16 luglio 2005

Harry è uscito, per la sesta volta

Eh sì, mentre parlo ormai già in molti sapranno chi è questo fantomatico principe mezzosangue. Le speculazioni hanno portato alle conclusioni più incredibili, sono state analizzate le più piccole sfumature nelle dichiarazioni della Rowling, a mezzanotte di ieri sera pare ci sia stato il delirio...
Noi però siamo ancora a bocca asciutta, chissà quando toccherà ai poveri italiani sapere le sorti del maghetto più amato nell'universo! Non ci resta che aspettare e navigare cercando informazioni, attenti però a non rivelarci la sorpresa sul finale del penultimo capitolo della saga.
Quest'anno poi, la lettura avrà un sapore tutto diverso: le parole del neo-pontefice riguardo la serie letteraria più venduta nel mondo nella storia non sono state affatto lusinghiere (Ratzinger ha descritto i libri come "subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente distorcendo profondamente la cristianità nell'anima, prima che possa crescere propriamente").
E noi non restiamo indifferenti alle sue parole: compreremo il libro, infatti, convinti di aver fatto qualcosa di bello non solo per noi stessi: ma per il mondo intero!

14 luglio 2005

PATRIOT ACT

Mi è capitata sotto gli occhi una rivista che, parlando dei recenti attentati di Londra, decretava che contro tali efferatezze l'unica via di uscita era intraprendere una "patriottica guerra culturale". E sopra, un enorme titolo rosso: "PATRIOT ACT".
Non la penso così.
Reputo il patriottismo uno dei grandi mali che affliggono l'umanità, al pari certamente del razzismo, delle religioni, dell'etica distorta, dell'ignoranza, della fame nel mondo e del calcio-mercato. Non riesco a credere che il rapporto con il proprio paese diventi un attaccamento affettivo e quasi sentimentale, quando non c'è niente di piu "umano", razionale e privo di intimismo di un confine geografico. Eppure in pochi la pensano così: i recenti risultati riguardo la costituzione europea manifestano una tendenza alla chiusura dei confini piuttosto che all'apertura. Ora: per quale motivo il fatto che io sia nato a Roma rende automaticamente lecito che io viva e lavori a Trieste, mentre un poveraccio che è nato a Tirana non può farlo? E ancora: perchè un italiano che vive da 50 anni in Perù può eleggere un parlamento che farà leggi per un paese in cui non risiede più, e invece una moldava che da trent'anni fa le pulizie in casa dei miei vicini non può decidere chi garantirà la sua pensione? Noto un revival delle guerre dinastiche medievali, dove l'Europa ha perso il suo fascino appena si è visto che non era un'opportunità per acquisire nuovo potere. Quello che so è che gli italiani sono un popolo troppo attaccato a una pseudo-cultura da modello televisivo, troppo umanistica e troppo poco razionale; a me piace invece qualcosa di diverso, di "più". Vedo l'immensità e la diversità che è fuori da qui e sono curioso, perchè la curiosità è l'anima e il motore di tutto, e soltanto una visione relativistica delle cose può portare a riflessioni oggettive. Forse sbaglio, certo, e mi concentro troppo sulla lunga distanza invece di apprezzare anche il piccolo che è intorno a me. Ma mi sembra che mettere a fuoco l'orizzonte perdendo magari soltanto un fiore in tutto il fango che mi circonda sia conveniente, e che la piccolezza della gente porti solamente al passato, e impedisca di osservare le cose con gli occhi del futuro.
E' palese. Le ristrettezze della mia mente mi consentono di riflettere solo per frasi fatte. Di mio, ci metto l'ordine in cui le dico.

12 luglio 2005

(corriere.it) - Perchè io non c'ero?

Con l'ultimo album hanno venduto 6 milioni di copie
Coldplay, in festa all’Arena per la band
che scuote la Borsa
Tutto esaurito a Verona per Chris Martin e soci. Il ritardo dell’ultimo cd fece crollare le azioni Emi


