23 marzo 2008

Uomo

C'era un uomo che uscendo ogni mattina dalla porta di casa salutava il citofono. "Ciao", diceva con affetto, mimando il gesto con la mano e sorridendo. Poi andava a fare il suo lavoro ed era bravo, programmava in una azienda in qualche posto, a pranzo mangiava il suo panino con la mortadella davanti allo schermo del computer per non perdere tempo, poi lavorava fino alle sette di sera. Nella strada del ritorno si fermava un'oretta in palestra, faceva mezz'ora di pesi e mezz'ora di vogatore, voleva rinforzare il torace e gli arti superiori. Poi a casa salutava sua moglie con un bacio sulle labbra, né troppo tenero né troppo passionale, sempre il giusto; lei ricambiava il suo amore con un pasto caldo già pronto in tavola, cucinava bene e le piaceva sbizzarrirsi con la fantasia. Spesso dopo cena si guardavano un film abbracciati sul divano, lei piangeva sempre lui soltanto qualche volta; non si addormentavano mai perchè ad entrambi piaceva il buon cinema, dopo rimanevano in piedi fino a tardi a discutere della bravura di questo o quell'attore, o dell'estrema eleganza della fotografia. Poi andavano a letto e a luci accese facevano l'amore: quasi ogni sera, a parte quando lei era indisposta; lui conosceva bene il corpo dell'amata e sapeva come farla stare bene, e i loro corpi si muovevano in un'armonia perfetta. Poi uno dei due allungava un braccio e spegneva la luce, nel buio si tenevano per mano e dopo gli ultimi sguardi in penombra chiudevano gli occhi. Poi al mattino l'uomo si alzava senza fare rumore, si vestiva in bagno e si spruzzava appena una goccia di un profumo discreto ma buono. Quindi usciva di casa e, come ogni mattina, salutava il citofono: "ciao", diceva con affetto, mimando il gesto con la mano e sorridendo.
E' pazzo, un uomo così?

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