22 settembre 2007

The Cinematics - A Strange Education

Percorrerò questa lunga strada
fino a trovare la via di casa,
verso un luogo familiare
dove riposarmi le ossa.
Il problema è che nulla sembra lo stesso,
il problema è che non credo lo sembrerà mai.
Oh, sei qui per me?
Tirami fuori dall'oceano,
prendimi di nuovo tra le braccia
naufrago, con l'amore che mi hai mandato.
La mia educazione così strana
mi porta tra le tue braccia di nuovo,
naufrago, perduto di nuovo.

Stelle nel cielo scuro
mi rivoltano la testa,
ma questa conversazione
mi prosciuga il sangue.
Il problema è che non so cosa dire,
il problema è che non lo saprò mai.
Oh, sei qui per me?
Tirami fuori dall'oceano,
prendimi di nuovo tra le braccia
naufrago, con l'amore che mi hai mandato.
La mia educazione così strana
mi porta tra le tue braccia di nuovo,
naufrago, perduto di nuovo.

Ho percorso questa lunga strada
cercando di raggiungere casa,
verso qualcuno di familiare,
come questa voce nel telefono.
Oh, sei qui per me?
Tirami fuori dall'oceano,
prendimi di nuovo tra le braccia
naufrago, con l'amore che mi hai mandato.
La mia educazione così strana
mi porta tra le tue braccia di nuovo,
naufrago, perduto di nuovo.
Avvicinati,
avvicinati e toccami.





[Ieri sera Gravity Fest '07; un pubblico di 50 persone, lo scandalo italiano non si risparmia mai. I Cinematics, più in forma che mai, hanno presentato il loro debutto, coatti, nani e bravi da morire. "A Strange Education", "Break" e "Race to the City", già notevolissime in studio, sono dal vivo quei capolavori che forse mancano all'album per elevarlo al di sopra della massa. Il cd comunque mi piace sempre di più, sta raggiungendo vette altissime nel mio personale panorama musicale, rallegra e rilassa con piccoli gioiellini uno dopo l'altro. The streets are on fire!]

19 settembre 2007

Le mille e tre notti.

Nella notte mille e seconda mi risveglio in un abuso di pazienza. Sono stanco, piango lacrime, poi rido di me stesso. Sconvolto dal mio sogno getto indietro ciò che è stato e cambio idea: sulla gente, sulle cose e la realtà. "Io Ti ringrazio o mio Signore Santo e Altissimo" ripeto, giunto infine a realizzare nel concreto questi piani. "Tutto è giusto se è da te per te e con te che prendo quello che mi è dato" esclamo al cielo. Vedi, tu che stai leggendo puoi capire, noi figli di Dio e fratelli d'uomo non sappiamo se restare o dove andare, ogni scelta è una tortura che dovremmo risparmiarci. Io rinuncio d'ora innanzi alla saggezza, ad ogni bivio, alla follia del dire "questo" o dire "quello": tieni Tu il libero arbitrio o Sommo Altissimo, per me è solo un serpente che si nutre con la carne della coda. Non è forza o libertà l'avere forza o libertà: la vera gioia è nel sapere che si può anche non sapere. Perchè tutto è già accaduto nel passato, ed il futuro che mi dava turbamento solo ieri è già deciso; e nulla vi è al di fuori della grazia del Creatore. Con stupore osservo gli altri, così tristi ed affannati nel tentare di decidere una strada. Mi concedo un mutamento di opinione: dal deriderli convengo nel guardarli indifferente, non c'è modo di convincerli. Io so che è tutto quanto nella fisica del cosmo, che le leggi non s'infrangono, e che loro arriveranno a ciò che adesso io conosco solo se il futuro scritto lo prevede. Riservo queste righe a chi già sa e legge il già letto: perchè dietro l'orizzonte sono già nuovi orizzonti, figli e padri del presente.
Nella notte mille e terza divento tutto ciò che è stasi. Infine scopro il velo che nasconde l'entropia e la lascio andare. Regalo la vita agli ignoranti, io sono morto.

17 settembre 2007

I'm deranged

C'è mezzo me qui in queste pagine, mezza mia vita in questo blog.

Quando ho iniziato, quasi due anni e mezzo fa (il 7 maggio del 2005 per la precisione) ero un altro uomo. Innamorato e corrisposto, pieno di aspettative e con davanti a me un futuro certo: fatto di università, conservatorio, pieno fino all'orlo di Roma, di storie d'amore con un senso, di amicizie stabili, impregnato di idee corrette e morale di ferro. Sapevo cosa amare e cosa odiare, conoscevo già le strade da imboccare e da evitare, ero certo dei miei limiti, e senza quel timore di doverli superare. Cantavo i Velvet, allora: e "Dovevo dirti molte cose" aveva un senso, un luogo, un motivo.
Poi il tempo è passato quasi senza avvertimenti, e un anno dopo era il 2 maggio 2006, ed io non ero più lo stesso. Davanti a me vedevo il nero e il bianco insieme ed era il vuoto: di una morte troppo rapida e della fine di un rapporto che era stato così bello. Il mio futuro era sicuro ancora un po', la laurea conquistata poco prima, le idee confuse sopra il resto ma con poca volontà e poco coraggio per decidere altrimenti. Avevo troppo su cui piangere per vivermi una scelta. Cantavo Vinicio Capossela, allora: e "Ovunque Proteggi" aveva un colore, un sapore, un odore.
Un battito di ciglia, un'avventura, una pazzia mi hanno portato poi al 10 maggio 2007. Quella persona che era triste un anno prima e che era allegra due anni indietro era come se si fosse suicidata: al suo posto non si sa, uno sconosciuto. Il mio futuro stava appeso a un filo strano e sottile, l'università che viaggiava rapida e costante, il conservatorio dietro a ridere di me. L'amore poi, una roba tutta strana in quel periodo: due occhi di un altro colore, sconosciuti e divertiti, mi guardavano sospirare da lontano. Cantavo gli Snow Patrol, allora: e "Signal Fire" aveva un nome, un età, un volto.
Poi era ieri ed ora è oggi. Con tutto il fumo diradato vedo intorno: e non capisco. Quelle scelte, le direzioni che avevo preso dopo ardue decisioni, mi hanno portato in una strada senza uscita. E non c'è un muro, qui davanti: ma c'è campagna ed aria e prati e non c'è l'ombra di un cartello a indirizzarmi. Il mio futuro? L'università che sta finendo e tutto il dopo a preoccuparmi. Il conservatorio ormai laggiù sepolto tra i sensi di colpa. I miei rapporti tutti in bilico tra il chissà il quando e il perchè. L'amore stanco ed affamato tra i ritorni le avventure e le speranze. La mia città a non bastarmi più, e Londra a cucinare come prima di ingoiarmi. La vita stessa a non spiegarsi come deve. Io canto poco in questi giorni.
E quando canto penso a tutto questo tempo, mi spavento e smetto subito.
Ora riprovo, con David Bowie. Perchè "I'm deranged" oggi ha un perchè, un come, un forse.
Se questa giornata avesse titoli di inizio, sarebbero questi.