18 giugno 2006

The Omen - Ultraviolet: la rinascita degli stolti.

I due film appena citati non sono accomunati soltanto dal mio averli visti a brevissima distanza tra loro. C'è ben altro che li lega, come intenzioni e come carattere. Entrambi lasciano trapelare infatti il vero problema del cinema americano di oggi: la scontatezza.
Sembra quasi che a Hollywood non si pongano neanche più il problema, della qualità dei film che producono. Se lo facessero, suppongo, non gli verrebbe neanche in mente di tirar fuori menate del genere, in cui lo spettatore passa la prima metà del film a sperare che l'imbarazzante tripudio di luoghi comuni e deja vu sia solo il preambolo a qualcosa di più socialmente utile, e la seconda metà a sperare di aver sbagliato sala, l'Adriano ne ha così tante...
The Omen e Ultraviolet sono lo stesso film. In entrambi ci troviamo di fronte a caratteristiche di alcuni personaggi (il potere del bimbo/anticristo nel primo, la forza della strafiga/vampira nel secondo) che capiamo subito essere inarrestabili, invincibili. Così è evidente che non ci sorprendiamo affatto, se l'anticristo riesce a uccidere questo o quello, o se la strafiga vince i combattimenti con 50 o 100 nemici in più della volta precedente: il film ci ha fatto capire che sarà così, sempre, perchè le loro sono caratteristiche inarrestabili. Allora mi chiedo per quale motivo concentrare le trame proprio su di queste, a costo di rendere lo spettacolo di una noia mortale (quale spettatore vuole vedere lo svolgersi di un'aqvvenimento di cui riesce a prevedere perfettamente la fine?); non sarebbe stato meglio spendere qualche soldino in più in bravi sceneggiatori, invece che in cattivi effetti speciali?
Una considerazione aggiuntiva su entrambi: la scelta di entrambi i bambini nei due film è sbagliatissima. Ci voleva una Dakota Fanning al maschile, qualcuino, insomma, con qualcosa di più di una paresi facciale.
Una considerazione aggiuntiva su The Omen: perchè un film che aveva le potenzialità per spaventare, con la paura vera, l'angoscia, invece si riduce allo strategemma del "botto quando non te lo aspetti"? E soprattutto, perchè per farti venire il colpo usa la tecnica più banale mai adottata, ossia quella del "lo metto durante il sogno della protagonista, così posso metterci qualsiasi mostruosità che tanto lei la sta solo sognando e non mi rovina la trama"?
Infine, una considerazione aggiuntiva su Ultraviolet: premesso che l'intero film è coperto da due o tre strati di computer grafica (probabilmente usati anche dai truccatori al posto del fondotinta), , e che in ogni caso un video game è ben più emozionante di questo film (almeno lì c'è l'emozione di poter perdere), mi chiedo, comunque, per quale motivo abbiano utilizzato come tecnico degli effetti speciali lo stesso di King Kong. No, che avete capito.
Quello del 1933, ovviamente.

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