21 ottobre 2005

L'Italia Mediocre

me|dio|cri|tà
s.f.inv.

1a condizione di limitatezza di chi ha un’insufficiente formazione morale o culturale o scarse capacità e attitudini per esercitare adeguatamente determinate attività pratiche o intellettuali, per svolgere certi compiti, per comportarsi in un certo modo: la m. di quell’attore è sconcertante | insufficienza, limitatezza, qualità scadente: aveva gusti e interessi di assoluta mediocrità.
1b persona mediocre, inetta, incapace, inefficiente; artista che non si segnala per particolare originalità o valore.
2 l’essere in una posizione intermedia tra due estremi.


(dal "Dizionario della lingua Italiana", di T. De Mauro)

Anche io l'ho visto ieri sera, forse per pigrizia intellettuale, o forse perchè il mio animo "curioso" me lo ha chiesto con insistenza e io ho dovuto rispondere.
Quello che però sfugge alle mie umili sinapsi è la motivazione per cui a ME dovrebbe interessare cosa CAZZO pensano Fini, Bossi, Berlusconi, Prodi, Fassino, Casini, Maroni, Rutelli, Gasparri e tutti gli altri, dello SHOW ( e ricordiamoci: "show", non "dibattito politico") andato in onda ieri sera su Rai1.

Nel mondo oggi sono successe tante cose. Si parla di Mafia e di gente nascosta ma non troppo, si parla di Aviaria e di vaccini positivi, si parla di Saddam, di Finanziarie, di cortei studenteschi, di film italiani all'Oscar. Non trovo UNA di queste notizie che io non ritenga più importante di un programma televisivo. Eppure, i giornali parlano prima di questo.

Credo che la gente abbia visto il tipo di programma che si merita, ieri sera. Il programma in cui la cultura-spazzatura diventa motivo di applausi, e in cui la normalità diventa incredibile libertà d'espressione. Migliorate, italiani, siete meno mediocri di così.

19 ottobre 2005

Mare Dentro

Mare Dentro è un film stupendo.
Alcuni film riescono a emozionare lo spettatore fino al completo abbandono poetico. Altri riescono a suscitare i moti del pensiero di chi guarda, spingendo ad acute riflessioni.
Pochissimi infine, fanno entrambe le cose, dignitosamente, parlando di un tema su cui è facile sparlare, giudicare, ridire.
L'eutanasia è il tema principale del film e la colonna portante, eppure tutto quanto nella pellicola diventa motivo per un inno alla vita, per una spinta vitale fuori misura. E proprio per questo non riusciamo a dire di no alle motivazioni del protagonista: proprio per questa sua incredibile voglia di partecipazione nel mondo, e per la realtà che invece lo impedisce, non possiamo negare diritti che sono suoi da sempre, e per sempre.
Mare Dentro è una storia d'amore, quello d'altri tempi, quello vero. Mare Dentro è una poesia visiva stupefacente, che non annoia ma non sconvolge. Mare Dentro non stanca mai: non affronta le problematiche con il solito buonismo americano, le persone ridono, piangono, si disperano sì, ma il minuto dopo si rialzano per andare avanti. Mare Dentro è una critica feroce agli ordinamenti giudiziari occidentali, ma è una critica fatta senza urla e senza sangue, fatta con le parole di chi non può alzarsi dal letto, di chi, incollato al cuscino, è ancora capace di tuffarsi in mare. E lì vuole tornare, per sempre.
I film passano, le storie si dimenticano e domani uscirà qualcosa di nuovo, forse di più bello, di più entusiasmante. Ma il mondo resta questo, abitato da noi, ma anche da chi da quel letto può alzarsi soltanto col pensiero. Un film su una cosa così brutta, ma così bella.


"Mare dentro, mare dentro,
senza peso nel fondo,
dove si avvera il sogno.
Due volontà fanno vivere il desiderio nell'incontro.
Il mio sguardo, il tuo sguardo,
come un'eco che ripete senza parole,
più dentro, più dentro,
fino al di là del tutto,
attraverso il sangue e il midollo.
Però sempre mi sveglio
e sempre voglio essere morto,
per restare con la mia bocca
sempre preso nella rete dei tuoi capelli".

