23 dicembre 2006

Season Greetings

E' natale, e se guardi il cielo oggi, ti domandi che casini hai fatto col calendario, il cielo è più azzurro che mai. E' natale e io ne auguro uno buono a me, e uno buonissimo a tutti gli altri. Un natale senza rumore, anzi, accompagnato dalle voci che più vi aggradano, possibilmente. Cosa c'è di più fastidioso di una voce sgradevole a natale? Di una persona non voluta?
E' natale, e solo a natale il rosso e il bianco si fondono e non formano il rosa, e i sorrisi tornano di moda e la fretta diventa quasi necessaria. E ancora devo crescere, a natale, sono ancora piccolo, ho bisogno di vitamine.

Un'unica richiesta al grande Babbo che Tutto Da e Niente Chiede:
Please could you stop the noise? I'm trying to get some rest.









[qui ci andrebbe una foto natalizia, ma su Google Images sono tutte orrende!]








Auguri!

fK

21 dicembre 2006

Love within

Mai come quest'anno la vita segnata da tante tappe.
Mai come quest'anno il bisogno è stato infranto tante volte.
Mai come quest'anno le mie dita intrecciate ad altre.
Mai come quest'anno il suono è stato così forte.
Mai come quest'anno la testa è andata così veloce e così lenta.
Mai come quest'anno ho pagato, mai come quest'anno ho chiesto agli altri.
Mai come quest'anno ho pregato senza volerlo, ho bestemmiato senza volerlo.
Mai come quest'anno l'amore.
Mai come quest'anno il sorriso mi ha tagliato.
Mai come quest'anno il telefono, e lo squillo, e l'ansia dopo.
Mai come quest'anno le sensazioni mi hanno dipinto la faccia.
Mai come quest'anno l'offesa si è sentita così tanto.
Mai come quest'anno ho fatto l'amore, mai come quest'anno.
Mai come quest'anno gli occhi hanno cercato gli occhi, ma le risposte, tutte così strane.
Mai come quest'anno ho stretto le mani, mai come quest'anno la corda scivolava.
Mai come quest'anno la mia voce ha seguito la tua.
Mai come quest'anno ho cantato ho imitato ho ascoltato ho seguito e criticato.
Mai come quest'anno non c'era nessuno.
Mai come quest'anno gli animali così tristi.
Mai come quest'anno il tempo che scorre, mai come quest'anno le ore di attesa.
Mai come quest'anno ho visto le notti, mai come quest'anno ho vissuto le albe, mai come quest'anno il mattino.
Mai come quest'anno l'estate è scivolata, di fiato saliva e sudore.
Mai come quest'anno ho guardato il sole.
Mai come quest'anno mi sono arreso.
Mai come quest'anno il verde dell'erba, mai il blu del mare, mai il rosso nel cuore.
Mai come quest'anno la paura.
Mai come quest'anno l'ospedale, visto così tanto, raggiunto così tanto, odiato così tanto, sperato così tanto.
Mai come quest'anno ho corso in macchina, e la legge così diversa da me.
Mai come quest'anno il fascino dell'odio.
Mai come quest'anno la poesia.
Mai come quest'anno le foto, e le lacrime sopra.
Mai come quest'anno le persone da prendere e sbattere al muro, alcune per cattiveria, altre no.
Mai come quest'anno un messaggio ti lascia senza fiato ed è tutto diverso.
Mai come quest'anno ho vissuto il freddo e il metallo e il bianco dei muri, e ho visto le macchine attaccate al corpo.
Mai come quest'anno i pranzi così importanti, le parole con il cibo in bocca.
Mai come quest'anno i profumi.
Mai come quest'anno il maglione.
Mai come quest'anno i discorsi.
Mai come quest'anno i segreti.
Mai come quest'anno ho tradito.
Mai come quest'anno la speranza.

19 dicembre 2006

Come.

Come la canzone di Damien Rice, avete presente? "Rootless Tree", si chiama. Senza radici. Che poi è una coincidenza, ma insomma l'ho ascoltata appena dopo "Chicago", di Sufjan Stevens, così per caso, ed è stato strano scoprire che i due dicono esattamente le stesse cose, ma con una dolcezza così diversa, quella di Rice è senza dubbio più ruvida. Che poi Stevens e Rice hanno tanto in comune. Che poi non centra niente. Comunque, Albero Senza Radici. Stupenda. Ripete le parole "Let me out" per trenta volte, che sembrano cinquanta, e ne ricordano cento, e vorresti fossero mille. E poi dice una cosa bellissima, dice "Fuck You, Fuck You, Love You, and all We've been through", ed è incredibile pensare che quello che traspare, alla fine, è quanto è stato bello, eppure tra le parole usa la più rabbiosa esclamazione del mondo, senza età, senza lingua, senza confini. Per rendere comprensibile il ricordo di un amore bisogna insultare, e gridare, e allora tutti ascolteranno e capiranno quanto è stato bello, e tutto è così upside-down. Bizzarro no? Bestemmia, e ti urleranno contro. Sorridi, e ti ignoreranno. Bestemmia sorridendo, e otterrai l'amore. E quindi in una giornata come questa, che il cielo è grigio di sudore e gli occhi sono sporchi di sonno, vorresti ascoltarle in continuazione, robe così. Quasi ad infliggertele, cilicio che vibra, per risvegliare i sensi, e trovare un po' di blu marino nel rosso delle guance stanche. La testa non ascolta, è troppo presa a capire, ondeggia al ritmo di una cosa che non ha ritmo, è tutto senza senso, in giornate come questa. Le canzoni mi deprimono.

Tutte.