27 gennaio 2007

Coldplaying with Brian Eno

Due notizie abbastanza astonishing, per un drogato di Coldplay come me. Ve le dico subito.

Il nuovo album dei Coldplay è quasi finito.
Brian Eno produrrà il nuovo album dei Coldplay.

Sì, avete capito bene. Da che dovevano sparire per anni, da che si erano sciolti, da che da che da che, Jonny Buckland ha sciolto le riserve confermando che il lavoro per il quarto album in studio non si è mai fermato nemmeno durante il tour-massacro successivo alla pubblicazione di x&y, e che insomma il tutto potrebbe veder luce davvero molto presto, prima di qualsiasi previsione. E poi 'sta storia di Brian Eno. Quando lui stesso la conferma, e la band non dice niente per negare, vuol dire che è qualcosina in più di un semplice rumour. Tra tutti i nomi che potevano venirmi in mente, nessuno era così distante e così fottutamente interessante. Già in x&y Brian si era infilato tra Chris e soci, partecipando alle sessions di registrazione, e infilando un paio di sintetizzatori in Low, senza però impattare in maniera determinante nel sound della band inglese. Ma la produzione, è altro affare. Vuol dire decidere tanto. Vuol dire, riguardo a suoni e robe così, decidere tutto.

Il 14 febbraio (what a romance) partirà un nuovo tour dei SuonaFreddo in sud america, nel quale i tipi faranno ascoltare qualcosina di nuovo, giusto per solleticare le orecchie e farci sognare qualcosa di nuovo per davvero. Noi aspettiamo, come sempre. Fiduciosi anche 'sta volta.

I try to be like Grace Kelly...

In momenti come questi, in cui la tristezza avanza, non c'è niente al mondo di meglio di una sana canzoncina pop, di quelle che come sono nate moriranno, ma che non possono non far tornare il sorriso, almeno per un secondo. Un sorriso, e basta. E' il potere del pop. "I try to be like Grace Kelly,
But all her looks were too sad.
So I try a little Freddie,
I've gone identity mad!"

24 gennaio 2007

Waiting for that bell to ring...

La mia testa è un vero casino, oggi. Un vero casino. Gli occhi sfuggono le cose e le persone, pronti a cogliere ogni minimo sospiro dell'amore. Era tanto che non mi sentivo così. Si fa difficile la normale conversazione, annuisco quando neanche sto capendo, neanche sto ascoltando; poi rispondo in modo vago: mi riesce bene, sono allenato. Intanto il mio pensiero vola verso te, giusto per citare un po' e sdrammatizzare; te che mi guardi, poi non mi guardi più, mi aspetti, poi non mi aspetti più, mi sbirci, poi non mi sbirci più, e io lì, che seguo lo spettacolo senza domandarmi, o forse domandandomi troppo. Popcorn in mano, ovviamente. You are my personal cinema.

Sembra un gioco in cui il silenzio è penitenza, ogni parola è un punto in più, un sorriso scambiato è la vittoria. Prima o poi farò qualcosa di sbagliato, lo so: lo sguardo fuggirà via tardi, rimarrà quell'istante di troppo.
Dio, però, quanto vorrei quel passo in più. Quanto vorrei sfiorarti, col palmo della mano. Mi accontenterei.

Ecco, lo sapevo. Sto già sbagliando.
Questo post è il primo, di una serie lunghissima di grossi sbagli.