06 aprile 2008

Vuoti di memoria

C’è la notte e c’è la [ ] a scorrere veloce sotto di me; guardando avanti scorgo i minimi [ ], fino all’orizzonte più lontano; gli alberi intorno, carrozzerie blu, una Ford Ka a sorpassarmi come nei miei incubi più folli. Semaforo. Rosso. L’Arbre Magique non si [ ] della stasi e continua a dondolare, lo seguo con gli occhi, sensazione [ ] e malinconica. Nella macchina accanto un uomo in [ ] e cravatta inchioda e si diverte a dondolare la testa della ragazza che [ ] bestemmie in una lingua straniera in cui le bestemmie non esistono. Parto [ ] io e brucio le distanze perché so guidare come un Dio e gli altri mi guardano ammirati. Ecco un applauso per me, Cristo [ ], Cristo risorto. Mi fermo a guardare una puttana che saluta un cliente particolarmente soddisfatto, [ ] un orgasmo liquido e plastico, immagino lo sperma pagato a peso. C’è la notte e c’è una festa nella mia Matiz, le [ ] raccontano di scopate perdute nel tempo, ci inchiniamo [ ] di fronte ai Totem più eccessivi. Mi fermo, [ ] sul ciglio della strada. Altro alcool, questa volta super, e le bottiglie vuote finiscono sul [ ]: cos’è un bar, è soltanto una [ ] di vetri, è soltanto una distesa di vetri. Mi libero ancora dal controllo e dalla coscienza, costa caro questo perpetuo fuggire da me stesso. Ma ne vale la [ ]. Siamo di nuovo in marcia, le ruote si salutano tra una corsia e l’altra, moto armonico uniformemente accelerato. I ricordi sono a zero quando [ ] un posto libero. Un parcheggiatore [ ] tende la mano, non sa che gli [ ] un braccio per quello che sta facendo per me. Dio ti [ ] penso e dico, rimane interdetto, poi gli ficco [ ] moneta tra le dita e se ne va imprecando. Altre bestemmie. [ ] notte non è fatta per gli amanti del Signore. Poi la fila e mi ritrovo [ ] da stronzi profumati, questi idioti coprono di Hugo Boss il loro odore di putrefazione; ma io lo [ ] ancora, io lo sento ancora ed ho la nausea. Portafogli. Soldi. Siamo dentro. La vibrazione aumenta in [ ] esponenziale, come posso permettere [ ] il mio cuore batta a tempo, è [ ] mio cazzo, lasciatemi stare. Occhi ovunque per il mio ingresso trionfale, [ ] davanti all’irresistibile. Alcool. Ancora. Un [ ] si avvicina ed ha tutte le intenzioni di [ ] atti procreativi, mi giro dall’altra parte senza [ ] ad ascoltare. Non c’è [ ] per nessuno, qui. Poi la notte è aria aperta e sigarette, è l’amore [ ] la bellezza, è guardare ticchettare la lancetta dei [ ]. Sono calmo e rilassato. Musica a [ ] per le mie orecchie. Ecco nei [ ] gesti movimenti [ ], una [ ] tribale. La testa [ ] di mattoni e [ ] laviche, merda di [ ], vita da Dio. Usciamo di lì. Ve ne prego. Sono a casa e non so [ ] mai, [ ] le viscere e [ ] butto nel letto. [ ] solo non sono solo sono solo? Domani [ ] i conti, chiunque tu sia. Prima di [ ] voglio vivere.

Nessun commento: