30 marzo 2008

La Pivetti e il linguaggio

In occasione dell'undicesimo anniversario del naufragio della Kater I Rades (nel quale morirono 108 cittadini albanesi che tentavano di raggiungere l'Italia) torniamo a chiedere a Irene Pivetti perché mai, il 27 marzo del 1997, lanciò la proposta di "buttare in mare" i migranti irregolari. Un anno fa, in occasione del decennale della tragedia, ponemmo lo stesso quesito e annunciammo che, in assenza di una risposta, l'avremmo riproposto a ogni anniversario. La risposta non è arrivata ed eccoci nuovamente qua. Sia chiaro: non c'è alcun accanimento nei confronti di Irene Pivetti. Siamo tra quelli che hanno apprezzato la sua decisione di abbandonare l'attività politica e anzi hanno sperato che quella scelta coraggiosa fosse assunta a modello da altri. Inoltre alla collega Pivetti va dato atto che quella sua frase agghiacciante è stata in seguito superata da altre e, insomma, non è più ai vertici delle dichiarazioni razziste pronunciate da politici italiani. In questi anni abbiamo sentito e visto ben altro. Dalla maglietta di Calderoli che riuscì a scatenare una rivolta in Libia, alle perplessità di Gianfranco Fini attorno al nero Barak Obama. ...[CONTINUA SUL LINK]


[da Repubblica - Gli Altri Noi]

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