Finalmente mi sono deciso. Dopo mesi dall'apparizione ovunque delle nuove canzoni dei Radiohead, eseguite live in gran parte dell'ultimo tour della band, mi sono deciso infine ad ascoltarle anch'io. All'inizio non volevo, in effetti. Aspettiamo l'lp7, mi ero detto. Aspettiamo la versione definitiva, sarà tutta un'altra cosa.
Poi ho pensato: è vero, in genere una traccia live è sempre molto meno di una traccia in studio. In genere. Ma effettivamente questo non vale per i Radiohead, il cui modo di fare musica ha talmente tanto di rivoluzionario che è difficile persino immaginare delle regole che valgano anche per loro. E così mi sono trovato ad ascoltare delle canzoni eseguite live, sì, ma costruite in modo così geniale, eseguite in modo così naturale, da sembrare uscite da un disco prodotto ad'arte, e giusto appena registrato male.
La songs sono splendide, la direzione che hanno preso è già mia, appena più immediata del disco precedente, appena più rock, appena più elettronica, appena più. Del resto un gruppo che dopo Ok Computer ha fatto Kid A, che dopo Kid A ha fatto Amnesiac, e che dopo Amnesiac è riuscita nell'incredibile facendo Hail To The Thief, ecco, un gruppo così ci impedisce di dubitare.
Vi lascio al gusto tutto particolare di ascoltare per la prima volta una nuova canzone dei Radiohead. Qui si tratta di Thom da solo al piano, che esegue Down is the new up in una versione acustica diversissima dall'originale fatta nei live normalmente; eccovi quella che è già la canzone dell'anno, e dell'anno a venire, e di quello passato, perchè è una canzone perfetta.
Era tanto che non se ne scrivevano, di canzoni così.
20 gennaio 2007
Per un Radiohead in più
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