29 aprile 2006

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Questo lo scrivo soprattutto per me.
Stasera infatti è una sera un po' particolare.
Quando vieni da tre giorni così, giuro, rimani senza sangue e senza anima, non ti resta più niente; cominci a pensare a quanto sarebbe bello avere un dio a cui affidarsi, ma non ce l'hai, è inutile; cominci a riflettere su tutto, ma tanto più rifletti e più le cose non cambiano. E tu rimani così, senza sangue e senza anima.
Tre giorni fa era tutto diverso.
Forse sapevo perfettamente tutto quello che sarebbe successo, lo immaginavo, quasi nei dettagli. Ma poi quando le cose le vivi, quando quegli avvenimenti si sciolgono nel tempo, e quel tempo ti scorre addosso: bhè quando questo ti succede è tutto diverso. Non lo puoi sapere, non lo puoi mica immaginare, questo.
Nell'arco di queste 72 ore ho scelto la strategia della razionalità. Ho versato poche lacrime, ma buone. Ho pensato, quello sì, tanto. A tutto. Ho pensato razionalmente: e con freddezza. Ho scelto a volte di guardare altrove, ho rifiutato un abbraccio, ho evitato uno sguardo, perchè era troppo anche per me, anche per la mia freddezza. Sono contento di me però, dopotutto.
Io, che ho passato la vita a fuggire da me stesso, per la prima volta sono stato invece capace di affrontarmi e di affrontare, di guardarmi e di guardare; forse non al massimo. Ma abbastanza da sentirmi orgoglioso.
Sono anche triste, per carità. Tristissimo. Ma tra le tante cose che ho imparato in questi pochi giorni, c'è la sensazione che a volte, anche se la gente si aspetta da te qualcosa di triste, un sorriso invece fa sempre molto meglio. Se proprio non ci riesci, certo, qualche lacrimuccia la puoi pure tirare fuori. Con discrezione, però.
All'angolino.

Chissà se dormirò. Spero di sì, ho bisogno di dormire, mi aspettano giornate faticose adesso. Una persona che davvero tanti anni fa è passata per la mia vita, come capita a molti, e che effettivamente ha fatto davvero poco di buono per me, un giorno però ha pronunciato un'espressione che mi sarebbe rimasta per sempre. Ha detto, "ora bisogna ricostruire tutto, mattone su mattone." Ecco, ora bisogna ricostruire davvero, mattone su mattone, volto su volto, parola su parola. E vediamo se 'stavolta le tirerò fuori, queste parole, che a forza di ricacciarmele dentro mi hanno rovinato la vita. Vediamo se questa volta sarò onesto. Non ho idea, poi, di quali mattoni metterò, di quanto grande sarà casa mia e di quanto sarà robusta; ma so che se le fondamenta saranno solide, se le parole saranno giuste, e tante, e sincere: bhè, il resto verrà sù facile.
Ah, dimenticavo: i divani li ho già scelti.

Da ikea, baby.


p.s.
(Se questo post non fosse così patetico, lo dedicherei a te.
A.B. 17/03/1918 - 27/04/2006)

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