare uno scrittore."
"Non c'è bisogno di leggere Hemingway, è solo un vecchio grasso e ubriacone - disse. - Devi solo prendere appunti. Come stai già facendo."
"Bè, non so. Probabilmente finirò a fare il prostituto."
"Non puoi farlo - rise. - Hai il culo troppo secco."
"Ah, ah. Se solo avessi il tuo culo."
"Se avessi il mio sedere, potresti dominare il mondo."
"E tu che mi dici? Cosa vuoi fare da grande?"
"Forse la psicologo oppure la cantante."
"Psicologa o cantante? - dissi puntiglioso. - E' praticamente la stessa cosa."
"Sta' zitto - disse, dandomi una botta sul braccio. - Posso permettermi di essere due cose. Se tu puoi fare lo scrittore ed essere tanti personaggi diversi, allora io come minimo, devo poter essere due cose."
"Dovresti provarci, Natalie. Allo Smith ti prenderebbero di sicuro. Sarebbero fortunati ad averti, sai."
"Oh, non so. Non è così facile."
"E' per questo che devi farlo" dissi.
"Anche tu."
Natalie si allungò in avanti e appoggiò i gomiti sul tavolo.
"Non ti senti mai come se stessimo rincorrendo qualcosa? Qualcosa più grande di noi. Non so, qualcosa che possiamo vedere soltanto io e te. Come se stessijmo sempre correndo, correndo, correndo ancora?"
"Già - dissi. Stiamo correndo eccome. Correndo, con le forbici in mano."


A. Burroughs

1 commento:

Anonimo ha detto...

sembra bello questo libro...
lo leggerò