17 novembre 2007

Il letto singolare

C'è un che di unico e perverso nello stare stesi in un letto singolo, nell'attesa dell'amante; la singolarità della superficie disponibile implica una rottura dagli schemi abituali, impreziosisce l'evento con tutta una serie di implicazioni: sul toccarsi dolcemente e senza scatti per non ondeggiare, sul guardare il proprio corpo colmare lo spazio un po' in penombra, sul sapersi nel sottile tra due vuoti ravvicinati. E' la posa di una vita in solitario, di un incessante fantasticare, è la rara e impeccabile vittoria della realtà in un mondo di sogni: e l'amante che si attende, che conquista! Ma di contro quello spazio così piccolo non lascia sfogo al sangue nelle vene, il tempo si addormenta insieme al cuore ed ogni istante di ritardo porta dentro la paura di un imprevisto dileguarsi. Nelle ampiezze ridottissime ecco un fiume di pensieri, c'è chi pensa al primo bacio, chi prepara cosa dire al dolce arrivo, chi s'impegna in fantasia per eccitare e divertire. Da che dipenderà tanta euforia? Probabilmente dall'amaro sapore di fuga insito in una simile collocazione: quell'intrigante ribadire che lo spazio va diviso rende gli amanti simili ad estranei che si incontrino, per la prima volta, in un albergo sconosciuto. Non si sfugge dall'assurdo di un simile percorso. Poi, pero, c'è tutto un ravvivarsi: quando infine arriva il primo percepirsi di un fruscio lontano e vivo a preannunciare che l'attendere è finito. La porta si apre a far entrare una lama di luce, religiosa vocazione di un santo immaginario; e tutto ciò che prima nascondeva immobilità si manifesta movimento. In quel turbine confuso rimangono a fuoco solamente il desiderio e l'autoaccusa: per essere stati così lenti, così vanitosi, così ciechi.

Frocio!


[Socrate]
Frocio!


[Riccardo Cuor di Leone]
Frocio!


[Marcel Proust]
Frocio!



[Reiner Maria Rilke]
Frocio!




[Federico Garcia Lorca]
Frocio!





[Leonard Bernstein]
Frocio!


[Pier Paolo Pasolini]
Frocio!





16 novembre 2007

La Carne degli Angeli

Fosse mai scesa una carezza

che attraversasse i secoli

come una lama aperta.

Oh, strazio della mia mente

che ha amato un ragazzo libero

che non conosce patria.

Ti avrei rinchiuso in un manicomio:

se le lacrime verdi del tuo sguardo

non mi avessero regalato canzoni.

13 novembre 2007

Districami il bandolo di questa matassa


- Non ho chiuso occhio, stanotte.
- No?
- No.
- Eri nervoso?
- Sudavo freddo.
- Ti sentivi male?
- No. Non fisicamente, almeno.
- Cosa avevi, allora?
- Non so. Comunque ho preso una Tachipirina.
- Cosa c'entra la Tachipirina...
- Tra gli effetti collaterali ho visto "sonnolenza".
- Sei un idiota.
- Ormai dipendo perfino dagli effetti collaterali.
- Cristo.
- Non ho bisogno della tua compassione.
- Vieni qui, stringiti a me.
- Facciamo l'amore.
- Sai che non voglio.
- Sai che puoi.
- ...
- ...
- Che senso avrebbe?
- Deve sempre avere un senso tutto quanto?
- Smettila.
- Perchè se deve avere tutto un senso, spiegami perchè siamo qui abbracciati su questo letto.
- Smettila.
- Districami il bandolo di questa matassa.
- Dio.
- Che cazzo c'è?
- Niente. Solo, penso a questo dialogo.
- Ci penso anche io.
- Sembra tratto da un libro mai scritto.
- Sì.
- Pessimo autore, vero?
- Pessimo.
- Già.
- Come mai abbiamo sempre la risposta pronta, noi due?
- Credo sia per colpa di questo mondo.
- Perchè?
- Nella lentezza hanno messo il germe della solitudine.
- E' autodifesa?
- Sì.
- Vorrei essere più debole allora.
- ...
- Più lento.
- ...
- Non parli più...
- Io vorrei solo renderti felice.
- Sai che non puoi.
- Sai che voglio.
- ...
- ...
- Ei?
- Ei.
- Ti amo.

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12 novembre 2007

E' una mia idea.

Non sono un tipo superstizioso. Le scale per strada non mi danno fastidio, il sale sul tavolo sa solo di bianco, in bagno l'ombrello sta aperto per farlo asciugare. Mi piace il bel pelo nero dei gatti, anche quando camminano di traverso avanti a me. Non rompo gli specchi, è vero: ma non per credenza bensì perchè amo utilizzarli, ah la vanità! Sui numeri non mi faccio problemi, dopo il 16 c'è soltanto un più uno che fa diciassette, nel 13 poi non ripongo speranze o paure. Le suore che passano in strada mi mettono solo tristezza, ci scherzo un po' sù ma nel fondo ho un po' pena per loro: non penso comunque che siano la causa di incaute disgrazie. Mi piacciono tutti i segnali d'augurio, e sono contento che crepino i lupi o che frotte di immense balene defechino in mare; ma questo soltanto perchè li ritengo dolcissimi aiuti da parte di sguardi amichevoli, riceverne uno mi dice che c'è chi mi pensa anche solo un momento. Non credo piuttosto a sfortune dovute a persone od oggetti qualunque, mi pento ad escluder qualcuno soltanto perchè è iettatore. Mi ritrovo nelle idee di chi non crede negli spiriti, non penso che i corvi stiano lì per malaugurio, spazzo via le ragnatele e uccido i ragni se mi provocano schifo. Se rompo dell'olio pulisco per non scivolare, non prego di certo che non me ne vengano mali. Non possiedo cornetti attaccati alle chiavi, preferisco oggettini più allegri. Mi chiedo una cosa, però.


E' per questo, che sono sfigato?

11 novembre 2007

The Killers feat. Lou Reed - Tranquilize

Gira già da un po', in rete.
Ma oggi non avevo voglia di novità; oggi avevo voglia di postare qualcosa di epico, di grandioso, di terribilmente originale, di scary (parola equivalente e così bella in italiano non esiste), avevo voglia di postare qualcosa che vi avvicinasse anche soltanto un po' al clima che ho qui dentro.
Oggi avevo voglia di postare qualcosa che potesse comunicare, dato che, come avrete notato, non sono più così bravo a farlo; avevo voglia di postare qualcosa che potesse parlare per me, e avevo voglia di qualcosa di bello, qualcosa che potesse competere a livello visivo-musicale con il passato. E così oggi avevo voglia di synth, di chitarre elettriche; avevo voglia di cori di bambini, avevo voglia di voci sforzate, avevo voglia di Lou Reed in versione moderna, avevo voglia di Brandon in versione antica. Oggi avevo voglia di postare una danza della pioggia, avevo voglia di postare un grido d'aiuto e una risata di gioia, oggi avevo voglia di sconclusionate note senza un senso.
Oggi sono la guerra, sono la bomba, sono il morto, sono la pace subito dopo.



Acid rain, when Abel looked up at Cain
We began the weeping and wailing
A hurried high from pestilence pills and pride,
It’s a shame, we could have gone sailing
But heaven knows,
Heaven knows everything
Tranquilize