Miracoli Quotidiani

Dialogo


Mamma: Giù dal letto, figliolo. E' domenica, si va a messa!
Figlio: Ma non mi serve a niente, mamma! Ho letto su "Il Manifesto" che la religione è l'oppio dei popoli.
M: Non è affatto vero figliolo mio, "Avvenire" dice che i comunisti sono l'anticristo e che non vanno ascoltati mai!
F: Uff, ma allora perchè "La Repubblica" riporta le prove ufficiali, con tanto di foto esclusive, che Dio non esiste?
M: Ma non hai letto "Il Corriere della Sera"? Quelle prove sono false, figliolo, è dimostrato scientificamente!
F: Hai ragione mamma, è che "Il Foglio" mi ha insegnato che la scienza non può nulla davanti alla fede...
M: Ma certo figliolo... Hai letto su "L'Osservatore Romano" del miracolo accaduto ieri sera? Pare che Ruini abbia parlato con Dio!
F: Lo so mamma, l'ho letto sul "Giornale". Titolava così: "Cenetta tra amici, ad Arcore".

Lusso e lussuria




17 ottobre 2005

Odio


Odio i politici che dicono falsità.
Odio i politici che non dicono quello che pensano.
Odio i politici che si credono Cristo.
Odio i politici troppo sicuri di loro.
Odio i politici che fanno il doppio gioco.
Odio i politici belligeranti.
Odio i politici che si rimangiano le parole del giorno prima.
Odio i politici pericolosi.
Odio i politici che usano gli slogan nelle campagne elettorali.
Odio i politici che leccano il culo alla chiesa.
Odio i politici che fanno di testa loro.
Odio i politici che hanno la faccia come il culo.

Sì, odio Berlusconi, ma 'stavolta non parlavo di lui.

Strane amicizie...


1. Il papa è omofobo.
2. Il segretario del papa è un tedeschino inesperto e giovanile.
3. Molta attenzione è stata posta ultimamente dal Vaticano sui casi di preti omosessuali.
4. Il segretario del papa non dovrebbe essere un tedeschino inesperto e giovanile.
5. Il segretario e Ratzy si incontrano spesso da soli nell'appartamento del papa. Per pregare, ovviamente.

Cosa ne concludete?

(ringrazio flam per lo scoop)

Countdown

Data di uscita: 11 Novembre 2005
Genere: Romanzo
Editore: Fandango
Titolo: "Questa storia"

Autore: Alessandro Baricco



16 ottobre 2005

Una piccola lezione di coerenza.

Caro Celentano, non mi piace parlare di me ma ho bisogno di spiegare perché giovedì prossimo non sarò con lei e con i miei compagni di avventura, Michele Santoro e Daniele Luttazzi, a «Rockpolitik».

Provo per lei stima e affetto, dunque non potevo che accettare il suo invito. So che la sua trasmissione rimarrà nella storia della tv italiana e pensi se a me non sarebbe piaciuto essere uno dei protagonisti. In questo momento le auguro di andare in onda e spero che chi ha impedito a me di continuare a fare quel che facevo non sia ancora oggi così forte da impedirlo a lei. Veniamo al dunque: anche se il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce, si è autosospeso e ha minacciato di togliere il nome della rete durante il suo programma, io in quella casa non posso entrare. Per 41 anni ho lavorato per Raiuno, ne ho diretto il tg, ho avuto a che fare con grandi direttori, che, quando non erano d’accordo, non si sospendevano, ma rinunciavano alla poltrona.

Oggi molti che fanno il mio mestiere soffrono di scoliosi. Lei, invece, dedicando la sua prima puntata alla libertà di informazione, rende un grande servizio non a noi epurati, ma alla democrazia del nostro Paese. Lei deve comprendere che io non posso ritornare alla rete ammiraglia della Rai fino a quando ci saranno le persone che hanno chiuso il programma e impedito alla mia redazione di lavorare. Forza Celentano, giovedì sarò il suo primo telespettatore.

Enzo Biagi
16 ottobre 2005