Qualche giorno fa ho visto questo capolavoro del cinema italiano.
Un film senza scossoni, senza colpi di scena, prevedibile fino alla fine, eppure incredibilmente poetico, coraggiosamente politico, audacemente buonista: splendido.
Il regista di due film diversi come I Cento Passi e La Meglio Gioventù è stato capace di donarci un terzo film completamente differente ancora dai primi due. Una storia reale quanto la vita, nutrita di dialoghi belli da brivido e terribili da vomito; il pensiero che nel mondo ci sia davvero ciò che è raccontato nel film, e che sia proprio dietro casa è angosciante. E angoscianti sno le nostre paure. Troviamo l'uomo nero spaventoso, quando l'uomo nero siamo noi, noi siamo i torturatori, con le nostre leggi ingiuste e prive di senso, con il nostro egoismo.
Per la prima volta sullo schermo (forse la seconda, dopo Io Non Ho Paura) troviamo bambini che recitano senza irritare, senza scadere nel sorriso scatena-lacrime: figli che sembrano figli e genitori che sembrano genitori. Un applauso quindi agli attori che sono bravissimi tutti, credibili, vivi.
Grande la scelta di scendere in campo politicamente con riferimenti espliciti all'attuale governo italiano: sicuramente senza quei riferimenti avrebbe ottenuto il Leone D'Oro, ma la voglia di dire la verità deve essere stata più forte della voglia di vincere un premio.
Un film che va visto: per capire se non altro.
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