Chris Martin dei Coldplay all'Arena di Verona
VERONA -
Se una band riesce a muovere i destini della borsa, bisogna tenerla d’occhio. Anche se non si è dei broker. Se un tizio è il marito di Gwyneth Paltrow, bisogna tenerlo d’occhio. Anche se non si è dei paparazzi. Se quattro ragazzi sono il primo gruppo inglese, dopo i Beatles, ad entrare nella Top ten americana con un singolo, bisognava essere ieri a Verona a vederli. Amanti del rock o no. Tre modi diversi di raccontare i Coldplay, che hanno fatto crollare del 16% le azioni della Emi, la loro casa discografica, per aver consegnato in ritardo l’ultimo album; che hanno un leader, Chris Martin, sposo della biondina più amata di Hollywood; che hanno venduto 6 milioni di copie di «X&Y» (150 mila in Italia) nel mondo. E che ieri sera hanno riempito l’Arena ed entusiasmato i 14 mila.
ICONE DEL ROCK - Sono loro l’emblema del rock di oggi. «I nuovi U2» li hanno chiamati. Un po’ perché le canzoni del nuovo album sembrano quelle della band irlandese (nei momenti più romantico-malinconici e meno epico-potenti); un po’ perché Chris Martin è considerato l’erede naturale di Bono nel ruolo di rockstar impegnata. Anche ieri sul dorso della mano aveva pennellato un grande «uguale», logo di una organizzazione inglese che si batte per il commercio equo e solidale. Lo show dura circa un’ora e mezza senza cali di tensione. Anzi se si può rimproverare qualcosa al quartetto è di essere tirchio con il tempo: con il loro repertorio, qualche brano in più non avrebbe certo fatto scendere il livello qualitativo. Fra fasi in cui prevale il ritmo e momenti in cui vince la riflessione intima si incrociano le canzoni di «X&Y» con quelle dei due album precedenti, il debutto «Parachutes» (quando erano poco più che compagni di università neolaureati) e «A Rush of Blood to the Head» (quello che li ha lanciati nel mondo).
LO SHOW - Sul palco Chris e soci si presentano vestiti di nero e con scarpe da ginnastica bianche. Anche se a rivoltarli come un calzino si scopre che sono firmati da capo a piedi, sembrano dei 30enni qualunque. E così ieri pomeriggio Johnny Buckland (chitarra), Guy Berryman (basso) e Will Champion (batteria) hanno passeggiato indisturbati per le strade di Verona carichi di borse da shopping. Chris, unico bersaglio appetibile per i paparazzi, ha preferito rimanere all’interno dell’Arena e nel pomeriggio si è sfogato facendo jogging sull’ultimo anello delle gradinate. Corsa che ha ripetuto anche durante il concerto durante «White Shadow» e, nei bis, «In My Place». La scenografia praticamente non c’è. Sul palco soltanto gli strumenti e, per non perdere il colpo d’occhio dell’architettura romana («Un posto così meraviglioso e pieno di storia» dice Martin in italiano all’inizio dello show), niente drappo nero che normalmente si usa come quinta. Così il marmo diventa schermo per proiezioni e giochi di luce.
I GRANDI SUCCESSI - L’apertura è una corsa indietro nel tempo, un riassunto della carriera in tre «perle»: la nuova «Square One», «Politik» (2002) durante la quale Chris esplode e si contorce al piano (che alterna durante la serata alla chitarra acustica), e «Yellow» (2000) il primo passo verso il successo. Poi, in ordine sparso, «Speed of Sound» che è uno dei tormentoni radio di queste settimane, «The Scientist» e «Clocks» che mandano una scarica di emozioni in platea, «’Til Kingdom Come» e «Don’t Panic» in versione semiacustica eseguite dal golfo mistico, «Talk» con i flash delle macchine fotografiche che scattano, su invito di Chris, durante il ritornello. Nei bis «What If», «In My Place» e finale con fuochi d’artificio su «Fix You». Prima di loro sul palco era salito Richard Ashcroft, ex Verve. Incantevoli le sue canzoni: «Bittersweet Symphony» strappa un’ovazione al pubblico. I Coldplay torneranno in Italia in autunno-inverno (le date del tour non sono ancora state annunciate): non ci sono scuse per perderli anche allora.
Andrea Laffranchi
12 luglio 2005

Ultimamente.

E' incredibile che oggi ci siano persone che desiderano ancora costruire qualcosa.
Vedo finalmente amicizie sincere negli occhi di quelli che mi passano accanto.
Eì incredibile che ci siano così tanti ragazzi che vogliono ancora cambiare.
E' incredibile ci siano artisti che hanno ancora voglia di fare dell'arte.
E' incredibile ci siano amanti che hanno ancora voglia di amare.
Ultimamente ho ricominciato ad avere fiducia nell'umanità.
E' bello che ancora oggi la gente desideri aiutare gli altri.
Molti hanno smesso di fumare in questi ultimi mesi.
Perchè sto scrivendo queste cose?
Dovrei dormire.
Cazzo.

10 luglio 2005



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