La giornata di ieri ha riservato una sorpresa bellissima. Iniziata come una normalissima mattina preuniversitaria, pochi minuti su internet prima delle lezioni hanno rivelato l'irrilevabile: l'album di Thom, "The Eraser", era su internet, per mano di qualche individuo fortunato. Pochi minuti, ed era già in download. No, fermi tutti, è che manca ancora un mese alla sua uscita ufficiale, non potevo davvero aspettare! Quando uscirà, poi, ovviamente lo comprerò originale.
L'album è radioheaddish al massimo, tanto da poterlo confondere con un nuovo album loro, in fin dei conti seppur il genere è un po' diverso da quello dei loro ultimi album, i radiohead hanno cambiato genere così tante volte che non sembrerebbe affatto strano un disco simile nel loro repertorio. Le song sono quasi tutte bellissime, condite dell'originalità che caratterizza tutto quello che fa Thom Yorke e dalla sua voce, stavolta ai massimi storici. Nessuna canzone è immediata, hanno tutte bisogno di qualche ascolto, ma basta un po' per innamorarsene senza problemi. Una batteria quasi da drum&bass percorre quasi tutte le canzoni, e synth su synth fanno quasi tutto il resto, con timide chitarre che appaiono ogni tanto, ma considerando che è lui a suonarle, e che lui lo sa fare molto poco, accontentiamoci. Anche perchè il risultato è stupendo, inutile, è stupendo.
La penultima traccia "Harrowdown Hill" è diventata una delle mie canzoni preferite dopo pochi ascolti, con quell'inserto di voce "We think the same thing at the same time..." che si ripete in continuazione, bellissima davvero. Poi c'è "Black Swan", la più "commerciale" del disco (nel senso che sarà inserita come colonna sonora di un film, per il resto è identica alle altre... Forse un minimo più orecchiabile, ma niente di più), bella anche lei. E poi le altre, spicca "The Clock", che fa impazzire per la batteria e l'ultima "Cymbal Rush" che ha una melodia da panico.
Non succede spesso una cosa così, insomma. Quest'album, qualsiasi cosa, resterà nella storia dei Radiohead, e dato che i Radiohead resteranno nella storia della musica, la conclusione è semplice.
Ora, aspettiamo l'anno prossimo. Ho da fare, tanto...
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