13 gennaio 2007

If something has to change then it always does

If something has to change then it always does
Oh, you don't need this disease, not right now
No, you don't need this disease, not right now

Oh you don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't!

If something has to give then it always will
Oh, you don't need this disease, not right now
No, you don't need this disease, not right now

Oh you don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease you don't!


Would you fall down?
Would you fall, would you fall,
Would you fall down?


Oh you don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease, you don't You don't need this disease you don't!

11 gennaio 2007

Cose che penso su cose di cui parlano tutti (post breve scritto in breve)

1. 21.500 soldati in Iraq? Dopo che hai perso in modo così misero le elezioni? Forse l'ultimo carico di coca non era proprio di ottima qualità...

2. Steve, stavolta non ci siamo. Aspettavamo il tuo keynote da troppo tempo, lo abbiamo seguito in diretta, abbiamo sperato in qualcosa di più... E tu ci presenti un telefono? Che quando uscirà tra un anno sarà già vecchio? Per di più copiato dall'LG KE850? No, non ci siamo. La prossima volta, spereremo un po' meno.

3. "Il riconoscimento giuridico dei PACS è pericoloso", ha argomentato oggi il Pastore Tedesco. "Al rogo gli omosessuali", avrebbe voluto continuare, ma gli si è rotto il microfono. Noi qui siamo un po' annoiati: a ripetere sempre le stesse cose c'è il rischio che non ti si prenda più sul serio. Ah, già. Ma quando mai lo abbiamo preso sul serio?

4. Il mondo sta cambiando, in peggio. Non vale la pena ricordarlo, faremmo il gioco di quelli che lo stanno cambiando; solo un pensiero, per coloro che invece sono vittime di questo cambiamento. L'orrore è indicibile.

5. Cazzo se sei bello, portatilino in uscita. Cazzo. Solo che ti vogliamo più performante. A noi l'estetica piace guardarla su internet, e le prestazioni averle sul tavolo.

6. Il nuovo album dei Bloc Party pare molto molto bello. Più bello del predecessore, che non mi aveva entusiasmato affatto. Complimenti.

7. Il nuovo album dei Klaxons, invece, è in uscita. Il primo, tra l'altro. Chissà...

10 gennaio 2007

Cacciatori di colombe

La gente non costruisce più.
Costruire qualcosa vuol dire insegnare al mondo come fare, e vederne subito i frutti, e imparare. Le mani che plasmano, ricordi di un tempo in cui vedevi l'impronta delle dita nel pane appena sfornato, quanto è triste pensare che oggi senti il sapore di metallo, e di aria viziata, e di azioni in borsa, c'è odore perfino di smog. Costruire vuol dire prendersi tempo, vuol dire non sapere l'oggi, sperare in domani, pregare per ieri. C'è anche il crollare, dentro il costruire, c'è il rimanere nella polvere, a guardare esterefatti: perchè le macerie del passato sono ciò che di più bello esso ci lascia, il mondo senza rovine sarebbe senza dubbio più triste. Costruire significa mostrare che ciò in cui si crede ha un senso infine, e dimostrare il proprio pensiero senz'armi; cosa rara: oggi si preferisce il piccone, al mattone. Costruire vuol dire apprezzare ciò che altri hanno costruito, capirne lo sforzo, sentire nel muro le grida e il sudore di chi ha sollevato le pietre. Vuol dire parlare a un bambino malato, che guarirà, certo che guarirà
La gente non costruisce più, però. Si perde lo stupore più grande, quello del completamento. Oggi non si finisce più niente, si compra la fine di tutto, paradossale spendere di più per ottenere di meno. Ma la moda è cambiata. Oggi si va a caccia.
In giro gli sguardi sono quelli di chi sta braccando, cacciatori di teste, di streghe, o di colombe; ieri il mio sasso lo usavo per fare un camino e scaldarti il cuore. Oggi il mio sasso ti uccide, trova il freddo dell'anima, la rivolta a nudo, scopre sotto il metallo. Le offese di ieri erano spade, la lama era semplice da riconoscere, la evitavi con un balzo. Oggi si usa il cappio, o l'enciclica, o ventunomilacinquecentosoldati. Le armi sono diventate pericolose perchè nascoste nell'inchiostro, nello schermo, nelle parole. Ma sono armi, ammazzano ancora, e dopo non devi nemmeno ripulire il sangue.
Mi piacerebbe insegnarti la poesia scritta in una casa completamente tua.
Mi piacerebbe raccontarla, perchè nulla è così simile all'amore quanto gli occhi che bruciano di lacrime, quando il tetto è finito, e il cielo è fuori.

08 gennaio 2007

Anniversary

Dieci anni fa, un gioco ha cambiato tutto.
Una giocabilità rivoluzionaria, una grafica per l'epoca mozzafiato, e per la prima volta una trama simil-cinematografica, accompagnarono l'uscita sul mercato di Tomb Raider. Mai un personaggio di un videogioco, più di Lara Croft, era ed è riuscito a trascendere dallo schermo del computer per uscirne fuori, e diventare qualcosa di reale, di appartenente ormai all'immaginario collettivo.
Poi il mercato ha fatto la sua disastrosa parte. I seguiti si sono successi tutti uguali, uno dopo l'altro, poi i film, e fu così che la genialità diventò scontatezza, la scontatezza fastidio, il fastidio, infine, noia.
Quest'anno potremo riprovarci, le armi di cui il gioco dispone sono tornate le stesse, il vecchio è riapparso in una nuova forma, e dal trailer sembra smagliante.


Sometimes to understand the future, you have to go back to your past.
And this time, it will be different.