18 marzo 2007

Apparenti inganni

Sono un fan dell'apparenza, nel guscio è tutto il mio amore, guardo il fuori, e dopo, e forse, il dentro. La mente mi piace per i suoi effetti nel costume, non mi importano ricerche nè scoperte, mi interesso dei colori delle forme e dei profumi. Nel tramonto cerco solo l'emozione, nell'amore solamente l'attrazione, nel parlato la dizione, nell'attore la bellezza. Cerco chi mi supera in fascino per sfidarlo e superarlo, e farmi superare dopo; uso gli altri come creme per il viso. Odio l'imperfezione, la sporcizia e il disordine: preferisco lo stupido al saggio. Voglio solo chi capisco per impedirgli di capirmi, ascolto la musica che va di moda, vesto con i vestiti che vanno di moda, guardo film che vanno di moda, leggo solo su commissione. Lo specchio è il mio più grande amico, poi la spazzola e pinzette, il bagnoschiuma è mio cugino, la doccia più d'un fratello, la pioggia un assassino. Copro gli occhi con il nero degli occhiali, anche al buio, perchè gli altri mi si sciolgano davanti. I chirurghi mi modificano il corpo, un naso diverso, labbra diverse, busto diverso, gambe diverse, in cambio la liquidazione di mio padre. Ti voglio sopra l'ordinario, ma soltanto per la vista, con la glassa che colora di apparenza.
Guardo gli altri, come un cuoco osserva attento le sue mucche ad una gara di cucina.

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